Chiesa della Madonna del Granello – Branca di Gubbio (PG)

La domenica e tenuta aperta anche se non c’è celebrazione religiosa, dal momento che è molto forte la devozione della popolazione locale verso la Sacra Immagine.

 

Cenni Storici

La chiesa, situata alle pendici del colle sulla cui sommità sorge il castello di Branca, fu nella cura della chiesa di San Silvestro posta a pochissima distanza.
Non conosciamo la data della costruzione della chiesa della Madonna del Granello, tuttavia, due notizie certe ci aiutano a datarla con una certa precisione.
La prima è che nella carta topografica del Giorgi (1574) la chiesa non viene riportata e poiché tale mappa è assai particolareggiata e precisa, è da ritenete che a quella data non era costruita; la seconda è che nel 1595 il conte Nolfo della Branca lascia scritto nel suo testamento che il suo corpo dovrà estere sepolto nella chiesa di S. Maria del Granello.
Verso la fine del 500, dunque, la chiesa era costruita o si stava costruendo.
E’ documentato che dal 1613 al 1623 vi vengono celebrati alcuni matrimoni.
Nella Visita Pastorale del 1635 viene decritta con un solo altare e nelle forme interne ed esterne più o meno come la vediamo ora, con la differenza che a quel tempo non esisteva ancora il campanile ed i fedeli venivano chiamati a raccolta con una piccola campanella portatile.
Verso la fine del ‘600 la chiesa, per le continue infiltrazioni di acqua piovana, aveva bisogno di essere riparata.
Furono fatti sicuramente dei lavori, poiché nel 1701 si dice che la chiesa è ben tenuta; ma, già nel 1709 la stessa “ha bisogno di riattazione”.
Nel 1717 si dice che minaccia di crollare e questa volta, non si fece nulla per ripararla o si fece poco, dal momento che successivamente la chiesa risulta costruita “de novo” e ridotta nelle dimensioni appropriate.
A metà circa del ‘700, purtroppo, la chiesa è di nuovo danneggiata in seguito alle scosse di un violento terremoto.
Tra la fine del 1700 e gli inizi del 1800 vengono fatti diversi lavori, soprattutto, all’interno della chiesa.
II 20 aprile 1786 viene fatto un nuovo portone, lo stesso giorno dieci anni dopo, viene trasportato l’ornato che era in S. Maria Nuova di Gubbio e collocato all’altare dello Madonna.
Nello stesso anno viene fatto il campanile e a giugno del 1803 viene fatto un confessionale, il pulpito e la balaustra.
Nelle visite successive è in buono stato fino al 1916, dopodiché intorno agli anni 50 è stata oggetto di lavori di consolidamento che necessitarono la chiusura.
Fu riaperta al culto il 19 agosto 1956 alla presenza del Vescovo Mons. Beniamino Ubaldi e nel 1994 è stata restaurata l’immagine della Madonna.
La chiesa è stata di nuovo chiusa in seguito al terremoto del 1997 e riaperta nel 2011.
 

Aspetto

La chiesa della Madonna del Granello è ad unica navata con abside a catino (privo di volta) e presbiterio sopraelevato.
La costruzione del muro di spinta tra aula o catino sembrerebbe funzionale alla posa dell’affresco quattrocentesco incorniciato in stucco rappresentante la Madonna con Bambino.
Il vecchio abside che assume la funzione di sagrestia, è coperto da travi lignee, disposte a raggiera, travetti e mezzanelle in cotto.
La navata è coperta da tre capriate lignee, arcarecci e mezzanelle, impostate sulle murature longitudinali ed oggi riposte a faccia vista.
Sulle murature esterne (in arenaria non squadrata se non nei cantoni della facciata principale), sono presenti malte a base di calce attribuibili ad almeno tre epoche diverse, oltre a costruzioni in cemento.
La facciata presenta, oltre al portale ed al finestrone anche due finestre laterali ora architravate e di cui si hanno notizie, come si è visto, nel 600.
Sopra la chiesa, vi è il campanile a vela in mattoni con una sola campana.
 

L’affresco della Madonna

L’affresco della Madonna con Bambino compare già nella Visita Pastorale del 1635 dove viene descritta “coperta in parte da un padiglioncino di ciambellotto rosso ma assai scolorito”.
Questo ciambellotto costituito da una tela di pelo di capra o di cammello, serviva a coprire, in qualche modo, ciò che era andato perduto del dipinto.
E anche nei secoli seguenti, vari ornamenti saranno posti intorno all’immagine della Madonna.
Nel 1796 vi fu posto l’ornato che ora stato prelevato dalla chiesa di S. Maria Nuova e una tendina con girelle e cordicelle.
Ugualmente, furono fatte ripulire le corone d’argento della Madonna e del Bambino e rifatte alcune stancate d’argento.
Nel 1826 il dipinto fu restaurato dall’eugubino Alessandro Alessandrini, il quale ricoperse l’immagine della Madonna con un finto tendaggio.
La grande devozione che i fedeli avevano, li portava ad appendere ex voto non solo sulle pareti della chiesa, ma anche intorno all’immagine della Madonna, per cui ai primi del ‘900 il vescovo stabili di toglierli.
Nulla di particolarmente rilevante è stato fatto, fino ai primi anni quaranta quando, nuovamente, il dipinto fu ricoperto da una tendina che veniva aperta durante le sacre funzioni, ma negli anni cinquanta venne tolta.
Il prof. Enzo Storelli afferma che con molta probabilità la sacra immagine era legata in origine ad un’edicola o una cappellina di campagna.
Non esistono notizie storiche che possano attribuire ad un periodo storico la sua realizzazione, tantomeno all’autore; attraverso un’analisi dei dettagli e della forma, si suppone comunque che la sua realizzazione sia avvenuta nell’ultimo quarto del 300 e il suo autore possa essere un artista di notevole capacità e levatura, legato alla cerchia e alla corrente di Guido Palmerucci (1280 ? -1345), capo-scuola, insieme al Mello, della pittura eugubina del Trecento.
Per la datazione dell’opera aiuta un graffito alla base dello stesso fatto da un certo “Falcelli de Colmollaro” datato 1486 e farebbe pensare che l’affresco si trovava ancora, a quella data nell’originale allocazione, infatti è impensabile che qualcuno si sia arrampicato sull’altare per fare l’incisione, visto come è collocato nella chiesa.
Il distacco potrebbe essere avvenuto tra la fine del 500 e l’inizio del 600.
La figura dell’Eterno benedicente fra angeli posto al disopra della Madonna è un’aggiunta eseguita intorno al 700.
Alcuni anziani del posto affermano (erroneamente) che l’affresco provenga dalla vecchia chiesa di San Michele sita nel castello di Colmollaro.
 

Fonti Documentative

B. Cattaneo e F. Cece – Branca la parrocchia – 2015
 

Mappa

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