Castello di Monticello – Todi (PG)

Secondo un’antico detto popolare chi andava a Monticello alla festa di Sant’Arnaldo o trovava marito o trovava moglie.

 

Cenni Storici

Il castello, antica proprietà della famiglia Astancolle, sorge su un piccolo colle.
Secondo il Mancini il nome Monticello è dovuto alla modesta collinetta (monticulus) sulla quale sorge il castello.
Nel 1426 il castello fornì rifugio ai ghibellini degli Astancolle, nel 1499 ospitò i seguaci di Altobello Chiaravalle, la fazione guelfa di Todi paventando complotti ed aggressioni, si armò e cercò di distruggere il castello, cosa che non avvenne per il fatto che i soldati degli Astancolle, saputo del pericolo, fuggirono in tempo.
Subito dopo i guelfi di Todi, e più precisamente gli Atti, presero possesso del feudo.
Poco rimane oggi dell’antico castello, c’è tutt’ora una torre detta dai paesani “Antana” che ricorda nel nome la nobile famiglia Astancolle.
Della originaria chiesa, dedicata a San Nicolò, rimane soltanto qualche porzione di muratura accanto al sacro edificio più recente, che conserva lo stesso titolo.
Nella Chiesa parrocchiale di Monticello “sotto il titolo di S. Nicolò“, evidentemente presente nel precedente edificio, con decreto di “Mons. Vescovo di Todi del 9 Marzo 1629” fu approvata e confermata l’erezione della Compagnia del Santissimo sacramento.
 
 
 

Chiesa di San Nicolò

La nuova Chiesa di San Nicola presenta una facciata intonacata, con coronamento orizzontale sormontato da tre timpani, il centrale leggermente più ampio.
La composizione del prospetto, più esteso in direzione orizzontale, è caratterizzata dal portale ligneo d’ingresso, con cornice in travertino, e dalla finestra rettangolare sovrastante.
Le pareti laterali sono in pietra a vista.
Sulla destra si trova la casa parrocchiale, mentre il campanile a vela in mattoni è collocato sul retro dell’edificio.
 

Interno

L’interno è a navata unica, intonacata e tinteggiata, coperta con volta a botte unghiata, sviluppata su tre campate, sorrette da sottarchi poggianti su paraste tuscaniche; sui fianchi dell’aula si aprono sei profonde nicchie, anch’esse voltate a botte, tre di esse ospitanti altari; il presbiterio, sollevato di un gradino e coperto a botte ribassata, termina in un’abside quadrata.
L’altare maggiore si presenta in marmi policromi, mentre dei laterali due sono in muratura ed il terzo con colonne in pietra su pedana lignea.
 
 
 

Chiesa di Sant’Arnaldo

Nei pressi di Monticello, sulla sinistra della Todi-Foligno, si trova la Chiesa di Sant’Arnaldo, la cui antica costruzione si fa risalire al periodo romanico, edificato, secondo una comune opinione, sopra ad un precedente tempio pagano di epoca romana.
Certo è che l’antica chiesa è documentata fin da secolo XIII.
Si pensa sia stata commissionata dalla famiglia dei Tuderte degli Atti.
Della primitiva struttura, per i continui rimaneggiamenti ed ampliamenti cui la chiesa è stata sottoposta attraverso i secoli, anche per rispondere alle impellenti necessità logistiche legate alle celebrazioni religiose e fieristiche, non rimangono comunque molte tracce.
 

Aspetto esterno

Quel che resta oggi un impianto campestre, realizzato in blocchi sbozzati di pietra calcarea, le pareti esterne si presentano in blocchi sbozzati di pietra locale calcarea, bianca e rosa.
In particolare, la facciata, a due spioventi, mostra chiari i segni delle trasformazioni avvenute nel tempo; la parete si presenta infatti formata da due porzioni sovrapposte, realizzate con materiale di diversa qualità: il paramento inferiore è più esterno, murato a cortina con elementi squadrati, il portale ad arco, con doppia cornice, affiancato da due finestrelle laterali, una monofora centrale e due finestroni superiori; quello sovrastante, presumibilmente una sopraelevazione più recente, leggermente arretrato, con conci sbozzati di minor qualità.
Il campanile a vela in mattoni, a un solo fornice e provvisto di campana, è collocato sul retro dell’edificio.
 

