Castiglione in Sabina – Cottanello (RI)

Il paese è stato abbandonato ed è in completa rovina.

 

Cenni Storici

L’antica Castiglione in Sabina è raggiungibile dalla frazione di Castiglione, sita a metà strada tra Cottanello e il bivio di Configni, in prossimità del confine con l’Umbria; da qui si percorrono un paio di chilometri di strada in salita fino ad un gruppo di villette moderne utilizzate come seconde abitazioni.
È consigliabile rimanere a distanza dai ruderi, che presentano ancora notevoli elementi in alzato in precarie condizioni statiche.
Dell’origine di Castiglione non si hanno notizie certe; la prima testimonianza “documentale” conosciuta è del 1036 quando il Castrum Castillionis compare nel Regesto dell’Abbazia di Farfa citato tra i confini di un terreno acquistato nei pressi di Configni.
Carlo Bartolomeo Piazza, nella sua opera “Della Gerarchia Cardinalizia“, pubblicata nel 1703, parlando della Diocesi di Sabina, scrive: “Su la cima di un alto, e scabroso monte, di salita malagevole, ed erta giace, più illustre per la sua altezza, che per veruna sua cospicuità, questo Castello, al quale con altrettanto ameno, e delizioso prospetto non solamente mirasi tutta la Sabina, l’Umbria, ma il Lazio, e la Toscana.
Fu chiamato anticamente Castel Leone, perché fu posseduto, con altri Castelli della Sabina, che hora sono della Camera Apostolica, dalla nobilissima, ed antichissima famiglia de’ Pierleoni
…”.
I Pierleoni erano una famiglia aristocratica romana dotata di numerosi possedimenti e potente tra il X e l’XI secolo ma è improbabile che il nome derivi dalla famiglia, è, infatti, un nome comune a molti insediamenti fortificati.
Secondo altre fonti la costruzione del Castello si deve ai Camponeschi, una consorteria di cui si è persa la storia ma che ha lasciato parecchie tracce nella zona, costruendo diverse fortificazioni a protezione dei propri possedimenti, specie nei sec X – XII, epoca delle loro grandi acquisizioni territoriali e di organizzazione dei propri possedimenti nell’area sabina.
Nel 1212 Castiglione si sottomiseal potente comune di Narni come la vicina Configni impegnandosi a servire e difendere la città in pace e in guerra, tranne che contro il papa, l’imperatore, il comune di Roma e i signori di Labro, l’atto di sudditanza era poi confermato il 27 settembre 1283.
Nel XIII secolo, gli equilibri politici di quell’area vedevano contrapposte proprio Narni e Rieti, quest’ultima, per trovare un contrappeso alla posizione strategica di Castiglione, nel 1295 acquistò la Rocca di Montecalvo, poco distante da Castiglione, versando 3300 fiorini ai signori di Labro e Poggio Perugino che ne erano i proprietari.
Nel 1299 i due castelli si prepararono alla guerra, scongiurata dalla “Tregua di Dio” che Papa Bonifacio VIII proclamò in tutta Italia, per consentire un viaggio tranquillo verso Roma ai pellegrini in occasione del primo Giubileo dell’anno 1300.
La Sabina entrò poi nell’orbita di Casa Orsini.
Alla protezione di questi ultimi si era già affidata nel 1283 Cottanello e, sebbene non si conosca la data precisa, probabilmente Castiglione entrò a far parte dei possedimenti degli Orsini alla fine del XIV secolo o gli inizi del successivo, probabilmente nel 1377 assieme a Narni.
Uno dei signori di Castiglione fu il cardinale Latino Orsini (1411–1477), fratello di Clarice Orsini, moglie di Lorenzo De’ Medici il quale entrò in possesso di Castiglione nel 1477 (insieme ai castelli di Torri, Roccantica e Selci) a seguito della divisione delle proprietà di quel ramo degli Orsini avvenuta con i fratelli Roberto e Napoleone Latino, con l’obiettivo di creare un piccolo stato feudale, rassegnò i feudi al pontefice Sisto IV, il quale ne investì il figlio naturale di Latino, Paolo.
Quest’ultimo, condottiero di ventura, agli ordini della Chiesa ai tempi dei Borgia, morì strangolato per ordine di Cesare Borgia, contro il quale aveva cospirato, nel 1502.
Castiglione rimase agli Orsini fino al 1596, quando passò sotto il controllo diretto della Camera Apostolica, ovvero della Santa Sede.
Nella visita pastorale del 1615 la parrocchia contava 200 anime.
Carlo Bartolomeo il 16 marzo 1678 salì a visitare Castiglione e così ne scrisse:
Vivono questi poveri Montanari quasi confinati come in un’ultima Thule dell’Italia dal commercio umano, con pascere su quell’alte campagne, boschi, selve, e prati, gli armenti loro, del cui latte, castagne, e rustiche vivande, secondo la semplicità de’ primi secoli di oro, contenti della loro innocente povertà … “.
All’inizio del ‘700, la rocca di Castiglione poteva contare su 160 abitanti, novanta anni dopo ve ne erano ancora 150.
Nel 1798, con la costituzione della Repubblica Romana ed il dominio napoleonico, si avviò una revisione degli assetti amministrativi del territorio: Castiglione fu prima associata al cantone di Narni; poi, nel 1810, appodiato di Vacone, successivamente a Greccio ed infine, nel 1828, entrò a far parte del comune di Cottanello, perdendo la propria autonomia amministrativa.
Durante la visita pastorale del Cardinale Carlo Odescalchi (1833 – 1836) Monsignor Canali trovò una situazione di estrema povertà, con la chiesa che “sembra un tugurio” e “il popolo porta impressa nel volto la miseria e la languidezza“.
Dopo la perdita dell’autonomia amministrativa a Castiglione non fu più assegnato un parroco e neanche il passaggio di Castiglione, nel 1841, dalla Diocesi di Sabina a quella di Terni-Narni-Amelia risolse questo problema tanto che il borgo rimase sprovvisto di un parroco fino alla prima metà del XX secolo.
Si trattò di un fatto che ebbe gravi conseguenze su Castiglione poiché concorse a spingere la popolazione ad abbandonare il vecchio borgo costruendo un nuovo paese ai piedi del monte, ma solo al termine della seconda guerra mondiale gli abitanti rimasti si trasferiscono nella Castiglione attuale posta ai piedi di quella antica e il vecchio castello rimase disabitato.
Non molto distante, a oltre 900 metri di quota, si trova il Castello di Monte Calvo, che ebbe una storia parallela a quella di Castiglione e fu coinvolto nelle guerre fra Narni e Rieti per il controllo del territorio; ne restano pochi ruderi.
 

