Chiesa di San Bartolo di Correggiano – Assisi (PG)

Chiamata anche chiesa di San Bartolomeo di Corregiano, è stata ultimamente recuperata dopo anni di abbandono.

 

Cenni storici

Sorge su un poggio nella parte più occidentale del territorio di Assisi, in prossimità dell’abitato e la cui abside verso oriente volta al massiccio complesso del Sacro Convento dall’altra parte della valle.
La chiesa detta anche di San Bartolomeo di Correggiano ( o Coriano come in origine era chiamato il vocabolo che risultava essere anche una Balia di Assisi), era alle dipendenze dell’Abbazia di Farfa già dal 1019 (in realtà in un documento del 1.000 si parla già di una chiesa nei paraggi di Correggiano).
I Benedettini vi eressero un Priorato, documentato in una pergamena conservata al Capitolo della Cattedrale di Assisi, dal 1088, in occasione della donazione, da parte di un Assisano, di 10 modioli di terra al Priore Letone, rappresentante dell’Abbazia di Farfa.
Nel 1198 è elencata fra i beni del Vescovo Guido di Assisi nella famosa bolla di Innocenzo III.
Nel 1201 ebbe come rettore il diacono ordinario Giovanni di Itta di Letone mentre nel 1225 era Priore tale dominus Bevegnate.
Nel 1333 e nel 1334 Bartolo, suo Priore, paga una ricca decima corrispondente a otto libbre e sette soldi.
La chiesa compare nel catasto dei beni ecclesiastici del 1354 e risulta, all’epoca, possedere sedici appezzamenti di terreno per estimo, pari a 5.199 libbre.
Ricordata dal Cenci in vari documenti del XV secolo ( 1401,1412,1417) risulta ancora fra i beni dell’Abbazia di Farfa.
Nella visita pastorale di monsignor Simone Marco Palmerini vescovo di Assisi dal 1716 al 1731 la chiesa risulta “ben tenuta e provveduta del necessario“.
La decadenza della struttura è probabile che sia iniziata nel XIX secolo e che si sia acuita , cone per tante altre strutture, dopo l’Unità d’Italia con la soppressione delle corporazioni religiose a seguito della demaniazione dei tanti beni della Chiesa.
Con il corso dei secoli ha quindi conosciuto decadenza e abbandono fino ad essere usata come magazzino rurale, addossata alla chiesa è stata edificata una struttura colonica che ne ha sacrificato l’abside.
 

Aspetto esterno

La facciata in pietra rosa locale, si è salvata dal crollo del tetto e conserva i caratteri romanici.
Il potale ha un architrave in travertino con lunetta con arco a tutto sesto in pietra bianca e rossa dove un tempo era dipinta l’immagine del santo dedicatario San Bartolomeo; al di sopra un oculo in asse ne garantisce l’illuminazione interna.
 

Interno

L’interno a navata unica non conserva più nulla dell’originaria struttura priva di ogni forma di affresco evidente e in condizioni davvero pietose.
 

Aspetto attuale

La chiesa è interessata da lavori di restauro.
 

Bibliografia

Chiese Romaniche in Umbria di Bernardino Sperandio 2001
F. Guarino – La Valle del Tescio – Accademia Properziana del Subasio Assisi, Parco Regionale del Subasio – 2006
 

Mappa

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