Castello di Lisciano – Lisciano Niccone (PG)

Il castello di Lisciano attualmente è in vendita, chi fosse interessato ci può contattare per i dettagli.

 

Cenni Storici

Lisciano Niccone situato sulle pendici del Monte Castiglione, a breve distanza dal Comune di Cortona, si estende a destra della vallata del torrente Niccone, a dominio della rete viaria che corre tra la valle del Tevere, il Trasimeno e la val di Chiana.
Il territorio di Lisciano non vanta fatti d’arme rilevanti se non per la battaglia di Pian di Marte dove si scontrò la cavalleria di Annibale con la fuggiasca cavalleria romana sconfitta al Trasimeno e per rappresaglia la città fu distrutta dai Cartaginesi per aver dato riparo ai romani.
Solo in età medievale la presenza umana lascia tracce tuttora leggibili nel territorio di Lisciano, con i numerosi castelli che sorvegliano la valle.
Riconducibile senz’altro ad epoca preistorica, il territorio fu certamente abitato dagli Etruschi la cui presenza è documentata dall’esistenza del non lontano Ipogeo in località Villa Sagraia e del villaggio fortificato di Bellona sviluppatosi in cima a monte Murlo.
Fu poi sottomesso ai romani che qui hanno lasciato innumerevoli testimonianze, è accertato che Pian di Marte, ubicato nei pressi di Lisciano, abbia dato i natali all’imperatore romano Publio Elvio Pertinace, successore di Commodo (126-193 d.C.) il cui trono però durò poco, infatti fu assassinato dopo appena ottanta giorni di governo.
Diverse sono le interpretazioni sull’origine del nome sembra infatti che Lisciano tragga derivazione dal nome di un proprietario terriero del periodo romano, certo Lisus o Licius, che qui ebbe dei possedimenti in età romana.
Secondo lo storico locale G. Battista Mellotti, risalirebbe invece agli Etruschi che avrebbero denominato il villaggio Lepsana.
A metà del VII sec., quando la conquista longobarda della Penisola è ultimata, il territorio di Lisciano fa parte del Patrimonium Petri, incluso in quella fascia di fortificazioni controllate dai bizantini che univa l’Esarcato di Ravenna e il Ducato di Roma, mantenendo separati il Ducato di Tuscia e quello di Spoleto.
Dal Sec. IX i castelli di Lisciano, di Reschio (o Resculo), di S. Maria in Val di Pierle e di Tisciano sono proprietà dei Marchesi di Toscana Bourbon del Monte di Sorbello, quale donazione degli imperatori Federico ed Enrico durante il loro periodo di occupazione del territorio perugino.
Diverse sono le interpretazioni di come i Marchesi siano venuti in possesso del castello, infatti Ugo Barbieri afferma: “I Marchesi Bourbon del Monte avrebbero avuto due curie: una nel territorio di Città di Castello, e un’altra nel territorio perugino. E Lisciano è segnalato tra i castelli posseduti dalla famiglia fin dal sec. IX, così come si indica nelle carte e nei documenti di famiglia“.
Il Pellini, invece, dà un’altra versione secondo la quale l’originale proprietà dei castelli appartiene a Perugia e solo successivamente, con l’occupazione del territorio perugino da parte degli imperatori Federico ed Enrico, i Marchesi del Monte ne diventano proprietari.
In una pergamena del 1098, conservata nell’archivio del monastero benedettino di S. Fiora di Arezzo, i castelli di Pierle e di Lisciano compaiono, però, tra i beni dell’abbazia.
Essendo un’area di confine fu molto ambita dalle potenze vicine, tanto che i marchesi Del Monte, che la possedevano, alla fine decisero di porsi sotto la protezione di Perugia.
Solo a partire dal 1202 è possibile seguire con più esattezza le vicende dei castelli della Val di Pierle che si svolsero sotto la sfera d’influenza, alternativamente, di Perugia e di Cortona.
Nel 1189 La città di Perugia cercò di conquistare Umbertide la accerchiò e assediò finché non scese a patti e si sottomise.
Fatta la sottomissione d’Umbertide, i Signori si ritirarono negli altri castelli per cedere poi il terreno a palmo a palmo.
Nel 1202 si sottomisero altri castelli alla Guelfa Perugia e fra questi c’era, Lisciano insieme a Pierle, Tisciano e Reschio.
Ecco il testo della sottomissione fatta ai consoli e al Comune di Perugia:
Nos quidem Dei nomine Uguccio et Guido marchionis filii quadam Ranieri Marchionis, damus, concedimus et submittimus omnia castra, villas, burgos, familias, homines, terras et quantum habemus e tenemus vel alli tenent pro nobis in toto comitatu et episcopatu perusino“.
(E noi, nel nome di Dio, marchesi Uguccione e Guido, figli del marchese Ranieri, diamo, concediamo e sottomettiamo tutti i castelli, i villaggi, i borghi, le famiglie, gli uomini, le terre e quanto possediamo e tratteniamo e altri trattengono per nostro conto in tutto il circondario e nel territorio dell’episcopato perugino).
Nel 1313 questa comunità insieme con quella dì Reschio e di Preggio impiegò buona somma dì denaro per ordine dei magistrati di Perugia per rifare le mura del vicino Castello di Fiume.
Giovan Battista Millotti ci racconta le vicissitudini del castello con queste parole:
Nel 1370 un figliolo di Agnoluccio di Messer Giacomo degli Oddi ribellò questo castello alla città di Perugia e vi mise dentro le genti della chiesa e tenne mano che si ribellasse anche una rocca vicina, chiamata secondo alcuni La Rocca del Miccia.
Nella pace conclusa fra il Papa e i Perugini nello stesso anno, fu stabilito che il figliolo di M. Giacomo Degli Oddi godesse i privilegi e le immunità concesse dal papa sopra Lisciano e la Torre del Miccia.
Nel 1390 essendo stata occupata e tolta ai Degli Oddi la Rocca di Lisciarlo da Uguccione Casali signore di Cortona fu, egli coi suoi figli, eletto in Governatore e Vicario della medesima da Bonificio IX nel 1393.
Appena morto il detto Casali la Città di Perugia trattò nel 1400 coi suoi eredi per riaverla.
Nel 1401 il 19 di novembre, il Consiglio Generale diede tutte le facoltà al Luogotenente Ducale e al Magistrato di poter trattare e concludere col signore di Cortona la restituzione della torre di Lisciano, la quale apparteneva alla città e si riteneva allora dal detto signore di Cortona in luogo di pegno per quaranta fiorini al medesimo dovuti, dichiarando che il Consiglio Generale avrebbe poi interamente approvato tutto ciò
“.
Dopo un breve periodo in cui appartenne alla famiglia Casali di Cortona, dal 1479 Lisciano entra a far parte dei domini ecclesiastici come terra di confine tra Stato della Chiesa e Repubblica Fiorentina, e tale rimarrà fino al 1861 quando fu unito al Regno d’Italia.
Chiamata in origine Casavecchia, ha assunto nel 1860 la denominazione di Lisciano e nel 1864 l’attuale specificazione, di origine idronimia.
 
