Chiesa della Madonna del Carmelo o del Carmine – Mantignana (PG)

La chiesa è compresa tra due cinte murarie del castello.

 

Cenni storici

Di tutte le chiese presenti a Mantignana dal XIV secolo in poi, questa all’interno del castello è l’unica sopravvissuta fino ai nostri giorni.
L’inizio della sua storia è databile sul finire del XVI secolo e risulta abbastanza singolare, infatti nel 1412 era stata fabbricata ai piedi del castello una chiesetta dedicata a San Giovanni, su iniziativa della famiglia Ughi, che la dotò di una mina di terreno; la chiesa sopravvisse per 160 anni, finché nel 1572 fu demolita per ordine del visitatore apostolico, poiché era pericolante.
Alla fine del XVI sec. ne fu allora edificata un’altra vicino alla porta del castello dal parroco Marcantonio Morello (oggi ne rimane dentro), e vi furono trasferite le suppellettili di quella demolita prendendone il titolo.
La chiesa si trova all’interno delle mura del castello, curiosamente compresa fra due cinte murarie, infatti, il Comune di Perugia avendo imposto ai mantignanesi nel 1135 un potenziamento delle difese del castello verso la Toscana, fu elevato un muro esterno che chiudeva uno spazio fra due torri quadrate e lo spazio che si era venuto a creare sicuramente in un primo tempo doveva avere destinazione militare difensiva.
La torre quadrata più grande era quella di ingresso al paese e la chiesa fu adattata in questo spazio fra le mura, però secondo le fonti documentative la chiesa sorse su un preesistente ospedale, attestato in un documento del 1463.
Poiché non ne fu completata la costruzione, nel 1632 fu affidata alle cure di Claudio Boncambi, poi di Boncambio Boncampi, mentre nel frattempo aveva cambiato titolo: non più San Giovanni, ma Santa Maria del Carmine, tuttora rimasto.
Nel 1835 la si trova elencata nell’inventario del parroco don Luigi Moretti, e vi risulta dotata di una piccola casa, è questo l’ultimo documento che ne fa menzione.
Il tetto della chiesa è stato rifatto nel 1930.
Nel 1981 nell’edificio sono stati effettuati lavori di consolidamento e restauro da parte della Soprintendenza per i Beni Architettonici dell’Umbria.
È dotata di due oratori privati, uno della famiglia Goretti ed eredi, esterno alla casa, l’altro, interno, della famiglia di monsignor Fabio Italiani.
 

Aspetto esterno

La facciata è ricavata su lato di antico rivellino e disposta lungo le mura del castello e presenta ancora l’imposta di una volta con ammorsatura di una volta e una feritoia.
Il portale in pietra, con arco a sesto acuto, è sormontato da mattonella con altarolo in cotto dove campeggia l’immagine della Madonna con Bambino.
 

Interno

E’ a navata unica con una pianta trapezoidale con restringimento verso l’altare dove a sinistra dello stesso si apre la porta di accesso alla sacrestia, la quale è a vari piani ed ha funzionato un tempo come casa del curato.
La parete di sinistra è parte delle vecchie mura castellane con il residuo di una feritoia, la parete di destra è un probabile passaggio di accesso alle mura.
Ha una copertura con volta a botte reale e lunettata; sopra la volta vi è una sala per riunioni con tetto in legno a falda unica.
Il pavimento è in cotto trafilato e ascendente verso l’altare che è rialzato di un gradino.
Entrando a destra in controfacciata troviamo una lapide scolpita trovata sotto il pavimento, la parete destra è aperta da due finestre (ex feritoie delle mura).
Dietro l’altare una tela raffigurante la Madonna del Carmelo in trono tra angeli e ai piedi Sant’Antonio da Padova a destra e San Giovanni Battista fanciullo a sinistra, è stata restaurata nel 1993.
Scendendo lungo la parete sinistra una tela della Madonna del Soccorso che accogliendo le suppliche di una donna allontana il demonio.
In controfacciata a sinistra della porta di uscita una tela di scuola umbra del 600 raffigurante la Madonna in gloria con Bambino tra Sant’Antonio da Padova, Sant’Eligio Vescovo e San Francesco d’Assisi.
La tela misura cm 205 x 155 e a piè d’opera compare la dicitura: “Francesco di Paolo Feseli fece fare per sua devotione Anno 1704“.
L’opera è stata restaurata dal maestro Eugenio Rosellini nel luglio del 2003.
 

