Chiesa di San Marone (ex Abbazia di Santa Croce di Volperino) – Volperino di Foligno (PG)

Un’altro gioiello sconosciuto alla maggior parte delle persone nascosto sulla montagna folignate.

 

Cenni storici

La chiesa di San Mauro (Marone o Maroto un eremita siro-libanese vissuto nel IV secolo presso la città di Aleppo, fondatore della Chiesa Maronita) risale probabilmente a data anteriore al 1100.
Il paese di Volperino, a Sud del monte Cupigliolo a quota 830, nel primo medioevo venne scelto dai Benedettini di Sassovivo per un loro insediamento.
Diverse sono le versioni che attribuiscono la dedicazione al santo libanese: la prima la fa risalire al conte Michele di Uppello che nel 1096 dopo aver partecipato alla prima crociata, riportò in patria la reliquia (una testa) di un santo abate, Marone e la donò alla famosa abbazia benedettina di Sassovivo, la quale a sua volta, nel XIII secolo, la lasciò alla chiesa parrocchiale di Volperino.
La seconda versione è che nel 1130 un abate benedettino residente a Santa Croce in Sassovivo, recatosi in quelle contrade, ricevette in dono la testa del santo che, ritornato in patria, depositò in Sassovivo.
L’abate si recò a predicare in Volperino, e narrando i miracoli e le virtù di San Mauro, tanto infervorò gli animi degli indigeni, che questi promisero di erigere e dedicare una chiesa al santo.
Nelle carte dell’Abazia di Sassovivo (sorta sotto il Pontificato di Gregorio VII 1073-1085) il nome “Gulperinum“, l’odierno Volperino, compare a partire dal 1103, in riferimento a vendite e donazioni fatte da privati al Monastero.
La denominazione era le “Croce di S. Mauro in Volperino” che compare invece per la prima volta nella bolla di Innocenzo Il al Vescovo di Foligno datata 10 giugno 1138, nella quale, nel determinare esplicitamente i confini del Vescovato e confermare le posizioni e le pievi, viene usata la dicitura “usque ad crucem Sancti Mauri” e dipendeva dall’Abate di Sassovivo.
È la prima volta che si nomina S. Maroto o S. Mauro questo è il titolo della chiesa principale e parrocchiale di Volperino, che, come si è detto, dipendeva dall’abate di Sassovivo.
Questa è la ragione per cui non era la chiesa direttamente a versare la decima allo stato ecclesiastico, bensì l’abate di Sassovivo.
Questa testimonianza dell’esistenza del culto di S. Mauro in Volperino e di una cappella eretta in suo onore, concorda dal punto di vista della delazione con la costruzione della Chiesa antecedente a questa data, cioè 1130-1135.
Per quanto concerne la realizzazione della chiesa stessa, risulta certamente edificata solo nel 1152 quando Mons. Benedetto, vescovo di Foligno, concede la Chiesa di S. Mauro (o volgarmente chiamata San Maroto) all’Abate di S. Croce di Sassovivo nominandola “Abbazia di Santa Croce di Volperino” su impronta e somiglianza alla casa Madre.
Per quanto riguarda le vicende costruttive delle chiesa sappiamo inoltre che l’abate la restaura nel 1180.
Nella Chiesa l’Abate mandava un monaco come Priore che della Chiesa riscuoteva le decime; nella “Libra ed extimatio” dei beni della Chiesa e della città e delle diocesi di Foligno, compilata nel 1295, la Chiesa di S. Mauro figura come la chiesa principale e parrocchiale di Volperino.
Nel tempo, in seguito a lasciti ed al fatto che fu arricchita da molte indulgenze, il prestigio e l’importanza di detta chiesa si accrebbero e sulla primitiva struttura furono eseguiti lavori di restauro, di abbellimento e di ampliamento.
Coordinando e disponendo in ordine cronologico gli elementi forniti da fonti storiche, da documenti notarili osservabili “de visu‘, è possibile dedurre che, tre il 1475 e il 1525 venne eseguita la maggior parte di detti lavori, tra i quali certamente il restauro dell’Altare Maggiore e l’esecuzione di alcuni affreschi che decorano la navata centrale e l’abside stessa.
Nel 1476 Filippo Sarzana, Commendatario del monastero di S. Croce di Sassovivo concede 100 giorni di Indulgenza a chi visiterà la Chiesa di S. Maroto della Villa di Volperino.
Nel 1486 viene eseguito l’affresco datato più antico che decora uno dei pilastri della navata destra.
Nel 1490 il Vescovo Luca Cibo, che aveva rilevato che la Testa del Santo “in quella villa” non era venerata e custodita come si conveniva decise di dare maggiore dignità al Teschio di San Marone sottraendolo ai Volperinesi e facendolo porre tra le sacre reliquie della Cattedrale di San Feliciano di Foligno inserita in un busto d’argento donato da Domenico di Martino Borsciani sacerdote di Foligno.
Nel 1499 tale Giovanni Olivieri a Centi, redige un testamento nel quale designa sue erede universale la Chiesa di S. Mauro, perché in essa sia costruita una cappella con un altare dedicato a S. Maria di Loreto.
Nel 1523 la cappella risulta portata a termina e per essa viene creata una Cappellania.
Nel 1517 e 1519 vengono eseguiti due altri affreschi, sempre lungo la navata centrale.
Nel 1519 venne eseguito anche l’affresco che decora l’abside e che raffigura la Madonna di Loreto.
Nel 1521. gli abitanti di Volperino decidono di restaurare l’Altare Maggiore che viene consacrato allo stesso S. Mauro il 9 Gennaio 1521 dal Vescovo di Foligno.
Nel registro fatto compilare dall’abate commendatario card. Rusticucci nel 1586 viene infatti ricordato anche S. Maurus de Volperino tra gli insediamenti religiosi della diocesi di Foligno, dipendenti da Sassovivo.
Altra indulgenza si aggiunge alla precedente, concessa nel 1475.
La chiesa si può definire ultimata nel 1525 ma altri lavori verranno eseguiti nel 1600.
Nel sec. XVIII fu ricostruito il campanile; si ha notizia che la campana maggiore fusa nel 1773, a seguito della rottura causata dell’allora campanaro Simonetti Antonio, fu rifusa nel 1914.
Il pavimento della chiesa in granita arrotato fu rinnovato nel 1918 con la chiusura delle quattro, buche di accesso alle tombe funerarie.
Il monumentale altare cinquecentesco nel 1950 fu sostituito con un altare a gradinate di travertino più moderno.
Il pavimento delle zona absidale è stato rifatta nel 1980 can materiale cotto e l’altare poggia su una pietra che faceva parte dell’antico altare, risalente al primo altare della chiesetta edificata prima del mille nello stesso posto, tanto è vero che il ceppo fu trovato scavando per abbassare il piano absidale, sotto il vecchio Altare quando fu pavimenta l’abside.
La Parrocchia, in seguito al decreto vescovile del 1° settembre 1986 ed al conseguente decreto del Ministero dell’interno del 19 gennaio 1987, è stata soppressa ed inglobata nella Parrocchia di Sant’Ansovino in Casenove di Foligno.
Alcune reliquie di questo santo furono restituite al Libano dal vescovo di Foligno Arduino Bertoldo nel gennaio 2000, e furono accolte con grande commozione dalla cristianità libanese.
Il 25 novembre 2005 le reliquie presenti a Sassovivo furono trafugate dall’Abbazia.
In questa Chiesa di S. Mauro o Maroto, come comunemente si nomina, fu consacrata a di 18 di agosto, e sotto questo stesso giorno vi fu solennemente trasferita la sacra testa di detto santo.
E quindi deriva che sebbene la memoria del Santo è celebrata dalla S. Chiesa nel Martirologio Romano il giorno 27 di gennaio; tuttavia nella predetta Villa di Volperino in riguardo di questa consacrazione, e traslazione, se ne solennizza la sua festività ogni anno il 18 di agosto e lo stesso giorno nella Diocesi di Foligno si recita Messa e Uffizio doppio fino ad oggi.
 