 
 

Chiesa di San Tommaso

Della chiesa di San Tommaso col titolo di pieve di Lisciano si ha notizia fin dalla metà del sec. XV in qualità di membro del Monastero di Santa Maria di Petroio e versava le decime alla diocesi di Gubbio, mentre negli anni 1332 – 1334 abbiamo per la prima volta notizia della chiesa di San Tommaso, il cui rettore Simone faceva riferimento al Monastero di San Pietro.
La costruzione della chiesa, dovrebbe risalire al Trecento, successivamente considerevoli abbellimenti e rimodernamenti vennero realizzati a partire dalla fine del Cinquecento.
Nel 1571 il rettore di questa chiesa è quello di Santa Maria delle Corti.
Nel Manoscritto del Fabretti si legge:
«Attesa la lontananza della chiesa della SS.ma Trinità di Preggio chiesero ed ottennero dal vescovo di Perugia l’erezione del fonte battesimale in questa chiesa di San Tommaso di Lisciano per comodità dei popoli delle nominate tre parrocchie.
Quel fonte tuttora vedesi con ornato di pietra serena.
Sono in essa chiesa tre altari: il maggiore fatto a stucco di ordine corinzio vi sta S. Tommaso dipinto in tela di buon autore, in quello a mano destra dell’ingresso si vede in tela dipinto S. Macario Eremita, a man sinistra l’immagine di Maria SS.ma del Rosario con i suoi misteri, S. Domenico e S. Chiara parimenti in tela dipinti
“.
Malauguratamente il bel fonte battesimale è sparito unitamente alle suppellettili e agli arredi
I tre dipinti, per fortuna ancora integri, sono stati oggetto di un restauro conservativo commissionato dalla Soprintendenza B.A.P.P.S.A.E. di Perugia ed ora sono esposti nella moderna chiesa di Santa Maria delle Corti, in Lisciano Niccone.
 

Fonti documentative

Val di Pierle Memorie Storiche – Redatte dal parroco di Santa Maria Giovanni Battista Millotti tra il 1891 e il 1894. Analisi e commento di Marcello Silvestrini – 2010
M. Silvestrini – Lisciano Niccone e la Val di Pierle, appunti storici e dialettologici – 1981

http://www.lisciano.org/

http://www.italiapedia.it/

https://it.wikipedia.org/

http://liscianoniccone.infoaltaumbria.it/

 

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