Castello di Pietrafagnana – Pietrarubbia (PU)

Cenni Storici

Nell’anno 1161 un certo Rustichello di Tebaldo Ranieri donava al vescovo di Gubbio le proprie terre situate nel Montefeltro, precisamente a Lupaiolo e a Pietra Fognano. Nel 1216, durante la guerra di Rimini, fra i cavalieri al soldo di Buonconte da Montefeltro erano presenti Herro e Gualtieri di Pietra Fognano, cioè uomini liberi di quel luogo. Nel 1334, un atto del figlio del conte Taddeo da Montefeltro, del ramo di Pietrarubbia, risulta fatto ‘ad Petram Fagnanam Montis Feretri’. In un trattato di confinazioni fra Pietrarubbia e Castellacela di Carpegna fu presente il nobile conte Francesco di Pietra Fagnana, certamente un personaggio della casata feltresca. Scriveva lo storico locale Guerrieri, vissuto nel ‘600: ‘Sopra Pietra Rubbia si vede un altro Sasso a forma di Torre, che si chiama Pietra Fognano, luogo memorabile per il passaggio che vi fece S. Francesco, che predicò nel contiguo luoghetto che si chiamava Bolognino’. Con ogni probabilità tale denominazione derivava dal romitorio in cui si era ritirato un religioso di tale nome. Risulta infatti che nel un Fra Bolognino da Mercatello si convertì per merito della Beata Chiara di Rimini e si fece fraticello. Dunque lungo questa selvaggia dorsale c’erano tanti eremitaggi. Nel 1448 il conte Gianfrancesco Oliva di Piandimeleto sconfisse gli alleati di Federico da Montefeltro proprio in questa zona, detta ‘Pozzo (da intendersi poggio) Bolognino’. La conferma viene da una vendita fatta nel 1528 proprio a Poggio Bolognino. Da vari secoli tutto è tornato alla Natura, senza nemmeno più alcuna abitazione nelle vicinanze: ma su tutto il territorio vigila sempre quel Torrione che tutti chiamano ancor oggi Pietra Fagnana. I primi gruppi di uomini, forse cacciatori preistoria” o pastori transumanti, che salirono su da Lunano per la vallata del Mutino, verso quei due tavolati rocciosi che sono il Sasso Simone e Simoncello, videro dall’altra parte quel gigantesco dito puntato verso il cielo e dovettero rimanere colpiti da una tale meraviglia della Natura. Per di più da lì dietro nasceva il sole e nelle giornate di temporale spesso era colpito dai fulmini. E cosi gli attribuirono un significato sacro e magico, come ad un tempio delle divinità ali aperto. Nella antica lingua latina tempio era detto fanum’ per cui quella roccia ebbe l’aggettivo di ‘faniana’, trasformandosi poi in Pietra Fagnana. Ancor oggi al sorgere del sole fa un certo effetto. Di lontano la sagoma del massiccio sembra un castello con la sua forre. Da vicino ci si accorge che si tratta di una singolare conformazione rocciosa creato dalla Natura. A prima vista non si scorgono muraglie che rivelano la mano dell’uomo. Solo sulla cima e nella parte meridionale della rupe si sono individuati fori nella roccia e pezzi di coppi e mattoni come indizio di un antico insediamento abitato. In effetti le ricerche storiche hanno confermato che questo spalto è stato sede di un insediamento castellano e che il pinnacolo è stato utilizzato come torre.

Lungo la strada che conduce a Carpegna si può ammirare e visitare questo spuntone roccioso che rappresenta di certo una bizzarria cesellata dalla natura, ma sembra essere stata anche una fortificazione costruita dall’uomo. Infatti, anche se del Castello di Pietrafagnana non si hanno notizie precise, in un documento del XIV secolo riguardante le confinazioni, viene citato un certo signore di Pietrafagnana. Oggi comunque non resta nulla di questo presunto castello se non il ritrovamento di alcuni fori nella roccia nei quali probabilmente erano infilati dei travi architettonici. Pietrafagnana è anche una originalissima formazione geologica molto suggestiva, che ricorda un enorme dito per la sua particolare forma, legata ad alcune leggende popolari, punto panoramico di particolare rilievo. Oltre a rappresentare un’ interessante esperienza di visita, il complesso di Pietrafagnana è anche occasione di approfondimento e di didattica sulla geomorfologia dell’area.

I conglomerati messiniani di Pietrafagnana

Questi speroni conglomeratici che risalgono al periodo geologico del Messiniano superiore rappresentano l’ elemento geomorfologico e paesaggistico più rilevante e caratteristico di Pierafagnana. Si tratta di conglomerati a matrice arenacea, a volte marnosa, con intercalazioni di arenarie poco cementate. I processi naturali, come quelli dovuti all’azione delle acque dilavanti e ai fenomeni di disgregazione meccanica, hanno agito sulle rocce determinando il distacco dei singoli ciottoli che conferiscono al paesaggio un aspetto talmente “disordinato” da sembrare quasi sconvolto da eventi naturali catastrofici. Anche il borgo medievale di Pietrarubbia sorge su uno sperone formato dallo stesso conglomerato.

Per approfondimenti maggiori: www.comune.pietrarubbia.pu.it

 

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