Castello di Monterubiaglio – Castel Viscardo (TR)

Monterubiaglio è un piccolo e suggestivo borgo collinare posto su un declivio dominante la valle del fiume Paglia, il suo territorio è ricco di acque termali e offre angoli di rara bellezza naturalistica: oliveti, vigneti, magnifici boschi sono gli indiscussi protagonisti di questi luoghi.

 

Cenni Storici

Nasce forse come insediamento lungo la pista che collega Chiusi con Orvieto, a guardia del ponte sul fiume Paglia, ove fu costruita una torre di osservazione sulla rossa collina chiamata “Mons Rubia” che diviene un pagus o vicus etrusco.
Nel 209 a.C. i Romani ampliano la fortificazione che in età antoniniana diviene castrum con la nascita di un centro abitato a supporto della guarnigione di stanza.
Subisce, con alterne vicende, gli assalti dei Galli, dei Visigoti nel 408 e 410, degli Unni nel 451, degli Eruli nel 476, degli Ostrogoti nel 489 e dei Bizantini nel 535, che per decenni si alternano nel dominio del luogo, dei Longobardi nel 568, dei Franchi nel 774, dei Saraceni dal 842 al 914, degli Ungari dal 915 al 937, dei Teutonici nel 962.
Forse fin dall’anno 809 diviene feudo di Rodorico Monaldo, amico di Carlo Magno e con lui sceso in Italia nell’anno 800 per combattere i Longobardi.
Da Rodorico Monaldo discende la potente casata dei Monaldeschi.
Le prime notizie certe sulla Comunità di Monterubiaglio si hanno in un catasto del territorio orvietano del 1262; il piccolo borgo, infatti, sviluppatosi a ridosso del castello trecentesco Monaldeschi della Cervara, nacque inizialmente come avamposto difensivo della città di Orvieto.
Nel 1503, Monterubiaglio fu saccheggiato dalle bande di ventura di Cesare Borgia.
Nel 1611 si dota di un suo statuto, redatto dalla comunità e approvato daGiacomo Monaldeschi della Cervara, signoredel castello.
Dopo il 1650 passò alla famiglia Lodovisi di San Casciano, poi ai conti Negroni e, in ultimo, ai Giberti-Macioti.
Nel 1674 Monterubiaglio conta “254 abitanti, di cui 138 uomini e 116 donne, che formano 60 famiglie, di cui 45 intra castrum e 15 extra castrum; 3 sono le chiese, 4 le cappelle ed 1 l’oratorio“.
Nel 1816 era un luogo baronale, compreso nel Governo distrettuale di Orvieto.
Nel 1817, invece, divenne appodiato, insieme a Benano e Castel Viscardo, della Comune di Castel Giorgio, unita ad Orvieto, luogo di residenza di governatore, e compresa nel Distretto di Orvieto della Delegazione di Viterbo.
Nel 1825 Monterubiaglio era abitato da 283 persone.
Al momento del riparto amministrativo del 1827 era una comunità soggetta alla podesteria di Castel Viscardo, compresa nel Distretto di Orvieto nella Delegazione di Viterbo e Civitavecchia.
Nel 1858 Monterubiaglio divenne comune autonomo, unito alla residenza governativa di Orvieto, nella provincia omonima.
Nel Regno d’Italia fu ancora comune, compreso nella Provincia dell’Umbria.
Il comune è stato soppresso con decreto reale del 14 agosto 1879 e, quindi, aggregato nuovamente a quello di Castel Viscardo, di cui è ancor oggi frazione.
 
 
 

Castello Monaldeschi della Cervara

Il Castello Monaldeschi della Cervara è ben conservato e mostra struttura quadrangolare con torri angolari.
Nel castello, come in tutti quelli che si rispettano, pare che nelle notti lugubri s’aggiri il fantasma di Giovanni Rinaldo II Monaldeschi, assassinato per ordine della Regina Cristina di Svezia nel 1654.
Ora non è visitabile, in quanto di proprietà privata.
 
 
 

Chiesa di Sant’Antonio Abate

Costruita come pieve nel IX secolo, forse sulle rovine di un tempio di Ercole, i cui marmi si dice furono utilizzati per la costruzione del duomo di Orvieto, è inizialmente dedicata a San Lorenzo.
La chiesa originaria è stata interamente ricostruita dai Monaldeschi dopo il 1264 e prima del 1290. Dedicata a San Bartolomeo come rilevabile dal catasto del contado di Orvieto del 1292, aveva in comune con il precedente edificio solo le fondamenta, prolungate di quasi quattro metri per collocare il presbiterio.
Nel corso dei secoli subisce varie ristrutturazioni e mutamenti nella dedica, prima a San Giovanni Battista e Sant’Antonio Abate, poi a San Giovanni Evangelista e Sant’Antonio Abate e, infine, al solo Sant’Antonio Abate.
Per motivi di capienza è completamente ricostruita, in stile neogotico, tra il 1873 ed il 1895 ed ancora ampliata nel 1934.
Nell’imponente restauro eseguito tra il 2004 ed il 2005 sono emersi, a due metri di profondità dall’attuale pavimento, i contorni murali delle antiche pievi con lacerti di affreschi del XIII secolo nell’abside.
 

