Castello di Magrano – Gubbio (PG)

Bellissima struttura immersa nella pace dei boschi e del meraviglioso paesaggio collinare dell’Alto-Chiascio, sapientemente ed intelligentemente restaurata dal Dott. Remo Giunta proprietario della tenuta che ringrazio per la sua squisita cortesia e disponibilità.

 

Cenni Storici

Fabbrica difensiva che risale al XIII secolo, edificata sommità di un colle lungo il Chiascio, costituì nel Medioevo il baluardo della difesa eugubina verso Perugia insieme ai castelli di Colpalombo, Torre di Carlo, al castello di Caresto e di S. Stefano de Arcellis.
La prima notizia sulla località risale al 1277 quando Nicoluccio di Andrea vende a Rubino e Riguccio, figli di Ubertino Gabrielli, il castello di Portole con la cerchia di mura, la torre e gli edifici, la giurisdizione, il pedaggio e due parti delle terre, entro i confini specificati, al prezzo di 2230 lire, di cui 1180 in contanti e le restanti 1050 di terre di piena proprietà e avute in affitto situate a Magrano, Santa Croce e Isola.
In un atto di compravendita datato 30 settembre 1368 compare un venditore “de Villa Magrani” sotto il comitato eugubino, che ci fa capire che la località, a quella data, era ancora classificata come Villa.
In un documento del 27 dicembre 1384, invece, viene classificato come “Fortilitium”, quindi era già stato fortificato.
Il 7 ottobre 1390 Gioacchino e Melchiorre, signori di Magrano, promisero, facendo atto di sottomissione, di mantenere fedele il castello e il palazzo al conte Antonio da Montefeltro, divenuto nel 1384 signore di Gubbio.
La promessa durò poco, infatti nel 1391 Melchiorre non accettò passivamente questa situazione e si ribellò insieme ai castelli di Serra Brunamonti palazzo d’Achille e Santo Stefano schierandosi a favore di Carlo Malatesta.
Magrano, pertanto, subì una dura rappresaglia, ma la difesa approntata fu talmente valida che ai fanti del Montefeltro, guidati dal conte Galasso, fratello di Antonio, non rimase altro che distruggere il mulino.
Il castello di Magrano passò poi sotto la giurisdizione dei Duchi di Urbino i quali nel 1431 inviarono con le mansioni di castellano Pietro Bartoli di Gubbio, nel 1462 Perus Betti e nel 1477 Francesco Raffaelli.
Nel 1447, il duca d’Urbino, Federico da Montefeltro ne fece signore uno degli uomini più importanti di Perugia, il giurista Benedetto di Peduccio Barzi, lettore nello Studium perugino.
A partire dal 1508 divenne proprietà di Francesca Bartolini dei conti di Biscina, che aveva sposato nel 1526 Giovanni Maria I Della Porta.
Dopo la morte di Giovanni Maria I, Magrano passò all’erede Giulio I Della Porta maggiordomo di Francesco Maria II della Rovere.
Alla morte di Giulio II Magrano passò ai Conti di Carpegna, parenti dei vescovi eugubini Pietro e Ulderico; quest’ultimo era succeduto al fratello e aveva istituito a Gubbio il tribunale dell’Inquisizione.
Intanto sul finire del secolo XVII, il castello fu oggetto sia all’interno che all’esterno di alcuni lavori di restauro e ristrutturazione tra cui il portale di ingresso e lo scalone che conduce ai piani superiori.
E’ probabile che i Carpegna si siano affidati al capomastro eugubino Carlo Perugini coadiuvato dallo scalpellino Biagio Vantaggi, in quanto i due artigiani stavano lavorando in quel periodo proprio per la famiglia comitale realizzando il grandioso edificio nel borgo di Carpegna.
Il Vantaggi, infatti, fornì le pietre squadrate per i pilastri, gli archi dei sotterranei, gli stipiti di tutte le porte esterne e interne, le cornici delle finestre, gli zoccoli esterni, le bugne degli spigoli e del portale.
Nel 1751 il conte Antonio di Carpegna Gabrielli signore di Magrano, chiese al vescovo di Gubbio monsignor Giacomo Cingari il permesso di costruire una chiesa dedicata a San Filippo Neri, nella parrocchia di Sant’Angelo di Carbonesca, che fu edificata e benedetta nel 1753.
Nel 1761 chiese il rinnovo della bandita di caccia e pesca per il castello di Magrano che ospitava durante stagione venatoria gli esponenti della nobiltà romana ed eugubina per divertenti battute.
Dai Carpegna Gabrielli Magrano passò ai figli di Giulia Bonaparte sposata nel 1847 con Alessandro Del Gallo di Roccagiovine.
Il marchese Luciano del Gallo di Roccagiovine – che fu anche Senatore del Regno durante la Prima Guerra Mondiale – provvide al parziale consolidamento del castello con interventi abitativi al suo interno.
Per il matrimonio tra la figlia Zenaide di Roccagiovine e Francesco Giunta, il castello passò al figlio Luciano Filippo Giunta che provvide alla parziale ristrutturazione della Torre con ripristino delle relative finestre ad arco di epoca medioevale.
 

Aspetto ed uso attuale

L’antico maniera è stato recentemente restaurato con grande capacità nel rispetto della sua secolare vicenda storica e ad oggi adibito ad attività ricettiva turistica dispone di dodici camere e un appartamento.
La costruzione al centro una vasta tenuta agricola e di una riserva di caccia incontaminata, è stata più volte ampliata e adattata in base alle esigenze abitative delle varie epoche.
Oggi si presenta come un massiccio e superbo palazzo residenziale immerso in un parco lussureggiante, su cui svetta una massiccia torre quadrata coperta, dalla quale si domina il percorso che anticamente, attraversando il Chiascio, portava Perugia, inoltre presenta un altro edificio e l’antica foresteria, nonché il vecchio mulino che è tutt’ora esistente.
Nel suo interno, occupato da alcuni eleganti saloni, spiccano tre grandi camini, uno dei primi anni del ‘600 e gli altri due di epoca più tarda.
Il primo porta inciso sull’architrave il nome di Cola di Colano Bartoni e potrebbe provenire dall’abitazione di Cola Bartoni di San Pellegrino, figlio di Colano, e realizzato dai Lucesole, maestri lapicidi del castello di San Pellegrino.
Gli altri due, uno dei quali di grande imponenza e ottima fattura, recanti lo stemma dei Marioni, furono realizzati per l’abate Lattanzio Marioni e da questo passati ai Carpegna.
A disposizione dei clienti si trovano un biliardo, una sala da pranzo, un salotto, angoli dedicati alla lettura, una cucina attrezzata, due bagni di servizio, piscina con spogliatoio e docce, parcheggio, parco con campo da bocce, TV, lettore DVD, lettore CD e WiFi gratuito in tutta la struttura; inoltre è possibile svolgere visite guidate dell’azienda faunistico-venatoria (con la presenza di svariati caprioli, daini, cinghiali, lepri e fagiani), assistere alla ricerca e raccolta con cani addestrati dei pregiati tartufi bianchi e neri, ed effettuare la pesca sportiva sul fiume Chiascio.
 

Fonti documentative

D. Amoni – Castelli Fortezze e Rocche dell’Umbria – Quattroemme 2010
P. L. Menichetti – Castelli, Palazzi fortificati, Fortilizi, Torri di Gubbio dal sec. XI al XIV – 1979

http://www.castellodimagrano.it/

 

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