Chiesa dei Santi Abbondio e Abbondanzio – Rignano Flaminio (RM)


 

Cenni Storici

La chiesa dedicata ai santi Abbondio e Abbondanzio si trova in posizione isolata, al di sotto dell’abitato di Rignano Flaminio lungo un antichissimo tracciato viario forse preesistente alla via Flaminia, ancora oggi in qualche breve tratto selciato.
Forse si erge sui resti di un tempio pagano dell’antico insediamento.
La storia della chiesa si presenta molto intricata per le varie riedificazioni subite dalla struttura muraria e per la mancanza di documenti specifici.
La presenza di elementi altomedioevali inseriti nelle murature testimonia l’esistenza di un preesistente edificio sacro almeno fin dal IX secolo.
Andato in rovina l’edificio primitivo, se ne eresse uno nuovo sulle fondazioni preesistenti, lasciando immutate le asimmetrie perimetrali.
La cortina muraria, costituita di mattoni, tufelli e materiale di spoglio disposti con alternanza irregolare su letti di malta grossolana, messa in opera non accurata, piò essere collocata tra il X e l’XI secolo.
La parte anteriore, costruita in grossi blocchi di tufo e muratura eterogenea, risale probabilmente al XIV secolo. Si ha memoria che Ottone I, ritornando in Germania dopo l’incoronazione a Roma del 962, fece la prima sosta a Rignano Flaminio, da dove datò al 21 febbraio di quell’anno un diploma in favore del monastero del Monte Amiata. Ottone III poi, per procurare reliquie per la chiesa sull’isola Tiberina a Roma dedicata al suo amico martire sant’Adalberto, vi fece traslare i corpi dei santi Abbondio e Abbondanzio, che probabilmente riposavano nella cripta della chiesa.
La struttura del campanile attesta due momenti distinti della fase costruttiva non lontani tra di loro, con sicurezza posteriore all’abside e alla struttura perimetrale alla quale si sovrappone, in base a criteri stilistici può essere datato al XII secolo.
Ancora arcipretura nel 1519, decadde poi per la lontananza dal borgo sino a giungere in uno stato abbandono totale con il degrado della copertura acqua piovana e umidità che hanno deteriorato molto l’abside rendendo scarsamente leggibili le pitture; l’altare è stato diruto e un frammento scultoreo incastonato nella struttura muraria dell’abside è stato divelto e asportato.
Fortunatamente l’edificio è stato recuperato.
Il complesso nel suo insieme, con l’alto campanile, con gli archi ogivali portanti, con i suoi frammenti scultorei e con i suoi affreschi costituisce una rara e interessante testimonianza per la storia tra l’VIII-IX secolo e il XIII-XIV.
 

Aspetto esterno

Costretta tra il pendio su cui si innalza l’abside e un costone roccioso a ridosso della parete opposta ha l’ingresso e il campanile disposti nella fiancata laterale sud.
Come detto le parti più antiche sono costituite dall’abside e dai muri perimetrali, ove sono murati molti elementi di reimpiego.
Notevole è quello murato a fianco dell’abside all’esterno in alto a sinistra, a forma d’arco, è formato da un nastro curvo con motivo di gallone a doppio passo, concluso in alto da un listello di onde ricorrenti che partono dal centro in opposte direzioni, gli spazi triangolari che risultano tra i due motivi geometrici sono ornati da due pavoni mutili affrontati; inferiormente corre una lunga scritta.
Il portale, che si apre lungo la parete destra, ha reimpiegato un architrave romano e sempre romane sono le due colonnine che lo fiancheggiano.
Sulla lunetta è un affresco molto deteriorato, raffigurante Cristo benedicente tra angeli.
Alla base del campanile è murato un cippo sepolcrale con iscrizione funeraria(CIL XI 3963).
Vi si legge:
C(aius) CLODIO FABATO/ MARITO OPTIMO/ ATILIA MARCELLA / TERRENUM CORPUS / CAELESTIS SPIRITUS IN ME / QUO REPETENTE SUAM / SEDEM NUNC VIVIMUS ILLIC/ ET FRUITUR SUPERIS / AETERNA IN LUCE FABATUS.
(A Caio Clodio Fabato, ottimo marito, Atilia Marcella. Il mio corpo è terra ma il mio spirito viene dal cielo e, desideroso di tornare alla sua sede, ora là sopravvive. e gode tra i numi di eterna luce Fabato.)
Clodio Fabato,nato a Niebla, in Spagna, e morto a Rignano era un Decurione del centurione Longino al tempo di Ponzio Pilato, potrebbe essere stato presente alla crocifissione di Gesù.
Il campanile mostra una tessitura laterizia regolare e accurata, opera di una maestranza altamente specializzata che ha impiegato materiale abbastanza omogeneo, poggiante su strati di malta non molto alti e distanziati ad altezze progressive di massima costanti.
È inserito nella planimetria della chiesa tra le due porte, di cui una murata, della parete sud, si presenta stretto e allungato, avente finestre con cornici di un solo filare di mattoni.
 