Aspetto esterno

Il complesso di Santa Croce (S. Mauro o S. Marone) a Volperino, sede di un monastero di Benedettini, che dipendeva dall’Abbazia di Sassovivo, è giunto fino a noi con assetto medioevale, sebbene la chiesa sia stata adattata alla liturgia nel secolo XVII e nel 1980, subendo pesanti restauri, come la costruzione di muri a scarpa esternamente alle navate laterali, il rifacimento moderno della facciata e il rinnovamento di altre strutture.
La stradina abbaziale che nel 1842 ancora conduceva alla corte dell’ex monastero e alla chiesa dimostra come lo spazio sacro sia nato per esigenze particolari, l’insieme architettonico si trasformò poi con la privatizzazione delle strutture monastiche.
Infatti, la chiesa, divenuta già da tempo parrocchiale, è rimasta l’unica struttura di servizio religioso per un piccolo paese.
Per dare un nuovo accesso al sagrato, si rese necessario aggirare l’abitato, intorno all’abside da Est fino alla porta principale da cui si accede per le funzioni.
La facciata è a quattro spioventi, con tre finestre, due ai lati e una sopra il semplice portale d’ingresso.
La stessa in origine era a capanna, poi è stata modificata nel 1950 con l’innalzamento a vela della navata centrale.
Sulla sommità della facciata c’è una scultura rappresentante una croce sopra tre monti simbolo dell’Arme del Monastero di S. Croce dalla quale dipendeva.
L’ingresso principale è sulla facciata; altri ingressi secondari si aprono ai fianchi della chiesa comunicando con le navate laterali.
L’abside è poligonale.
Nell’esterno del muro di sinistra che da nella corte interna del monastero è murato un crocefisso in pietra considerato fra i più antichi dell’Umbria.
 