Aspetto

Dell’antico castrum, oggi possiamo così solo vedere le suggestive rovine: un’alta torre divenuta del podestà, una rocca ben munita e difesa da mura possenti con dietro il fossato.
A esso si accedeva tramite un’unica porta, detta “Porta del Popolo“, in epoca più tarda rispetto al nucleo originario, furono costruite alcune unità abitative, all’esterno dell’originaria cinta muraria, oggi restaurate e utilizzate come seconde case.
Sono ancora in discreto stato di conservazione alcune abitazioni costruite sfruttando brandelli delle mura di cinta, probabilmente perché furono abbandonate per ultime, costituiscono una buona testimonianza dell’architettura agricola sabina dell’epoca antica, sebbene impossibile da datare con precisione.
Era dotato di due edifici sacri: la chiesa interna al castrum dedicata al Santissimo Salvatore e un’altra, esterna, dedicata a San Sebastiano.
 

Chiesa del Santissimo Salvatore

Nella chiesa parrocchiale del Santissimo Salvatore, oggi in completa rovina, all’altare del Santissimo Crocifisso si leggeva:
QUESTA CAPPELLA DEL SSMO CROCIFISSO L’HA FATTA
FARE D. LIDDONIA DI GIO. CORRE L’ANNO MDCXXXX
ET L’HA DOTATA DELL’ INFRIPEZZETTI DI TERRA IN VITA
SUA CON L’OBBLIGO DI QUINDICI MESSE L’ANNO DA
CELEBRARSI DALL’ARCIPRETE PRO TEMPORE. IN
PRIMIS IN VOC. S. BIASIO. IT. IN VOC. LA
FAJETA . IT. LA QUARTA PARTE DELL’ORTO, L’INFRI
LI LASCIA DOPO LA SUA MORTE CON OBBLIGO DI
CINQUE MESSE L’ANNO DA CELEBRARSI COME SOP.
IN PRIMIS IN VOC. IL CERQUETO. IT. IN VOC. IL CER
QUETINO. IT. IN VOC. COLLE CASCIOLO. IT. IN
VOC. VALLE TESSONARA

 

Chiesa del San Sebastiano

Sopra la porta della chiesa di San Sebastiano, che si trova sulla piazza principale immediatamente all’esterno del castello si legge:
D. O. M. – DIVO SEBASTIANO DICATUM A. D. MCXXXIII
È stata però integralmente ricostruita.
 

Nota

La galleria fotografica ed il testo sono stati realizzati da Silvio Sorcini.
 

Fonti documentative

C. B. Piazza – Della Gerarchia Cardinalizia – Roma, 1703
A. Diamanti – C. Mariani (a cura di) – Il fondo diplomatico dell’archivio storico comunale di Narni – Terni, 1986
G. Cerioni – Castiglione in Sabina – in Latina gens, novembre 1931

http://www.comunecottanello.it/cottanello_00001a.htm

http://www.salutepiu.info/lantica-rocca-di-castiglione-cottanello/

http://www.lazioturismo.it/asp/scheda_archeo.asp?id=89

 

Da vedere nella zona

Eremo di San Cataldo
Castello di Cottanello
Villa Romana
 

Mappa

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