Interno

L’interno è a navata unica, suddiviso in quattro campate, suddivise da arconi ogivali su pilastri, ha l’aspetto tipico delle chiese degli ordini mendicanti.
La parete sinistra mostra tracce di decorazione a fresco, con ornati geometrici.
La zona presbiteriale è rialzata da un alto gradino.
La mensa dell’altare poggia su un’ara romana e a fianco si trovano due colonnine della stessa epoca.
Sull’arco absidale è affrescata una tipica raffigurazione apocalittica, probabilmente databile al secondo quarto del XII secolo, rappresentante, nella parte superiore del timpano, l’Agnello col rotolo entro tondo affiancato dai simboli degli evangelisti, a sinistra il toro, oggi non più visibile, e l’uomo, a destra il leone e l’aquila.
Nella parte inferiore, il tondo iridato del Cristo col libro nella sinistra e benedicente alla greca con la destra è fiancheggiato da sette candelabri, da due cherubini, da gruppi d’angeli; separati dal timpano, mediante una cornice dipinta, i ventiquattro seniori dell’Apocalisse con le mani velate offrono i calici nelle due zone ai lati del lobo absidale, il cui estradosso presenta un fregio floreale rifatto posteriormente.
Il fregio dipinto che inquadra tutta la parete salendo lungo gli angoli fino al colmo del timpano è scarsamente visibile perché caduto o obliterato.
Nel lobo absidale basso e poco profondo, simile a una nicchia è affrescato un Cristo benedicente entro una mandorla ornata da cherubini, ai lati i santi Abbondio e Abbondanzio, opera tardo cinquecentesca di modesta mano.
 

La Cripta

Si accede alla minuscola e buia cripta presbiteriale a loculo, tramite una scaletta sul lato destro della zona rialzata.
L’ambiente ha forma trapezoidale, volta ribassata.
Custodisce in un loculo oscuro una mezza figura d’angelo, un San Michele, coi capelli biondi a cornice del volto, occhi aperti, ali candide e tunica violacea.
Egli tiene la destra alzata, con l’indice teso, e con le dita semiaperte della sinistra incrocia sul petto la stola, ricamata a fogliami bianchi su seta verde.
La modellatura delle mani e del volto e la morbidezza delle carni lo fanno assegnare al nuovo stile, che segue l’epoca del Cavallini.
 

Nota di ringraziamento

Si ringrazia Francesco Marcorelli e la Pro Loco Rignano Flaminio.
Info e prenotazioni: ASSOCIAZIONE PRO LOCO RIGNANO FLAMINIO APS Email: proloco.rignano@virgilio.it Facebook/Messenger/Instagram: Pro Loco Rignano Flaminio Cell: 3314378825 – 3391164670 (anche Whatsapp) Website: www.prolocorignano.it http://www.catacombeditalia.va/…/archeologiasacra/it.html
 

Nota

La galleria fotografica ed il testo sono stati realizzati da Silvio Sorcini.
 

Fonti documentative

Michele Trimarchi – Sulla chiesa dei Santi Abbondio e Abbondanzio a Regnano Flaminio
Sandro e Francesco Marcorelli – Rignano Flaminio Percorso fotografico tra Storia e Arte – Rignano Flaminio, 2009
 

Mappa

Link alle coordinate: 42.21828709464658, 12.48157857754952

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