Cenni storici
Il borgo sorge su una collina vista lago in prossimità di antichi insediamenti preistorici ed Etruschi, in antichi documenti viene chiamato “Mons Fontanus“, “Monte di Fontegiano” e “Fontegiano” forse per la presenza di un fonte dedicato al dio Giano in epoca romana, appellativo che conservò fino al secolo XVII.
In origine fu solo un piccolo agglomerato di case dei pescatori che costeggiavano una ripida scalinata, solo più tardi, ai primi del ‘300, il paese fu dotato di una cinta muraria e di una rocca, trasformandosi in vero e proprio castello con stradette radiali, che fanno pensare a pianta romana.
Per la sua posizione di confine fu particolarmente ambito e la storia racconta che per ben sette volte si dovettero restaurare le fortificazioni e le mura.
Nel 1278 la comunità di Monte Fontegiano si sottomise al comune di Perugia che provvide a fortificarlo e nel 1312, durante il nefasto passaggio di Arrigo VII, vi era già una ben munita rocca, con guarnigione scelta, che per l’occasione ebbe aumentato il soldo.
Nel 1363 alcuni nobili fuorusciti perugini, con a capo Alessandro Vincioli, scacciati da Tuoro, la occuparono, la munirono più che poterono, si affidarono al venturiere Pancia, ma furono sopraffatti e vennero uccisi sul posto, tanto che una via del paese da allora ha preso il nome di “via della Strage“.
Vari combattimenti si susseguirono nel 1373, tanto che nel 1403 furono necessari lavori di ripristino alla fortezza.
Anche Braccio da Montone tentò un assalto alla fortezza prendendolo d’assedio nel 1410 con duemila cavalli e con il supporto di alcuni paesani, ma alla fine decise di desistere dall’impresa e se ne andò.
Vista l’importanza strategica del castello, il Governatore di Perugia, nel 1428, fece trasformare la torre in fortilizio inespugnabile.
L’anno dopo, per la terribile pestilenza che si era sviluppata nella città, fu occupata da cinquanta fuorusciti, che, complice il parroco, tentarono nottetempo di scalare le mura, senza successo.
Furono tutti impiccati su rozze forche lungo la strada; si salvò un dotto monaco, per il quale Martino IV chiese la consegna, ma gli fu messo il cappio sulla finestra del palazzo dei Priori di Perugia.
Nel 1432 alcuni abitanti del paese tradirono la città di Perugia e cercarono di consegnare il castello al capitano fiorentino Frogia che innescò un violento combattimento e una strenua resistenza alle truppe perugine, le quali, avuta la meglio, giustiziarono tutti a tappeto.
Anche in questo caso la fortezza subì dei danni, tanto che i Priori Perugini nel 1446 stabilirono di esonerare dalle gabelle metà dei fuochi presenti per riparare le mura.
Due anni dopo, certi Gentile e Antoniaccio, cittadini locali, tentarono di farsi padroni del castello: Gentile fu impiccato e Antoniaccio fuggì a Cortona.
Un nuovo abbuono delle tasse ci fu nel 1451 e nel 1457 per la riparazione della Torre, ma non fecero in tempo a finire l’opera che le truppe fiorentine nel 1479 assaltarono e saccheggiarono questo e altri castelli.
Nel 1566 entrò in vigore la Costituzione per il Trasimeno, voluta da Pio V e Monte del Lago fu la sede del Governatore; la rocca fu riattata a prigione, dove si dava il supplizio della corda ai contravventori, ai contrabbandieri e trasgressori delle norme sulla pesca, fu tale fino al 1822.
Il re Lodovico di Baviera amava questo posto tanto che fu più volte ospite dei Florenzi e nel 1823 addirittura vi restò dal 14 al 17 giugno e tale visita fu omaggiata con luminarie, regate, areostati, bande e feste popolane.
Lo stesso Florenzi, amministratore del Lago, fece costruire la carrozzabile nel 1822.
Fra i personaggi famosi che qui pare abbiano avuto i natali, c’è Bartolomeo Borghi, geografo e patriota morto in esilio nel 1821.