Interno

L’interno è ad aula unica, intonacata e tinteggiata, coperta a falde sorrette da capriate lignee.
Il presbiterio, sollevato di un solo gradino, si conclude nell’abside semicircolare, in pietra a vista, coronata da catino, con un’apertura centrale da cui si accede alla retrostante sacrestia; l’unico altare presente, collocato su una pedana, è in pietra.
Il culto di Sant’Arnaldo gode di una forte devozione popolare in queste zone, anche se non si conosce l’effettiva data di origine del culto.
Le origini di questo santo sono ignote, ignota la sua nascita, ignoto il papa che lo ha elevato all’onore dell’altare.
L’agiografia non ci aiuta molto perché di certo non ha fatto epoca, né con questo nome annovera alcun santo mentre ci sono vari Arnaldo beati vissuti in epoche diverse ma nessuno di questi corrisponde al nostro.
L’iconografia ce lo presenta con vesti da pastore e con un grosso bastone mentre a terra si scorge un cinto, il Santo è infatti invocato in quanto sembra possedere forti poteri taumaturgici invocati in particolare per la guarigione dell’ernia.
Oggetto di culto originario all’interno del santuario era una statua in seguito trafugata.
Oggi è sostituita da un quadro con Sant’Arnaldo nelle vesti di pastore in ginocchio davanti alla Vergine.
L’opera è stata trasportata di recente in un luogo più sicuro per il timore di nuovi furti.
 

Curiosità

La seconda domenica di settembre qui c’è una festa frequentatissima fin dall’antichità con celebrazioni religiose e fieristiche che si svolgono puntualmente ogni anno.
Anche oggi il culto, se pure in maniera minore, rimane molto vivo, e numerosi fedeli accorrono al santuario da diverse località dei dintorni, sia in processioni, comitive o singoli gruppi.
Una tradizionale forma di devozione al santo consisteva nel pregare passando sotto l’altare perché si diceva che lì fosse sepolto il santo.
Una pratica questa resa poi impossibile quando fra gli anni Sessanta e Settanta gli altari furono girati verso il pubblico dei fedeli.
Quello della chiesetta fu addirittura smantellato e sostituito con una tavola di marmo.
Nello stesso periodo anche le pareti che erano ricche di ex-voto e di riproduzioni delle ernie miracolate, ma poi furono “rimodernate” privando la chiesa di tali testimonianze.
Sulla fiera di Sant’Arnaldo c’è che anche un curioso detto popolare che recita: “Sant’Arnaldo delle cipolle, chi ci va ci piglia moglie, Sant’Arnaldo delle fico, chi ci va ci prende marito“.
In effetti una volta queste feste erano una delle poche occasioni di incontro per una gioventù che di svaghi ne aveva pochi.
Garantito che non è solo una tradizione popolare, i genitori di chi scrive si sono conosciuti proprio qui.
 

Fonti documentative

Todi e i suoi castelli di Franco Mancini
Todi e i suoi circuiti del paesaggio
L’acqua dei castelli di Massimo Rocchi Bilancini

http://www.parrocchiadicollevalenza.com/parrocchia/storia/storia_09.htm

http://www.chieseitaliane.chiesacattolica.it/chieseitaliane/

 

Nota

La galleria fotografica ed il testo sono stati realizzati da Silvio Sorcini.
 

Nota di ringraziamento

Si ringrazia la Diocesi di Orvieto – Todi per la disponibilità e per aver concesso l’autorizzazione alla pubblicazione delle foto degli interni della chiesa.

 

Mappa

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