Interno

La forma della primitiva chiesa evidenziava fin dalle fondamenta la struttura della croce, solo alla fine del XV secolo si aggiunsero le navate laterali.
La chiesa S. Mauro ha pianta basilicale a tre navate ripartite da pilastri che in origine probabilmente erano completamente affrescati e ne rimangono ampie tracce e con un abside poligonale soluzione inconsueta per una chiesa di un paesino di montagna.
Nei muri absidali sono ricavate tre nicchie: la centrale rettilinea, le laterali a sviluppo semicircolare.
Cinque sono gli altari, di cui il maggiore è stato recentemente rinnovato per la nuova liturgia, la base della mensa è costituita da una pietra archeologica romana già rilavorata per un vecchio altare.
Gli altri altari, del XVII secolo, sono ubicati nelle navi laterali come a formare quattro cappelle aperte.
Divide il presbiterio dall’assemblea un gradino.
S. Mauro, con la profonda abside, manifesta la propria origine abbaziale: qui si riunivano i confratelli durante le ore liturgiche e i sacri riti, mentre le navate erano per i fedeli del paese.
Sopra abbiamo, ai due lati opposti, una cantoria con organo del XVIII secolo, e un pulpito.
Alla sagrestia si accede dalla navata sinistra, mentre al campanile dal lato opposto.
L’interno della chiesa è dipinto con opere in affresco commissionate dalla pietà dei fedeli di Volperino delle quali si conoscono in alcuni casi la data e i nomi dei committenti ma non gli autori.
I dipinti delle navi di maggiore valore artistico sono probabilmente di un pittore marchigiano della scuola del Crivelli.
Nella controfacciata di sinistra è rappresentato Giovanni Battista che indica umilmente con la bandiera segnata dalla croce di Cristo (Agnus Dei).
Nel cartiglio è scritta la testimonianza di Giovanni Battista a Gesù.
Nella prima nicchia della navata di sinistra una statua, di modesta fattura raffigura la Madonna con il Bambino coronati.
Sopra il secondo arco di sinistra affresco raffigurante San Marone e San Rocco, accanto un altro San Marone in piedi.
La decorazione originale raffigurante croci, ed altre immagini floreali è stata coperta con il restauro dei primi del 900.
Al termine della navata di sinistra tela raffigurante la Crocifissione, con a sinistra San Marone, inginocchiato sotto la croce San Giovanni e a destra Santa Maria Maddalena, sopra la porta della Sagrestia vi è una piccola statua di Sant’Antonio Abate.
A sinistra del presbiterio si trova un bell’organo.
Nella nicchia di sinistra dell’abside v’è una Madonna di Loreto, molto deperita, nella nicchia centrale una Crocifissione, di Scuola Umbra del XVI secolo, con influssi dello Spagna, nella nicchia di destra Madonna con Bambino tra i santi Marone e Rocco.
A destra del presbiterio si trova un pulpito ligneo.
Sul pilastro della navata destra prossimo all’abside, nella faccia rivolta all’altare un San Sebastiano di scuola folignate, con qualche memoria del Mezzastris, sulla faccia rivolta verso la navata centrale affreschi datati 1468 raffiguranti San Marone e San Rocco, sulla faccia rivolta verso l’ingresso un San Sebastiano, quasi illeggibile.
Il dipinto rappresenta San Marone benedicente alla maniera latina, pollice, indice e medio tesi e le altre dita piegate verso l’interno.
La mano sinistra tiene il libro della Regola su cui poggia il copricapo.
In basso la figura piccola e umile inginocchiata è il committente.
Sul pilastro della navata destra prossimo all’ingresso, nella faccia rivolta all’altare un San Sebastiano, sulla faccia rivolta verso la navata centrale altro San Sebastiano, sulla faccia rivolta verso l’ingresso San Marone, effigiato assieme a San Sebastiano, sulla faccia rivolta verso la navata destra Madonna con Bambino.
Sul primo altare della navata di sinistra una tela rappresentante la Vergine con Bambino seduta su una nuvola tra angeli e santi.
Il grande S. Cristoforo dipinto sulla controfacciata di destra, dal pavimento al soffitto sembra traghettare con Gesù ogni fedele che voglia divenire Cristiano in un “mare” di tentazioni mondane di cui la sirena bicaudata rappresentata in basso è il simbolo allettante.
Il santo affonda i piedi nell’acqua, segno del battesimo, mentre il fonte battesimale è lì accanto verso la navata minore a rinforzarne la simbologia.
 

Fonti documentative

Vladimiro Cruciani Don Luigi Moscatelli – Volperino e l’Abbazia di Santa Croce – 1996
Mario Simonetti – Volperino la storia, la vita, i fatti – 2001

http://www.gazzettadifoligno.it/wordpress/?tag=san-marone

volperino@krenet.it

http://siusa.archivi.beniculturali.it/

 

Nota

La galleria fotografica ed il testo sono stati realizzati da Silvio Sorcini
 

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