Monastero della Santissima Trinità – Porchiano del Monte di Amelia (TR)

 

Cenni storici

Si raggiunge da una semplice stradicciola immersa nel bosco che circonda il paese, lungo le mura a sinistra, ripercorrendo un vecchio sentiero pedonale per Lugnano.
È una deliziosa antica abbazia “Extra Castrum Porchiani” risalente a prima dell’anno 1000, inserita in un complesso risalente al secolo XII e che comprende anche alcuni edifici presbiteriali, di epoca probabilmente successiva, e una torre.
Circa le origini della chiesa in un interessante documento della visita pastorale del monsignor Camaiani, nel 1574, si legge: “In prossimità del castello di Porchiano sorge l’insigne chiesa dedicata alla SS Trinità che anticamente fu monastero, più propriamente abbazia illustre come chiaramente risulta dai resti delle crollate mura…”.
Il Vescovo parla della grandiosità della antica abbazia andata però in rovina e della necessità di curare e riparare sia il tetto sopra l’altare che le mura dell’antica fabbrica della chiesa che hanno urgente bisogno di manutenzione e difesa dal pericolo di andare in rovina a causa di grandi “fexurae seu crepature”.
Se nel 1574 il Vescovo scrive che l’abbazia è andata in rovina e la chiesa è pericolante, e ordina di chiuderne le crepe per la festa del Mistero della Santissima Trinità, certamente le origini del nucleo centrale possono risalire a molto prima del XI secolo.
Purtroppo il Vescovo apprezza poco l’arte e il valore degli affreschi e dà ordine di imbiancare le pareti dell’abside una volta riparate.
Ordina poi che l’altare “vale exiguum” deve essere ingrandito nella misura di un palmo e deve essere rivestito con una pedana di legno.
Ordina anche che gli affreschi consunti dal tempo siano ritoccati dalla mano di un pittore.
Nel corso dei secoli successivi attraverso varie vicissitudini la chiesa cadde poi nell’incuria e fino a qualche decennio fa era adibita a magazzino.
Fortunatamente negli anni seguenti ha subito un radicale restauro e nel 1983 è stata affidata dal Vescovo alla Comunità Incontro di don Gelmini, e oggi ospita alcuni ragazzi nel loro percorso di lavoro e riflessione.
Il luogo è tornato all’antico splendore, silenzioso e immerso nella natura.
La chiesa, che appartiene al capitolo della Cattedrale di Amelia, è di stile romanico locale, con una facciata realizzata in travertino finemente lavorato e un portale a tre elementi monolitici sormontati da un archivolto nel medesimo materiale.
 

Inteno

Nell’intervallo c’è una lunetta che probabilmente conteneva un affresco.
L’interno della chiesa è composto da un’unica navata intercalata da nicchioni laterali un tempo completamente affrescati.
Sulla controfacciata si trovano frammenti di affreschi non leggibili.
Sul primo nicchione di sinistra vi è una Deposizione del XV secolo e un altro affresco non visibile a causa di una teca apposta davanti.
Sul terzo nicchione rimane, molto danneggiato, un San Tommaso che immerge la mano nel costato di Cristo, accanto quel che resta di una Madonna coronata da Angeli, opera seicentesca di non buona mano.
Una bella tela del Settecento illustra chiaramente il Mistero della Santissima Trinità: Dio Padre sorregge il Figlio crocifisso e lo Spirito Santo domina nel nome del Padre.
La tela è ripresa da un affresco andato quasi completamente distrutto, posto nel quarto nicchione di destra.
Ai lati le immagini di alcuni santi, a sinistra, in basso Sant’Apollonia, in alto un santo francescano; a destra, in basso Sant’Agata, in alto Sant’Antonio Abate.
Nel quinto nicchione di destra è affrescata una Madonna col Bambino, molto deperita, a fianco, quasi illeggibile una Trinità.
Nel quarto nicchione di destra è affrescata una Madonna col Bambino, tra Santa Barbara e Santa Lucia, del tutto insolita la raffigurazione della Madonna che mostra un ginocchio ignudo, sotto si legge la scritta FATA FAR BARTOLOMEO GNAPA ANO 1611.
Nel terzo nicchione di destra affreschi quattrocenteschi di buona mano, nello stile di Piermatteo d’Amelia, raffiguranti, Sant’Antonio Abate, San Rocco, insolitamente biondo, e una figura muliebre orante di raffinata fattezza, forse una Madonna.
Nel secondo nicchione di destra, sulla faccia sinistra del pilastro sono raffigurate due piccole figure, probabilmente i committenti, al centro un quattrocentesco San Sebastiano.
Nel primo nicchione di destra vi sono altri due affreschi, il primo quattrocentesco di buona mano, raffigura un’insolita Trinità benedicente, sotto si legge la scritta F.F. DATIA PER VOTO, il secondo Cristo Benedicente.
 

Nota di ringraziamento

Si ringrazia la Diocesi di Terni – Narni – Amelia per la collaborazione e l’autorizzazione alla pubblicazione delle foto.
 

Fonti documentative

http://www.porchianodelmonte.info/

http://turismoqr.it/amelia/porchiano.html

 

Nota

La galleria fotografica ed il testo sono stati realizzati da Silvio Sorcini.
 

Mappa

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