Castello di San Pancrazio – Amelia (TR)

La struttura è di proprietà privata.

 

Cenni Storici

Il luogo era abitato fin dall’epoca romana, lo provano vari reperti rinvenuti nella zona, tra cui un’ara con dedica alla dea Iside, un’iscrizione lapidaria su ara con cui un soldato commemora, sciogliendo il voto, una grazia ricevuta forse proprio dalla divinità titolare dell’area sacra, due testine in ceramica, una di donna adulta e un’altra di uomo e un’epigrafe murata sulla chiesa.
L’origine del borgo di San Pancrazio si può far risalire al VI-VII secolo quando, per difendere l’antica via Amerina, un’arteria della via Cassia che poco a nord di Roma passava per Amelia e raggiungeva l’Adriatico, fu eretta una serie di torri, all’interno delle quali alloggiava un piccolo nucleo di soldati: una di queste fortificazioni era quasi certamente sita sul colle di San Pancrazio.
La costruzione di un castello sul colle di San Pancrazio, dotato anche di un centro religioso, risale, probabilmente, al X secolo.
Il primo documento relativo al borgo finora noto è datato al 1046-47 e nomina una canonica, in cui risiedeva un gruppo di sacerdoti.
In documenti successivi si continua a fare riferimento al castello che, nei secoli, raggiunse un discreto numero di abitanti.
Nel XIV secolo il Consiglio Generale di Amelia ordinava agli uomini di San Pancrazio di controllare la strada (distrutta nel XX secolo) che, provenendo da Penne, costeggiava San Pancrazio e proseguiva verso Amelia per il timore di attacchi da parte delle truppe dell’imperatore Ludovico il Bavaro, sceso in Italia per indebolire il potere pontificio.
Dopo il XIV secolo la rocca non è più menzionata: probabilmente il borgo medievale partecipò alle lotte tra le diverse fazioni che si contendevano il potere sul territorio Amerino, soprattutto nel periodo in cui i papi risiedettero ad Avignone (a partire dal 1305) e ne uscì distrutto.
Nel 1574 la canonica risulta distrutta.
Nel XVII secolo la chiesa fu restaurata, probabilmente nelle forme visibili ancora oggi.
Da un disegno del 1703-04 si deduce che il castello era ancora circondato di mura e dotato di porta d’ingresso.
Per lunghi anni il tutto è stato utilizzato come casale agricolo, divenendo sempre più degradato.
Dal 1999 la proprietà è stata acquisita del regista Peter Stein e dell’attrice Maddalena Crippa, che hanno avviato un pregevole lavoro di recupero e valorizzazione, trasformando il luogo dismesso e degradato in uno spazio piacevole dove convivono storia, arte e natura.
Il vecchio fienile è ora racchiuso da superfici vetrate, la chiesa è trasformata in abitazione.
Sul muro laterale si trova un’epigrafe, murata al contrario e spezzata nella parte alta (secondo l’orientamento originale), si leggono le righe finali del testo: PHILARG / VRVS / D .D . OPI, cioè: Philarg/urus (o in alternativa Philargyrus) d(onum) d(edit) opi.
L’iscrizione è a carattere sacro (Donum Dedit Opi), Philargurus donò quest’opera ad una divinità per aver ascoltato una sua richiesta (un voto).
Philargyrus/Philargurus è un cognomen grecanico, questi cognomi erano diffusi tra la schiavitù.
Il cognomen Philargurus in Umbria lo ritroviamo anche in alcune iscrizioni di Terni, Assisi, Bevagna, Spoleto, Spello e tutti i titolari di queste epigrafi sono liberti.
Purtroppo l’epigrafe è tagliata in alto e quindi è impossibile sapere sia il nome sia la gens di appartenenza.
Ductus impreciso e irregolare, probabilmente è databile al I a.C. sul portale della chiesa si legge un’iscrizione commemorativa del restauro effettuato nel 1708.
La torre era in origine probabilmente molto più alta, come testimoniato dallo spessore delle murature. L’interno è insolitamente luminoso.
Sotto il castello v’è un grazioso laghetto e un bel canneto, nei pressi un ampio fontanile.
 

Nota di ringraziamento

Si ringrazia l’amico Simone Cerquiglini per la lettura e l’interpretazione dell’epigrafe posta sulla chiesa.
 

Nota

La galleria fotografica ed il testo sono stati realizzati da Silvio Sorcini.
 

Fonti documentative

http://www.umbria.website/content/borgo-e-castello-di-san-pancrazio-amelia

http://www.umbria24.it/attualita/amelia-dagli-scavi-san-pancrazio-riaffiorano-reperti-archeologici

Depliant distribuito in occasione delle giornate del FAI
 

Mappa

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