Castello di Serra Partucci – Umbertide (PG)

E’ uno dei castelli meglio conservati della zona.

 

Cenni Storici

Il castello di Serra Partucci sorge su un’altura a 6 Km da Umbertide, da dove domina la valle dell’Assino e il torrente Reggia oltreché un tratto della valle del Tevere.
Nei documenti assume vari appellativi: Castrum Serre, Serre Comitum, Serre super Assinum, Serre Partucci, Castrum Serre Partutii.
Sembra che il primo signore di Serra sia stato un tale Conte Partuccio da Bologna, dal quale sarebbe derivato il nome del castello.
La Serra, cosi come ci appare oggi, è il risultato della ricostruzione, avvenuta intorno al XV secolo, di una preesistente fortezza, della quale si cominciano ad avere notizie a partire dal 1072, quando i Domini di Serra donarono una parte delle proprietà alla canonica di S. Mariano, ma elementi architettonici come la torre a base circolare rimandano ad un periodo più tardo.
Un’altra donazione sempre riferita alla stessa canonica fu fatta nel 1139 da Lodolfino figlio di Albertino dei signori Panfili con scopo salvifico “pro anima sua“.
La donazione venne riconfermata nel 1173 da Tornamparte e Suppolino figli di Panfilino, che rappresentavano il ramo Panfili dei Domini e capostipiti di quelli di Serra, dei quali però già nel ‘200 non si ebbero più notizie.
Nel 1217, conclusa la guerra tra Eugubini e Perugia, essendo stata sconfitta, Gubbio dovette cedere a Perugia tredici castelli, tra i quali figura quello di Serra, che però di fatto rimase sotto la loro giurisdizione.
Nel maggio 1251, per l’intervento del rettore del Ducato di Spoleto, incaricato dal papa Innocenzo IV di sovrintendere agli uffici dell’Umbria, Serra Partucci e Poggio Manente rientrarono a far parte a tutti gli effetti del territorio eugubino.
Questa sottomissione però diventò pesante quando a Gubbio nel 1350 dominò il tiranno Giovanni di Cantucci Gabrielli e il castello di Serra tentò di separarsi da quella città, ma il tentativo fallì.
Sotto la giurisdizione del comune di Gubbio, viene dotato di uh capitano e custodi fino alla seconda metà del secolo XV.
Fu distrutto nel 1420 da Giacomo Baglioni, luogotenente di Braccio Fortebracci durante la marcia di avvicinamento a Gubbio nel tentativo di assalto alla città dove pare avevano trovato rifugio molti fuorusciti perugini e assisani.
Le truppe espugnarono il castello, lo saccheggiarono e lo vendettero poi agli abitanti del luogo (terrazzani) per duecento ducati.
Ricostruito subito per il suo importante ruolo di difesa del territorio eugubino, fu di nuovo obbiettivo di un violento attacco sferrato da Niccolò Fortebracci nel 1432 e fu nuovamente occupato e rimase sotto la dominazione del Fortebracci per tre anni.
Nel censimento del 25 gennaio 1444, annoverava la presenza di cinquanta bocche.
Passato a metà ‘500 ai conti Bentivoglio in qualità di feudo, nel 1564 essi vendettero una parte sostanziosa dei beni posseduti presso Serra Partucci al monastero eugubino di San Pietro di Gubbio, potente dominatus loci in età medievale col patto di riprenderli entro i prossimi 13 anni, al prezzo di 9200 scudi.
Il territorio della Serra, nel 1827, venne staccato dalla giurisdizione eugubina, unito a Civitella Ranieri e reso appodiato di Fratta; nel 1863 entrò a far parte integrante del Comune di Umbertide.
Dal 26 aprile 1944, giorno successivo al primo bombardamento aereo di Umbertide, alcune sale del castello di Serra Partucci furono requisite per trasferirvi l’Ospedale civile, che vi rimase fino al 15 luglio 1944, dieci giorni dopo l’occupazione di Umbertide da parte delle truppe dell’8a Armata britannica.
Attualmente la proprietà del castello e della tenuta agricola di Serra Partucci è della famiglia Fagioli.
 

