Chiesa di S. Maria delle Scalelle – Roccafluvione (AP)

Cenni Storici

Attualmente la chiesa (mt 18,00 x 6,50) si presenta a navata unica orientata ad Est con snello campanile cuspidato (mt 2,50 x 2,50 x 16,00) inglobato nella facciata sul lato destro. Il prospetto a capanna, in masselli squadrati di arenaria, presenta un portale semplice ed elegante architravato su mensole modanate, datato 1516, sormontato da lunetta e da una piccola monofora. Il lato Nord adiacente al cimitero non presenta nulla di particolare, mentre in quello Sud si trova un semplice portale laterale con architrave su mensole e tracce di antiche monofore ora chiuse; le attuali finestre semicircolari così come la pennuccia in laterizio del tetto risalgono a dei restauri della metà del sec. XX. Addossato alla parete di fondo della chiesa si vede il piccolo fabbricato del romitorio caratterizzato da due strette feritoie. L’ingresso presenta uno stretto atrio, affiancato da un lato dal campanile e dall’altro dal battistero ai quali si accede dalla navata; sopra a questi vi è un piccola cantoria. L’aula si presenta a pianta rettangolare tinteggiata, eccetto il notevole arco trionfale lapideo del 1549, con il soffitto a capriate lignee e alcune nicchie con statue di Santi; l’attuale pavimento in marmette di graniglia risale ad un intervento della metà del sec. XX; interessanti sono il fonte battesimale in arenaria e l’acquasantiera laterale in travertino. Il presbiterio, rialzato dall’aula di un gradino, presenta la volta a crociera e un altare barocco su un dossale affrescato del secolo XVI, contenente una nicchia con la statua fittile della Madonna con Bambino, altre due nicchie sono presenti ai lati come pure due porte, quella a sinistra che immette in sacrestia, quella a destra in un locale dell’antico romitorio.

La chiesa di Santa Maria Assunta si inserisce nel contesto storico dell’influsso Farfense nel “Comitatus Asculanus”. Effettivamente i monaci provenienti dalla famosa abbazia del reatino dettero un forte sviluppo al territorio con le loro opere di bonifica e con l’edificazione di chiese ed oratori in molte località, favorendo gli insediamenti in collina e in montagna. L’assenza di documentazione archivistica obbliga ad analizzare il manufatto. Da questo si evince che l’attuale area presbiterale doveva costituire lo spazio sacro originario medievale; le successive aggiunte poi di navata e campanile, e in seguito anche del romitorio, rivelano chiaramente l’intervento di maestranze lombarde, molto attive sul territorio tra il sec. XV e inizio del XVI. Inagibile per il terremoto del 1997, è stata riaperta al culto domenica 19 maggio 2013 dopo importanti lavori di restauro realizzati con il contributo dell’8X1000 della CEI.

Il paramento murario è rivelatore delle diverse fasi costruttive del manufatto; in effetti l’attuale parte presbiterale, in masselli perfettamente squadrati, rivela la maggiore antichità e va identificata con la primitiva chiesa medievale di origine farfense. La navata, edificata nel 1549, si caratterizza infatti per una muratura più grezza come pure l’edificio del romitorio, posto in fondo al complesso; le attuali finestre semicircolari della chiesa e la pennuccia in laterizio del tetto, risalgono a restauri della metà del sec. XX. Con i recenti restauri realizzati tra il 2012 e il 2013 con il contributo dell’8X1000 della CEI, i mattoni moderni degli archi delle finestre della chiesa e del campanile sono stati sostituiti con conci in pietra arenaria, la cuspide del campanile è stata ricoperta di rame e l’intero paramento murario del complesso è stato ripulito e ristuccato.

L’interno si presentava come è attualmente già alla metà del sec. XVI, quando fu costruita la navata; la realizzazione del vano del battistero con la sovrastante cantoria risale ad un’epoca successiva. La quota del pavimento era più bassa dell’attuale come può desumersi dalle basi dell’arco trionfale, realizzato nel 1549, in parte sepolte. L’altare risalente agli inizi del sec. XVI a giudicare dagli affreschi ivi presenti, è stato poi dotato in epoca tardo-barocca di una ricca mensa policroma in gessone ascolano di scuola giosaffattesca. Nella metà del sec. XX è stato posato l’attuale pavimento in marmette di graniglia. Con i recenti restauri realizzati tra il 2012 e il 2013 con il contributo dell’8X1000 della CEI, oltre alla ritinteggiatura, è stata riportata in luce la cantoria, da tempo tamponata, ed è stato rinnovato e potenziato l’impianto elettrico.

 

Per approfondimenti maggiori: www.beweb.chiesacattolica.it

 

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