Aspetto esterno

La Chiesa di Sant’Antonio Abate, collocata al centro dell’antico borgo, è parte integrante del suo tessuto edilizio ed ha una piazza antistante di dimensioni fin troppo limitate.
Il prospetto principale, rivestito in cotto, rielabora in forma stilizzata i motivi cari allo stile gotico; il portale ogivale, incorniciato da elementi modulari e con lunetta scolpita, il rosone finemente decorato, le mensole a sbalzo di coronamento ed il cornicione, quindi tutti gli elementi decorativi, sono anch’essi realizzati in laterizio.
Nelle mura del campanile sono incastonati i bassorilievi degli stemmi nobiliari.
 

Interno

Internamente l’impianto si presenta a croce greca, con tre navate e presbiterio sollevato di due gradini; lo spazio è racchiuso da pareti laterali semplicemente intonacate.
Il partito decorativo composito corona e sottolinea il susseguirsi delle campate, definite da ampie arcate, a sesto acuto come quelle di passaggio tra le navate, con bifore luminose sopra la cornice, crociere costolonate e decorate come l’intero catino absidale.
La finestra centrale posta sull’abside è dominata dall’immagine dell’Agnus Dei che protegge un ponte decorato, scoperto dopo il restauro compiuto a seguito del terremoto che danneggiò la chiesa nel 1695.
Nell’altare principale Madonna col Bambino, Sant’Antonio Abate e Santa Barbara, opera firmata e datata 1891 di Annibale Ubertis.
Nell’imponente restauro eseguito tra il 2004 ed il 2005 sono emersi, a due metri di profondità dall’attuale pavimento, i contorni murali delle antiche pievi, con lacerti di affreschi del XIII secolo nell’abside.
I resti delle due antiche chiese di San Lorenzo e di San Bartolomeo, sono visibili attraverso una copertura in vetro antisfondamento inserita nel nuovo pavimento.
Dal 1652 vi si celebra, in agosto, la festa in onore della Madonna Assunta, con la processione che vede come protagonista la statua in legno di pero realizzata dallo scultore Ippolito Scalza.
 
 
 

Ponte Giulio

Nei pressi di Monterubiaglio sono visibili pochi resti del ponte de subtus, costruito nell’anno 88 a.C. e distrutto dall’impeto del fiume Paglia nell’anno 362; oggi sono rimasti i soli resti dell’opus caementicium poiché i Romani, per ridurre i tempi della ricostruzione, riutilizzano le pietre squadrate per edificare ponte Giulio alcuni chilometri più a sud.
Questo secondo ponte è stato utilizzato dal 363 fino al 1695, quando il fiume Paglia devia il proprio corso a causa del violento terremoto dell’11 giugno.
Oggi fa imponente mostra di sé, e delle proprie forme architettoniche, in aperta campagna, a seicento metri dal fiume.
Nei pressi erano anche le Terme di Tiberio, di cui oggi non rimane quasi nulla.
 

Curiosità

Dei Conti Negroni, signori di Monterubiaglio, si ricordano Giovanni Battista Negroni (1647 – 1730), alchimista sfuggito miracolosamente al rogo della Santa Inquisizione nel 1689.
Andrea Negroni (1710 – 1789), cardinale, fu il candidato al soglio pontificio della corona francese e di quella spagnola nel conclave che poi elesse Pio VI.
Ludovico Negroni (1825 – 1857)fu uno dei capi, insieme a Giovanni Battista Falcone ed a Giovanni Nicotera della sfortunata spedizione di Carlo Pisacane a Sapri e il primo a essere ucciso nello sbarco.
Probabilmente anche il conte Camillo Negroni (1868 – 1934) ideatore del famoso cocktail, discende da tale famiglia.
 

Fonti documentative

Monterubiaglio, storia e cronaca di un piccolo paese intorno al suo castello
Monte Rubiaglio nei secoli – Sandro Bassetti

http://siusa.archivi.beniculturali.it/cgi-bin/pagina.pl?TipoPag=prodente&Chiave=45839

http://web.cheapnet.it/acmr/index.html

http://www.chieseitaliane.chiesacattolica.it/chieseitaliane/schedacc.jsp?sinteticabool=true&sintetica=true&sercd=87191#

http://www.morettigianiarchitetto.it/chiesa-di-santantonio-abate-monterubiaglio-tr/

https://umbriasud.com/2015/01/10/negroni-eroe-con-pisacane-ma-la-gloria-la-trovo-il-nipote-al-bar/

 

Nota

La galleria fotografica ed il testo sono stati realizzati da Silvio Sorcini.
 

Nota di ringraziamento

Si ringrazia la Diocesi di Orvieto – Todi per la disponibilità e per aver concesso le autorizzazioni alla pubblicazione delle foto degli interni della chiesa.
 

Mappa

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