Aspetto esterno

Serra Partucci è un castrum di poggio ed è uno dei pochi della zona ancora in buono stato di conservazione.
E’ costeggiato da una strada vicinale che serve da collegamento tra i centri abitati di pianura verso sud, tra i quali l’antica Fratta oggi Umbertide, e quelli posti a nord Montone e Gubbio.
Possiamo suddividere il castello di Serra Partucci in quattro settori fondamentali:

– La residenza signorile vera e propria; un palazzo a pianta rettangolare articolato su 3 piani, con 2 ingressi, posti su ciascuno dei lati maggiori.
L’ingresso principale si affaccia su un piazzale delimitato da mura di difesa e sostegno, sotto le quali si estende il parco che ammanta parte del pendio collinare.
L’ingresso posteriore è ornato da un giardinetto all’italiana.
Nella parte retrostante dell’edificio si notano due bertesche, poste rispettivamente sui lati destro e sinistro impiegate in funzione di torrette di avvistamento.

-La torre a base circolare; adiacente al lato ovest del palazzo è purtroppo solcata da profonde crepe. Si tratta di un’aggiunta di epoca rinascimentale a destra della torre quadrata; mostra delle modificazioni ancora più recenti con apposizione di terrazzini sia frontalmente che di lato.

-La torre a base quadrata; sempre adiacente al lato ovest della residenza, è di altezza superiore alla precedente; la sovrasta una merlatura guelfa e si aprono sulle sue pareti rade fessure; dai materiali di costruzione sembra più antica rispetto al resto del complesso. Su un lato mostra anche una porta posta a mezz’altezza aggiunta in epoca recentissima.

– Continua, sempre verso ovest, un’altra serie di edifici: la casa del fattore; una vecchia abitazione, la piccola cappella privata dedicata alla Beata Vergine Maria e consacrata nel giugno del 1783; in origine prima della ricostruzione settecentesca era una cappella gentilizia interna alle mura del castrum intitolata a San Giovanni.

Il castello di Serra Partucci denuncia una certa trascuratezza dal 1984 (anno in cui si è verificato un terremoto di notevole intensità) è infatti disabitato e in precarie condizioni di sicurezza.
Abbandonata la funzione di roccaforte difensiva il castello di Serra Partucci ha legato la sua storia soprattutto all’attività agricola.
I vari proprietari succedutisi nel tempo utilizzarono tale dimora per lo più come residenza di villeggiatura, senza però mai trascurare la vasta azienda agraria annessa (attualmente 490 ha di terreno).
 

Chiesa castellare

La cappella gentilizia adiacente al castello, dedicata alla Madonna, conservava sopra l’altare un bell’affresco, recentemente restaurato e attribuito al Nelli; all’ingresso, sulla destra, era posto un interessante bassorilievo in marmo bianco eseguito da Alceo Dossena, il medesimo artista che scolpì l’Annunciazione posta nella lunetta del portone d’ingresso.
Questa chiesa, a quanto afferma un’iscrizione posta su una parete all’interno, fu fatta ricostruire dalle fondamenta dai fratelli Geronimo e Giuseppe Bentivogli e solennemente benedetta il l o giugno 1783.
Precedentemente era una cappella gentilizia interna alle mura del castello dedicata a San Giovanni.
ora anche questa è in uno stato di abbandono ed in balia di vandali.
 

Eccidio Tedesco del ’44

Il fatto è avvenuto il 24 giugno 1944 quando, il giorno prima, durante la ritirata delle truppe occupanti, nelle vicinanze di Serra Partucci, un soldato tedesco in motocicletta era stato ferito lungo la strada, per cui, nonostante non fosse morto, era scattata l’inumana legge della rappresaglia che prevedeva la fucilazioni di 5 ostaggi per il tedesco ferito (in caso di morte sarebbero stati 10).
I soldati tedeschi al comando di Kesselring arrivarono in un casolare di contadini e dopo un rastrellamento allinearono cinque giovani presso l’essiccatoio del tabacco e li fucilarono, poi sopra due tregge trainate da buoi, trasportarono i cinque corpi al cimitero di Serra.
Ma la violenza tedesca non finì qui perché soltanto quattro giorni più tardi in un casolare di Penetola, dato alle fiamme, altre dodici persone persero tragicamente la vita.
 

Fonti documentative

Istituto Policattedra di Geografia Quaderno n. 13 Università degli studi di Perugia 1991
G. Briziarelli – Umbertide Abbazie – Eremi -Templi – Ville – Feste – Folklore, Sacro Eremo di Monte Corona, Castelli medievali – 1963
B. Porrozzi – Umbertide e il suo territorio, storia e immagini – 1980
G. Benni – Incastellamento e signorie rurali nell’Alta valle del Tevere tra Alto e Basso Medioevo. Il territorio di Umbertide – 2006
Piero Luigi Menichetti – Castelli, Palazzi fortificati, Fortilizi, Torri di Gubbio dal secolo XI al XIV – 1979

https://www.umbertidestoria.net/i-percorsi-della-memoria

 

Mappa

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