Chiesa di San Francesco – Bevagna (PG)

La chiesa conserva la pietra su cui posò i piedi San Francesco durante la predica agli uccelli a Piandarca.

 

Cenni Storici

In origine la chiesa e il convento, erano stati costruiti fuori porta San Giovanni, e risultavano del tutto inadatti allo scopo, perciò, nel 1275 (come asserisce un documento conservato nell’archivio dei Minori Conventuali) il priore e i canonici di Sant’Angelo donarono ai Minori un oratorio, detto di San Giovanni, per permettere a quei Padri di costruire convenientemente il loro convento.
Così la chiesa dei seguaci di San Francesco si intitolò, in un primo momento, a San Giovanni Battista e poi
a S. Francesco.
La sua costruzione dovette durare a lungo se, oltre un secolo dopo, esattamente il 6 gennaio 1382 Petruccio di Coletta lasciava morendo una casa per la fabbrica della chiesa dei frati minori di Bevagna.
La chiesa venne a trovarsi sul punto più alto della città (m. 225 s.l.m) e probabilmente dove nell’antichità si trovava un tempio romano.
Il chiostro con colonne e pitture risale al 1212 e venne dipinto nel 1655 da Bernardino Gagliardi di Città di Castello con immagini della vita di S. Francesco, che oggi non sono più visibili; il campanile con la sua sottile guglia risalirebbe al XIII-XIV sec.
L’esterno della chiesa e forse anche la torre delle campane vicino al coro, appartengono alla prima
fabbrica, probabilmente del sec. XIII, ma l’interno fu rinnovato nel 1756, pur conservando varie opere dei secoli anteriori.
Dopo i Francescani fa tenuto dai PP. Dottrinari; già nell’Ottocento è stato sede della scuola di musica e da sempre dedicato alla pubblica istruzione, infatti fu adibito a scuola elementare, a ginnasio e scuola tecnica.
Tra il 1911 e 1912 viene presentato da parte dell’ing. Ennio Pascoli il progetto per il restauro del convento, adibito a scuola, oggi il convento, restaurato dal Comune nel 1980, è sede della scuola primaria intitolata al tenente Ugo Marini.
La chiesa, officiata inizialmente dai Padri Dottrinari e poi chiusa per ordine del governo napoleonico, viene nuovamente officiata dai preti secolari, essendo stata concessa dal Comune a sede della Confraternita del Gonfalone.
Nel 1913 l’Amministrazione comunale delibera il passaggio della Confraternita del Gonfalone nella chiesa di S. Filippo e dispone la soppressione della officiatura della chiesa di S. Francesco, che adibisce a biblioteca e pinacoteca; in realtà il materiale raccolto non viene mai riordinato e la chiesa è ridotta a magazzino comunale per accumulo di legname e materiale scolastico in disuso.
Dieci anni dopo la biblioteca e la pinacoteca vengono trasferite nel locale appositamente adibito nell’ex convento di San Domenico17 e quindi nel palazzo della sede comunale; il 26 ottobre 1921 il Regio Commissario comunica al Vescovo di Spoleto la riapertura al culto della chiesa di S. Francesco a tutt’oggi mantenuta.
 

Aspetto

La facciata, a capanna, è adorna di un elegante portale polistilo a tutto sesto, con capitelli foliati in marmo.
 

Interno

La semplicità austera della facciata e del campanile contrasta con gli stucchi elaborati dell’interno che è ad una sola navata ed è stato completamente rinnovato nel XVIII secolo.
Oggi nella chiesa ci sono l’antico stendardo della Confraternita del Gonfalone ed il dipinto della Madonna della Misericordia, proveniente dall’ex chiesa del Gonfalone, posto a destra dell’altare.
Vi si ammirano due tele di Dono Doni per il convento e un quadro di Ascensidonio Spacca commissionato dalla Confraternita del Gonfalone il 17 gennaio 1580 per l’altar maggiore della loro chiesa.
Da una piccola porta a destra si accede alla cappella Ciccoli, che ospita la tomba del suo committente Gisberto, con affreschi, in cattivo stato di conservazione, risalenti al XVI secolo, con una Pietà di Ascensidonio Spacca (1560-1646).
A sinistra dell’altare in alto è incastonata, protetta da una grata, la pietra su cui, secondo la leggenda, avrebbe posato i piedi San Francesco durante la “Predica agli uccelli” a Pian d’Arca.
La seconda cappella a destra della Madonna di Loreto, risale intorno al 500 ed è forse opera di Galeazzo Alessi, presenta pregevole e insolita volta decorata da maioliche smaltate attribuite alla bottega toscana di Santi Buglione ed una bella tela con “Immacolata, Trinità e Santi” sempre dello Spacca.
 

Presenza di San Francesco a Bevagna

S. Francesco fu più volte a Bevagna, castello che si trovava sulla strada più breve che da Assisi, per Montefalco, Spoleto, Terni, portava alla Valle di Rieti, terra tra le predilette dal Santo.
E oltre alla predica agli uccelli avvenuta a Piandarca e dettagliatamente documentata in questo sito, il Santo qui compì vari miracoli documentati da fra Tommaso da Celano che di segiuto vengono riportati.

Una volta Francesco era diretto a Bevagna, ma indebolito dal digiuno, non era in grado di arrivare al paese. Il compagno mandò umilmente a chiedere a una devota signora del pane e del vino per il santo.
Appena la donna conobbe la cosa, insieme a una figlia vergine consacrata a Dio, si avvio di corsa per portare al santo quanto era necessario. Ristorato e ripreso alquanto vigore, rifocillò a sua volta madre e figlia con la parola di Dio

Fra Tommaso da Celano – Vita di San Francesco d’Assisi – Vita II 114.

Bevagna è un nobile castello della Valle spoletana. Viveva in esso una santa donna, con una figlia vergine ancor più santa e una nepote assai devota di Cristo.
San Francesco onorava spesso la loro ospitalità con la propria presenza, poiché aveva anche un figlio nell’Ordine, uomo di specchiata virtù.
Ora la nipote era priva del lume degli occhi esterni, benché quegli interi, con i quali si vede Iddio, fossero illuminati di meravigliosa chiarezza.
San Francesco implorato una volta perchè avendo pietà del male di lei, avesse anche riguardo alle loro fatiche, inumidì gli occhi della cieca con la sua saliva, per tre volte, nel nome della Trinità, e le restituì la desiderata vista
“.
Fra Tommaso da Celano – Vita di San Francesco d’Assisi – Trattato dei Miracoli, 120.
 

Da vedere nella zona

Edicola di Piandarca
Castello di Torre del Colle
Castello di Castelbuono – Bevagna
 

Fonti documentative

A. Falsacappa, G. Mariotti, P. Porzi – Bevagna gemma del piano – 2013
Giulio Spetia – Studio su Bevagna – 1972

http://www.comune.bevagna.pg.it/

http://prolocobevagna.it/

Cartellonistica in loco
 

Mappa

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