Chiesa della Buona Morte (già delle Stimmate di San Francesco) – Cannara (PG)

La chiesa sorge accanto al Tugurio dove era solito pregare San Francesco quando passava per Cannara.

 

Cenni Storici

Sorge davanti al “Tugurio” dove, secondo la tradizione, S. Francesco si ritirava a riposo e preghiera quando passava per la Terra di Cannara, a quei tempi era solo un piccolo Oratorio, dove stando alla tradizione, S. Francesco avrebbe istituito il Terzo Ordine dei Francescani nel 1221.
Si narra che frate Francesco, mentre con i suoi compagni attraversava campagne e villaggi, annunciando ovunque il Vangelo, si fosse fermato a predicare a Cannara.
Le genti accorse rimasero talmente entusiasmate dalle parole del giovane “Penitente“, che gli vollero andare dietro, ovvero desiderarono comportarsi come lui nella fedeltà al Vangelo e seguirlo; allora il Santo assisiate, invitati loro a non abbandonare “Cannaio” (l’attuale Cannara), istituì Il “Terzo Ordine“, per universale salute di tutti (Fioretti, cap. XVI).
La tradizione colloca nella duecentesca chiesa della “Buona Morte” l’istituzione del “Terzo Ordine Secolare“, e l’imposizione dell’abito della penitenza al Beato Lucio Modestini il primo terziario di Cannara il 16 maggio del 1221.
Francesco aveva istituito e fatto approvare dalla Chiesa il “Primo Ordine“, costituito dai frati, nel 1208; il “Secondo Ordine“, costituito dalle “Sorelle” di S. Chiara (Clarisse), nel 1212, ed ora istituiva il “Terzo Ordine“, costituito da uomini e donne, che, pur rimanendo “nel secolo” e continuando le proprie attività, si ispiravano ai suoi ideali.
Nella “Leggenda dei tre compagni” si legge: “Anche gli uomini ammogliati e le donne maritate, non potendo svincolarsi dai legami matrimoniali, dietro suggerimento dei frati, praticavano una più stretta penitenza nelle loro case“.
A detta di Tommaso da Celano (I Cel., 59) questo avvenimento si sarebbe compiuto in Alviano, e la stessa cosa attesta, sull’autorità del Celano, S. Bonaventura nella sua “Leggenda Maggiore” (Legenda Maior, XII, 4).
Altri, al contrario, con riferimento alla conversione del mercante Luchesio di Poggibonsi e dell’abito penitenziale che, insieme a sua moglie, questi ricevette da S. Francesco, riconoscono in questo evento e dicono nata in questo paese della Toscana la prima manifestazione del “Terzo Ordine“.
Ma è da ritenere che ciò non sia esatto e che a determinare questo errore abbia concorso l’aver dimenticato che, per il ridestato entusiasmo religioso, avvenne allora che, in molti luoghi, alcune persone si unissero a formare nei loro paesi una specie di “comunità di penitenti” (“poenitentium collegia“).
Queste comunità ritennero ambita fortuna procurarsi una specie di sanzione formale da parte di San Francesco e dei suoi discepoli, ma non sono da confondere, questi gruppi isolati, con il Terzo Ordine, per il quale Francesco ed il card. Ugolino scrissero una Regola precisa.
Secondo la tradizione la nascita del Terz’Ordine è legata ad uno degli avvenimenti più celebrati dell’arte francescana: la predica agli uccelli; fu infatti dopo un invito alle rondini di tacere a Cannara, che la popolazione infiammata dall’ardore del santo cercò di seguirlo.
Esiste un affresco del Cinquecento nella basilica di S. Maria degli Angeli della Porziuncola, dove viene raffigurato S. Francesco mentre predica ai laici di Cannara e istituisce l’Ordine dei penitenti.
Sotto il dipinto, una scritta latina in rilievo recita che “a Cannara il primo patriarca istituisce il Terz’Ordine“.
E dove poteva Dio dare a Francesco l’ispirazione di completare i suoi Ordini se non vicino ad Assisi dove egli era nato, dove morirà e dove aveva fondato i primi due Ordini.
La lapide che ricorda l’istituzione del Terzo Ordine di S. Francesco a Cannara è nel frontone della chiesa di S. Francesco sopra il portale ed è stata riportata integralmente la scritta contenuta in una pergamena settecentesca conservata nell’Archivio storico della parrocchia di S. Matteo dove si conserva l’Archivio storico chiesa della “Buona Morte“:
HIC EST LOCUS IN QUO ORDO DE POENITENTIA A SACTO PATRE FRANCISCO PER DIVINÆ REVELATIONIS INSTINCTUM INCOATUS FUIT MENSE MAIO A MCCXXI BEATUS LUCIUS DE CARNERIO SEU CANNARIENSIS PRIMUS FUIT INTER POENITENTES TERTIARIUS A SERAPHICO P. S. FRANCISCO RECEPTUS HABITUQUE INDUCTUS“.
(Questo è il luogo nel quale, per divina ispirazione, fu istituito dal santo padre Francesco il Terzo Ordine di Penitenza, nel mese di maggio 1221. Il beato Lucio da Carnerio, ossia Cannarese, fu il primo terziario ad essere accolto tra i penitenti e rivestito dell’abito dal serafico padre Francesco).
Questa chiesa sarebbe diventata il luogo di incontro della Compagnia di S. Francesco, poi detta “Della Morte e Orazione“, dedita soprattutto ad opere di pietà, come il seppellimento dei defunti.
Le trasformazioni strutturali attraverso i secoli ci hanno consegnato una chiesa dall’unica navata, che è passata dai tre altari iniziali ai cinque attuali, frutto di interventi tra Cinque e Seicento, di lavori effettuali nella seconda metà del Settecento e di altri negli anni Sessanta del Novecento.
 

