Castello di Montecchio – Nocera Umbra (PG)

Il castello è proprietà privata, e nella parte recuperata, vive un pastore sardo che usa a pascolo i terreni circostanti. Si può accedere con il suo consenso.

 

Cenni Storici

Il Toponimo ha chiaro significato di monticello, collina e gli appellativi con cui era citato variano a seconda delle epoche storiche: ” Monteclum” nel 1140, “Montechium” nel 1462, “Monticulum” nel 1528.
Castello di poggio Montecchio (alt. m 676 s.l.m.), posto in posizione strategica al confine del territorio nocerino lungo la strada per Perugia, dista 12 km dal capoluogo Nocera in direzione nord-ovest.
Grazie allo scosceso colle su cui sorge era ben difeso e dalla sua posizione poteva agevolmente controllare tutta la valle ai suoi piedi.
I collegamenti visuali sono a nord con il castello di Morano in territorio gualdese, ad est con quelli di Boschetto e Colle, a sud con il castello di Lanciano, mentre ad ovest, dove le colline sono più alte, è probabile che i collegamenti con il versante opposto fossero assicurati da una torre.
Lungo il lato nord del colle di Montecchio passa la strada che, proveniente dalla Flaminia, conduceva in territorio perugino e dalla quale una diramazione sale fino al castello.
Un’altra strada, oggi ridotta a mulattiera, conduceva poi ad Assisi lungo una stretta valle a sud dell’insediamento.
La pianta originale del castello è impossibile da ricostruire a causa dei troppi rimaneggiamenti subiti nel corso dei secoli.
Lo studio della mappa catastale moderna comparata con quella pontificia e il sopralluogo permettono comunque di avanzare alcune ipotesi.
La cinta muraria presenta delle lacune sul lato ovest ma è ricostruibile per gli altri lati.
Partendo da nord-ovest, dopo un breve tratto isolata, coincide con il lato esterno di un edificio dove sono ancora visibili delle feritoie ora chiuse.
Oltrepassato l’edificio, resti sostanziosi testimoniano l’andamento curvilineo delle mura che salgono verso una torre posta sul lato est.
Questa, di pianta quadrata, misura m 5X5 è alta attualmente circa sei metri ed è ostruita parzialmente da una capanna moderna sul lato nord.
Proseguendo dopo la torre, la cinta muraria coincide per un tratto con la parete est di un fabbricato. Questo grande edificio di forma irregolare ha subito moltissimi rimaneggiamenti e tra le tante aperture recenti si notano pure delle feritoie e uno scolo dell’acqua con pietre messe a scivolo che sono originali.
Sullo spigolo attaccato alla torre prima descritta, per circa tre metri, il muro presenta una tamponatura che fa pensare ad un accesso poi murato.
Proseguendo, dopo alcuni metri, le mura sono semidistrutte e raggiungono l’angolo sud-ovest dove c’è un altro contrafforte messo a sperone. Girato l’angolo esse continuano per circa 15 metri parzialmente occultate da una aggiunta posteriore e molto rovinate sulla sommità.
Le tracce poi si perdono sul lato ovest.
Sull’accesso originale al castello si possono fare due ipotesi: forse si trovava ad ovest, oppure, secondo la tipologia comune a molti altri castelli del territorio, sul lato opposto ad est per costringere a passare prima sotto un lungo tratto di mura.
Il castello può essere suddiviso in due zone: da una parte l’isolato, e dall’altra le rimanenti costruzioni.
Le facciate di queste sono state completamente rifatte e di interessante hanno solo due portali, uno piccolo in pietra e l’altro più grande in mattone, che sembra però posteriore al primo ed è ora richiuso.
L’isolato nella carta pontificia appare rettangolare con un dente sull’angolo nord-est. Le facciate sono state modificate con aperture recenti di porte e finestre, sul lato ovest, oltre alle prospicienze aggiunte che si notano nel catasto moderno, è stato richiuso un grande arco in pietra.
Sul lato opposto, oltre alle solite aperture e rifacimenti si trova una porta con arco a sesto acuto in pietra che introduce in quello che è sicuramente l’elemento più bello e meglio conservato del castello.
Si tratta di un grande ambiente che occupa tutto il pianterreno per una lunghezza di circa dieci metri. La stanza interamente in pietra con volta a botte, rinforzata posteriormente al centro con una colonna e due archi in mattone, ha funzionato per anni come cantina e sono quindi presenti degli elementi in muratura che ne hanno parzialmente coperto le pareti insieme ad alcune aperture poi richiuse.
Oltre alle feritoie citate nella descrizione delle mura a nord, e all’arco ora richiuso ad ovest si nota anche una piccola apertura sul lato sud raggiungibile con una scala asportabile per salire ai piani superiori.
L’arco posto ad ovest e l’ampiezza dell’ambiente fanno pensare a qualche funzione particolare, magari alle scuderie del castello, comunque l’ipotesi, anche se affermazioni certe non si possono fare, è che questo edificio fosse il cassero.
 

Chiesa

L’attuale chiesa dedicata a S.Giorgio, gravemente lesionata non presenta elementi interessanti.
Il titolo non compare nelle “Rationes decimarum” del 1333-1334, è invece presente nel “liber beneficiorum” del 1528 e viene ricordata nelle visite pastorali del sec. XVI come oratorio.
 

Fonti documentative

Tesi di Laurea di Francesco Sorbelli – “I castelli del contado nocerino: tipologie insediative e problemi di recupero”.
 

Nota

La galleria fotografica inerente la chiesa di San Giorgio è stata realizzata in collaborazione con Francesco Brozzetti.
 

Da vedere nella zona

Castello di Lanciano
Abbazia di San Biagio
 

Mappa

Link alle coordinate

Lascia una risposta

L'indirizzo email non verrà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

È possibile utilizzare questi tag ed attributi XHTML: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <strike> <strong>