Fra le famiglie nobili che qui avevano la loro dimora si ricordano i Danzetta e i Pompili, e fra di loro si distinsero Giuseppe Donzetta e Giuseppe Pompili combattenti nelle guerre d’Indipendenza.
Alla famiglia Pompili apparteneva Guido Pompili, senatore, uomo politico e grande difensore degli interessi del lago tra la fine dell’Ottocento e i primi del Novecento, che nell’amatissima Monte del Lago passò lunghi periodi assieme alla moglie, la poetessa Vittoria Aganoor.
La figura di Guido Pompili, uomo politico, è stata di fondamentale importanza per tutta la zona del Trasimeno, basti pensare che si batté con tutte le forze, e con successo, contro chi voleva prosciugare il Trasimeno.
Fra le feste tradizionali del paese va ricordato che il giorno del patrono Sant’Andrea, 30 novembre, secondo una antica tradizione dei pescatori, c’è la benedizione del Lago, lungo le mura castellane, fino al limite della riva; il sacerdote, volgendosi prima a nord e poi a sud (cerimoniale rigido), invoca la grazia di Dio sulle acque.
Il sacerdote non dev’essere di nessuno dei paesi rivieraschi, perché la benedizione non favorisca qualcuno.
Aspetto
Tutto il paese è una loggia sul Lago, già centro peschereccio ed ora turistico e balneare.
Quello che rimane dell’antico castello è rappresentato da un torrione che ancora intatto si trova all’ingresso dell’abitato, da una ripida via centrale, e da una serie di scalinate che scendono verso le acque del Trasimeno, dove si trovavano le mura a picco sul lago costruite a difesa del luogo nel 1312, quando Enrico VII discese in Italia.
All’interno del paese sopravvive ed è ancora attivo un forno collettivo, uno dei pochi ancora rimasti in Umbria.
La chiesa parrocchiale di Sant’Andrea risale al 1300, della stessa epoca del castello in essa si trovano affreschi senesi del ‘400 ed una ceramica del 1608.
Il Torrione
Questo possente torrione a pianta pentagonale, o a “becco di sprone” come meglio si indica, ubicato all’ingresso orientale del castello di Monte del Lago, in corrispondenza della porta principale di accesso, ha costituito negli ultimi secoli del medioevo il principale caposaldo difensivo del suo sistema di fortificazioni.
Già attestata a inizio Trecento, in corrispondenza del passaggio dell’imperatore Enrico VII, la Rocca segue nella sua foggia attuale i dettami dell’arte militare della prima metà del secolo successivo e fa certamente parte delle opere di fortificazione promosse e finanziate dal Comune di Perugia, poi trasformate nella consistenza di uno stanzone a tre livelli, un vestibolo e una piccola corte, in un rifugio di guardie e prigione.
Con l’emanazione della Cedola di papa Pio V nel 1566, Monte del Lago diventò sede del Governatore del Trasimeno e della Reverenda Camera Apostolica; la Rocca, residenza dell’affittuario dei diritti di pesca, serviva per amministrare la giustizia verso i trasgressori delle costituzioni del lago, funzione che conserverà fino a metà Ottocento.
Villa Aganoor Pompilj
Villa Aganoor Pompilj è il luogo più rappresentativo della vita della poetessa italiana di origini armene Vittoria Aganoor (Padova, 1855 – Roma, 1910) e del marito il deputato Guido Pompilj (Magione, 1854 – Roma, 1910), e porta con sé l’eco di alcune delle principali vicende storico-politiche, non soltanto italiane, tra fine Ottocento e inizio Novecento.
L’edificio fu realizzato attorno alla metà del XIX secolo da Giuseppe Pompilj, padre di Guido, accorpando alcune case d’affitto e demolendone altre per far posto al giardino, come centro amministrativo della grande tenuta di circa 200 ettari che la famiglia possedeva nella zona.
Detta anche Villa Alta per la sua posizione dominante sulla sponda orientale del Trasimeno, si presenta come una struttura composta da diverse unità di differenti altezze, a pianta irregolarmente rettangolare, esito ultimo della complessiva riorganizzazione in tenuta padronale e di rappresentanza.