Aspetto esterno

La facciata è delineata da lesene che terminano in alto con un timpano e sono interrotte a metà da una cornice sistemata a tettoia con coppi.
Il portale è squadrato sovrastato da un timpano leggermente sopraelevato.
Nella parte superiore della facciata un ampio finestrone illumina l’interno, il campanile a torre è arretrato lungo la parete destra.
 

Interno

L’interno è ad un’unica navata con due altari in ciascuno dei lati lunghi, ornati di stucchi tardo settecenteschi.
Il primo altare di destra è dedicato alla Madonna del Carmine (o del Carmelo), ma un tempo era intitolato a San Domenico e successivamente al Transito di San Giuseppe, è adornato con l’immagine della Titolare in un moderno simulacro.
Nel pilastro seguente è posta una settecentesca statua di Santa Chiara che mostra l’ostensorio.
A seguire, l’altare di Sant’Anna che conserva la tela la sua immagine, Santa Barbara e San Carlo, in basso lo stemma della comunità di Cannara (grifo rampante che arranca una canna verde, su fondo rosso), eseguita nel 1770 da Carolo Spori Miro che vi appose la propria firma in basso a sinistra.
In fondo alla parete una lapide ricorda Pietro Giacomo Tani, difensore aggregato nelle cause del sacro Palazzo della Curia di Roma, morto nel 1625.
Sopra la porta che immette in sacrestia è collocato il Transito di San Giuseppe (XVIII-XIX secolo).
L’altare maggiore adornato di stucchi con angeli e Dio Benedicente, conserva un pregevole “Crocifisso” a braccia snodabili caratterizzate da snodi di legno massello, esposto nella nicchia sopra il presbiterio e composto da cinque strati di tela di lino sovrapposti, è una rarità in terra umbra.
Risale alla seconda metà del Quattrocento e fu acquistato dalla Compagnia della Morte nel 1545, per essere oggetto di devozione e portato in processione la sera del Venerdì Santo.
Sulla parete di fondo dove è esposto il simulacro sono raffigurate le immagini della Vergine dolente, di San Giovanni Evangelista e i busti dei Santi Francesco e Caterina da Siena della prima metà del XVII secolo, stilisticamente non lontane ai modi del pittore senese Marcantonio Grecchi.
Nel presbiterio sono incorniciati anche due ovali in tela con Cristo di fronte a Pilato e Cristo inchiodato alla Croce (autore Giuseppe Carpinelli di Assisi, 1853-1904).
Nel primo altare della parete sinistra si incontra il prezioso e antico simulacro dalla storia molto interessante cioè la “Madonna Nera di Loreto” del secolo XVII in legno di pioppo, che fu portato a Cannara nel luglio del 1826 grazie all’interessamento di don Pasquale Modestini.
La statua è stata ritenuta coeva, e del tutto simile, a quella che si venerava nella Santa Casa di Loreto, andata distrutta nell’incendio del 1921; questa per un certo periodo di tempo aveva sostituito l’originale, venerata in quella basilica, quando Napoleone la trafugò per portarla a Parigi (1797).
Le poche notizie che si posseggono intorno a detta statua, informano che essa proviene dall’isola di Cipro e appartenne alla famiglia di Lusignano (XIII sec.), legata per parentela a Baldovino IV, re di Gerusalemme, morto nel 1185.
Nel secondo altare a sinistra è posta una moderna statua della Vergine; al termine della parete sinistra sono collocati la Vergine col Figlio tra i Santi Rita da Cascia e Andrea Avellino (XVIII secolo).
La parete di fondo è completamente occupata dalla cantoria dove è collocato un organo costruito da Antonio Martinelli di Umbertide nella seconda metà del secolo XIX.
A sinistra della porta d’ingresso una lapide ricorda Pietro Giacomo Tani e Antonio da Cannara (Antonio de Bencioli), famoso giurista del Quattrocento.
Sempre in controfacciata è murata una lapide che ricorda la fondazione del Terz’Ordine.
 