Madonna del Carmelo

Nel Calendario della Chiesa è segnata a questa data la festa della Beata Vergine del Monte Carmelo.
Il giorno, quindi, deve essere considerato quale onomastico per tutte coloro che ripetono il nome di Carmela o Carmen o secondo la forma di provenienza spagnola, anche per quelli, non pochi, che ripetono i nome di Carmelo.
Il Carmelo è un monte che in Palestina si protende sul Mare Mediterraneo, formando un ripido promontorio o almeno era un tempo ricco di verde e di vegetazione, da cui il nome di “giardino” o “Frutteto“.
Nell’Antico Testamento si legge l’episodio del Profeta Elia il quale, pregando sul Monte Carmelo durante una disastrosa siccità che aveva colpito la terra di Israele, vide in cielo formarsi una nuvoletta, che rapidamente si allargò e presto coprì la volta celeste, sciogliendosi in una lunga pioggia ristoratrice, grazie alla quale la terra riarsa ritrovò fertilità e abbondanza.
La nuvola avvistata dal Profeta Elia e la pioggia miracolosamente caduta dal cielo viene considerata una delle molte figure profetiche di Maria, fonte di ogni grazia e pioggia di santità sull’arsura del male.
Lo stesso Elia, secondo là tradizione, avrebbe istituito sul Carmelo un Ordine di solitari che onorarono nella penitenza e nella preghiera la Vergine non ancora nata, destinata ad essere madre del Messia.
Per tracciane la storia dell’Ordine Carmelitano, occorrerebbe rievocare la veneranda figura di San Simone, denominato Stock ché, fuggito dodicenne dalla casa paterna si rifugiò come eremita nel tronco cavo di una grande quercia.
Nato nel Kent, in Inghilterra, nel 1185, Simone Stock divenne più tardi Superiore generale dell’Ordine dei Carmelitani.
Fu in questa alta carica che egli ottenne, dal Papa, l’approvazione definitiva della Regola carmelitana, già da tempo codificata da San Broccardo e dal Beato Alberto.
Ma ancora più importante, nella storia dell’Ordine religioso del Carmelo fu la visione di San Simone Stock, al quale, nel corso dell’anno 1251, apparve la Madonna in veste di Nostra Signora del Carmelo, consegnando al vecchio penitente e Superiore generale il prodigioso scapolare che ella annunziò, avrebbe liberato dalle pene dell’inferno tutti coloro che lo avessero indossato.
All’eco di questa apparizione e alla diffusione dello scapolare del Carmelo, è legata la grande fioritura dell’Ordine carmelitano tra d XIII e il XIV secolo.
Ma non si creda che l’anzianità di quest’Ordine risalga soltanto al tempo di San Simone Stock, o tutt’al più a quello di San Broccardo.
Quando, nel 1226, la nuova Regola monastica fu approvata dal Papa Onorio III, i Carmelitani istituirono la festa della Madonna del Monte Carmelo, per festeggiare il riconoscimento della loro Regola e al tempo stesso per ricordare l’antichissima origine della spiritualità carmelitana.
L’Ordine del Carmelo vide, in quei tempi una vastissima diffusione in tutti i paesi cristiani, accompagnando la diffusione dell’Ordine francescano e di quello domenicano.
Non mancò città che non avesse la sua chiesa dedicata a Maria, fiore del Carmelo, e il suo convento di Carmelitani, continuatori di una millenaria tradizione di pietà mariana. Nella festa della Madonna del Carmelo si ritrova così un ideale punto di incontro tra i millenni dell’Antica alleanza e i secoli della Redenzione.
 

Fonti documentative

F. Peroni – Mantignana la sua gente la sua storia – 2001
Nota esplicativa in chiesa
Perugino pittore devozionale; modelli e riflessi nel territorio di Corciano – a cura di Francesco Abbozzo e Alessandra Tiroli 2004

https://it.wikipedia.org/wiki/Mantignana

http://www.chieseitaliane.chiesacattolica.it/chieseitaliane/schedaca.jsp?sercd=28990

 

Mappa

Link coordinate: 43.158257 12.288068

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