La Villa rappresentò il fulcro dell’intensa attività artistica e letteraria di Vittoria Aganoor, da molti considerata la più grande poetessa italiana della Belle Époque: l’elegante altana che sormonta il palazzo, i terrazzino detto “della poetessa” che consente di godere di una magnifica vista sul lago, l’elegante parco, dominato da una magnolia monumentale, costituiscono altrettanti “luoghi letterari” celebrati nei versi aganooriani e ricordati nelle memorie e nelle lettere della brillante società in visita.
Amore fin dopo la morte
Guido Pompili, di antica famiglia con possedimenti nella zona di Monte del Lago uomo politico importante, e di fondamentale importanza per tutta la zona del Trasimeno, amava il suo lago come lo amava sua moglie, Vittoria Aganoor, poetessa e scrittrice.
Vittoria, armena d’origine, non bellissima ma passionale e dotata di sguardo profondo e fascino magnetico, s’era sposata all’età di 46 anni con Pompili, che aveva un anno meno di lei, un animo tempestoso e baffi biondi.
Vittoria era una donna coltissima ed intelligente, con una rete di contatti nel mondo intellettuale italiano ed europeo, Guido, figlio di un padre che aveva avuto un ruolo attivo nel Risorgimento, era un uomo di mentalità aperta e perseguiva ideali di giustizia sociale.
Fu, il loro, un amore ed un sodalizio profondo; la morte neanche riuscì a separarli, infatti quando Vittoria venne a mancare in una clinica romana dopo un intervento per un male incurabile, Guido Pompili si uccise sul letto di morte della moglie, sparandosi un colpo di pistola.
Villa Schnabl
Fra le dimore storiche del paese non si può dimenticare Villa Schnabl, sorta sulle antiche mura del borgo, in posizione dominante sul Trasimeno, come dimora di campagna della famiglia Danzetta Alfani, passata poi ai conti Oddi Baglioni, fu acquistata nel 1898 da Riccardo Rossi Schnabl (Perugia, 1872 – Roma, 1955), musicologo, appassionato di lirica ed amico fraterno di Giacomo Puccini, che la ridisegnò in stile liberty austriaco facendone una sorta di tappa obbligata per tanti esponenti della cultura e dello spettacolo tra Otto e Novecento.
Uomo colto, raffinato, poliglotta, Schnabl fu personaggio di levatura internazionale che, tornato in Italia da Buenos Aires ancora giovanissimo ma già molto ricco, scelse di vivere intensamente gli anni della Belle Époque, frequentando i più prestigiosi alberghi d’Italia e d’Europa per poter seguire sistematicamente spettacoli e protagonisti del melodramma, del quale divenne conoscitore profondo e critico apprezzato.
L’edificio, dall’aspetto massiccio, presenta una pianta rettangolare, e si sviluppa su tre piani ed un piano terra parzialmente seminterrato, con prospetti rivestiti da bugnato liscio, lesene e paraste angolari e finestre contornate da cornici a rilievo con coronamento variabile ad ogni piano, giardino pensile, completamente progettato nei primi anni del Novecento, è sorretto da un alto muro che si sviluppa lungo l’antica strada inglobata nella pertinenza della villa; la sua caratteristica principale è la presenza di varie essenze vegetali come la palma e l’oleandro, che gli conferiscono un aspetto mediterraneo, propriamente da riviera.
Fonti documentative
Cartellonistica in loco
Mario Tabarrini – L’Umbria si racconta Dizionario E-O – 1982 (A. MARIOTTI – Memorie dei castelli… perugini – ms. Augusta – Pg; T. BARTOCCIONI – Castelli e Isole del Trasimeno – 1980).
Luciano Festuccia – Guida al Lago Trasimeno ed al suo territorio – 2002
GAL Trasimeno Orvietano – AAVV – Trasimeno tra acqua e terra Storie di uomini, arte, cibi e vini Guida per viaggiatori di ogni tipo – 2004
GAL Trasimeno Orvietano – “Ascolta. . . ti racconto il Trasimeno” Guida turistica per giovani viaggiatori – 2003
Mappa
Link alle coordinate: 43.145098 12.161342