La Compagnia della Buona Morte

Il documento più antico che attesta l’esistenza della Confraternita è datato 5 febbraio 1577.
Tramite esso i confratelli chiedono di essere aggregati all’Arciconfraternita della morte ed orazione di Roma.
Da questo documento risulta che la Confraternita si chiama Compagnia di San Francesco.
Tuttavia, in un documento del 1606 si legge che la Confraternita a quella data era denominata della morte o di Cannara, ma che un tempo, risalente al XIII-XIV secolo, era chiamata dei disciplinari.
Papa Paolo V concesse dei benefici spirituali all’Arciconfraternita di Roma estesi anche alle confraternite aggregate.
Nel Seicento furono molto numerosi i lasciti dei privati a favore della Compagnia che permisero anche l’abbellimento e l’ampliamento della Chiesa nella quale era stata eretta.
Nella seconda metà del Settecento il diffondersi della peste determinò grande difficoltà nell’ufficio dell’accompagnamento dei morti e nell’Ottocento, con l’avvento della Repubblica giacobina, si ebbero alcune modificazioni nella Compagnia che determinarono una situazione finanziaria piuttosto disastrata.
Nelle “Disposizioni disciplinari in aggiunta al regolamento amministrativo“, datate 8 aprile 1900 si legge “Scopo di questa venerabile Confraternita della Morte ed Orazione è di curare il conveniente accompagno e trasporto dei defunti dalla casa alla chiesa, assistere alla messa e continuare l’accompagno dalla chiesa al camposanto, pregare per essi nell’orazione delle Quarant’ore e nella venerazione dell’immagine del Santissimo Crocifisso, esercitare la carità e le opere buone e soddisfare agli obblighi ingiunti dalle lascite dei pii benefattori“.
La Confraternita nel 1863 fu concentrata nella Congregazione di carità di Cannara, che ne amministrò i beni.
Nel 1937 risulta affidata all’ECA l’Opera pia Confraternite riunite (Santissimo Sacramento, San Rocco, della buona morte ed orazione).
Non si conosce neanche la data in cui la Confraternita assunse di nuovo autonomia patrimoniale.
L’ufficio amministrativo è attualmente composto dal priore o governatore, dal camerlengo, da due deputati e dal rettore arciprete pro tempore della Chiesa di San Matteo; è costituita da circa 25 confratelli e amministra alcuni piccoli terreni.
Come le altre compagnie, deve seguire le norme dettate dallo statuto per le confraternite della Diocesi di Assisi del 1940, redatto in base ai canoni del Codice di diritto canonico, alla legislazione ecclesiastica regionale e alle costituzioni sinodali diocesane.
Risulta in un elenco del 2007 dell’Ufficio territoriale del governo di Perugia riportante le confraternite che hanno ottenuto il riconoscimento della personalità giuridica, fornito alla Soprintendenza archivistica per l’Umbria; in tale elenco è associata alla Parrocchia dei Santi Matteo apostolo e Giovanni Battista di Cannara.
 

Fonti documentative

https://siusa.archivi.beniculturali.it/cgi-bin/pagina.pl?TipoPag=prodente&Chiave=35895&RicProgetto=reg-umb

http://www.sanfrancesco.com/san-francesco-assisi.asp?group=20&post=71

http://www.stradadeivinidelcantico.it/page.asp?idarticolo=2311

http://www.fratellofrancesco.org/www.fratellofrancesco.org/pdf/cannara_orme.pdf

 

Mappa

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