Castello di Serra – Valtopina (PG)

Il Castello è oramai un ammasso di sterpi e rovi con pochi ruderi che tenacemente sfidando il logorio del tempo e l’incuria degli uomini ancora tengono alta la testa godendo dall’alto le meraviglie del paesaggio che li circonda.

 

Cenni storici

Del Castello di Serra, anche se la sua edificazione si presume sia antecedente al X secolo, si incominciano ad avere notizie certe solo nei primi anni del secolo XI allorquando nelle alture circostanti l’attuale Valtopina, sorsero un gran numero di insediamenti, che all’inizio dettero vita alla federazione denominata “Universitas Vallis Tupini et Villa e Balciani“.
L’intero territorio godette di grande autonomia fino al 1229, anno in cui fu motivo di disputa tra i conti di Armenzano ed i signori di Assisi.
Questi ultimi, avendo avuto la meglio, ne mantennero il possesso per lunghi anni.
Si ha notizia che nell’agosto del 1282 i 106 capifamiglia di Rotundolo e Serra fecero atto di sottomissione al capitolo della cattedrale di Assisi, mentre nel 1300 papa Bonifacio VIII, si premurò di riunire i castelli della Valtopina sotto il completo dominio della Chiesa.
Nel 1338 il castello di Serra passò definitivamente sotto la dominazione dei Trinci di Foligno, che nel 1383 divennero anche visconti della Valtopina, di Poggio e della Serra.
Riconfermati nel 1392 da papa Bonifacio IX, ne mantennero il rettorato ininterrottamente fino al momento della loro caduta (1439).
Nel 1387 secondo lo storico Durante Dono, Ugolino III Trinci fece ristrutturare il castello mettendovi a guardia castellani e soldati regolarmente stipendiati, allo scopo di mantenere il controllo del territorio circostante. Dopo il 1439 con la caduta della signoria, il castello si resse autonomamente fino alla fine del XV secolo, periodo in cui fu conquistato dai perugini.
Dagli inizi del XVI secolo lo stesso passò di nuovo sotto il diretto dominio dello stato pontificio, con delega al comune di Foligno che lo amministrò per molti anni attraverso suoi podestà.
Dopo la metà del 1600, persa la sua importanza strategica venne definitivamente abbandonato.
Nel 1760 di si imponente costruzione rimanevano soltanto rovine, tanto che il vescovo di Foligno dell’epoca, Mons. Mario Maffei fu costretto a sopprimere definitivamente la parrocchia e la chiesa di S. Pietro fondata dai feudatari dell’epoca, trasferendola per sempre a “La Cerqua” (Valtopina).
 

Aspetto attuale

 
Di forma vagamente rettangolare, lo stesso è posto in cima ad un colle ad una altezza di 767 metri.
Di esso sono ancora visibili i ruderi delle poderose e suggestive mura, nonché i resti di due delle quattro torri di cui era dotato, l’una esposta a sud e l’altra ad est.
Il resto per l’incuria degli uomini, è nel più completo abbandono ed il tutto sta soccombendo inesorabilmente all’avanzare della vegetazione.
 

Leggenda

Il Castello, come ebbe a dire Giulio Toni, ispirò moltissime leggende popolari, come quella, tipicamente longobarda della chioccia con i pulcini d’oro sorvegliata giorno e notte da un diavolo con le sembianze di uno spaventoso caprone, o quella dei fantasmi che dimorerebbero nelle grotte interne del castello le quali altro non sarebbero, invece, che tombe ormai vuote per uscirne soltanto dopo il calar delle tenebre.
Altra leggenda parla di un lunghissimo cunicolo sotterraneo che dal castello raggiungeva la Flamina
presso il “caravanserraglio” di Caciaffo.
Corre anche la storia della ricchissima contessa che, visto circondato dai nemici il castello, ed ormai senza più alcuna via di scampo, si sarebbe gettata nel fuoco ornata di tutto quanto di prezioso lei possedeva.
Del tutto verosimile risulta invece il fatto che per impastare la malta necessaria alla fabbricazione del castello, la sabbia occorrente venne prelevata dal Fiume Tapino e da qui trasportata con secchi, a
passamano“, fin lassù, sul colle della Serra.
 

Come arrivare

 
Vi si giunge percorrendo la vecchia Flaminia fino a Valtopina, immettendosi subito dopo a sinistra sulla strada che conduce alla frazione montana di Casa Tommaso.
Da qui un sentiero pedonale segnato dal CAI dopo circa 20 minuti conduce a ciò che rimane dell’antico maniero.
Da lassù comunque, il panorama è di una esuberante bellezza.
 

Bibliografia

 
Santuari e Castelli del Folignate e della Valtopina di Capodimonti Sandro edizioni Dimensione Grafica
Scuola Media “G. Galilei” S. Eraclio – Valtopina – Valtopina itinerari – 1995
 

Mappa

Link coordinate: 43.067999 12.739684

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