Chiesa di San Martino I Papa – Pian San Martino di Todi (TR)

Papa San Martino I secondo le fonti pare sia nato proprio qui dove ancora oggi esiste una intensa devozione.

 

Cenni Storici

 

Chiesa di San Martino I Papa

L’originaria chiesa dedicata a San Martino I Papa era di erezione antecedente al XVI secolo, molto più piccola ed ampliata in epoche diverse.
Le varie fonti la includono fra le chiese censuarie del Capitolo, nel 1269 o 1399; G.B. Alvi, nel “Dizionario Topografico Tudertino” del 1765, afferma che la chiesa era di proprietà di casa Astancolle dal 1396.
Dai verbali della visita apostolica del Vescovo Camaiani presso la “Villa San Martino“, avvenuta il 23 ottobre 1574, si apprende che la “chiesa parrocchiale designata col nome di San Martino del Piano” aveva bisogno di essere rimessa a nuovo, con l’intonacatura delle pareti e la sostituzione della lastra tombale di qualche sacello.
Il vescovo ordinò anche la costruzione di una nuova cappella, concordando che il contributo per la ristrutturazione della chiesa doveva essere versato da tutte le famiglie della parrocchia, particolarmente le più benestanti.
L’attuale chiesa parrocchiale di Pian di San Martino, venne ricostruita in stile neogotico nel 1906, su disegno di Getulio Ceci, sui resti dell’originario impianto.
La chiesa venne poi completata nel 1927, con l’erezione della torre campanaria e la finitura esterna della facciata.
Le opere interne risalenti agli anni ’70 del secolo scorso hanno riguardato la demolizione del vecchio altare, la realizzazione, nella zona absidale, di due mezze quinte in cemento di supporto alla custodia del Santissimo Sacramento e del fonte battesimale, la demolizione dell’intonaco di intere pareti, a causa dell’umidità, con la spillatura delle pietre a facciavista con malta di cemento.
La funzionalità dell’edificio, rimasto danneggiato dagli eventi sismici del 1997 e già messo in sicurezza, è stata ripristinata nel primo decennio di questo secolo, principalmente con opere di finitura relative alla zona absidale, compresi il rifacimento della pavimentazione e l’adeguamento liturgico.
Come testimoniato anche dalla targa dedicatoria presente nella parete di controfacciata, il tempio è stato oggetto di un completo restauro nell’anno 2011; tra le opere sono da menzionare la sostituzione della travatura cementizia di copertura con nuove travi in acciaio, il consolidamento delle murature e delle volte, l’integrazione degli intonaci sulle pareti interne.
 

Aspetto esterno

La facciata si presenta a capanna e due ali più basse che corrispondono alle navate laterali anch’esse dotate da una bassa bifora.
E’ finemente decorata con fasce e ricorsi in cotto, la porta arcata è sovrastata da quattro monofore a loro volta sovrastate da una lunetta che copre tutto il timpano in cui è raffigurato in maiolica San Martino Papa.
La facciata è arricchita anche da formelle in ceramica e due mensole una per parte della vetrata.
Sul lato sinistro si erge l’imponente torre campanaria cuspidata, con basamento in pietra e livelli superiori in cortina di mattoni a faccia vista.
 

Interno

All’interno si conservano un capitello in pietra del secolo XII e due affreschi del più tardo e manierato cinquecento umbro, risalenti al precedente impianto.
Sulla parete destra il primo affresco che si incontra è lo Sposalizio della Vergine e San Bernardino, opera attribuita a Fortunato Oddi e può essere datata verso la seconda metà del XVI secolo; presenta un grandioso sfondo architettonico sull’attico del quale, sopra una balaustra, si protendono alcun persone in atto di ammirare.
L’altro affresco rappresenta un Santo Vescovo (forse San Martino), probabilmente anche questa opera di Fortunato Oddi ed è un frammento di un affresco più grande.
Era presente anche una pittura su tela del 1607, forse un ex voto, opera di Pier Paolo Sensini raffigurante la Madonna del Rosario, opera che è stata recentemente trafugata.
Sulle pareti della navata centrale figurano alcuni Serafini che Luigi Branzani eseguì, copiandoli dal Beato Angelico.
La chiesa attuale è un edificio in stile neogotico, a tre navate, separate da pilastri poligonali, coperte da volte a crociera costolonate raggruppate in due campate con sottarchi a sesto acuto, presbiterio rialzato ed abside poligonale con pilastrini sorretti da mensole.
L’interno dell’edificio, intonacato e tinteggiato, presenta solo archi ogivali, con un falso matroneo sul lato sinistro e due balaustre con colonnine tortili affacciate sul presbiterio; gli elementi decorativi sono in cotto dipinto.
La pavimentazione è realizzata con lastre di marmo rosso di San Terenziano nel presbiterio e in lastre di graniglia policroma nelle navate.
 

San Martino I Papa e martire

Originario di Todi (secondo la tradizione nella località oggi denominata Pian di San Martino)
divenne diacono della chiesa di Roma il Papa Teodoro I lo inviò come ambasciatore a Costantinopoli, sede dell’Impero di cui Roma faceva ancora parte.
L’impero d’Oriente viveva tempi molto turbolenti a causa dell’espansione araba, della conquista di Gerusalemme nel 637, e delle continue dispute teologiche che crearono profonde fratture tra i cristiani.
Martino fu eletto al soglio pontificio dopo la morte di papa Teodoro I (13 maggio 649) e mostrò subito una mano molto ferma nel reggere il timone della barca di Pietro.
Non domandò né attese infatti il consenso alla sua elezione dell’imperatore bizantino Costante II che l’anno precedente aveva promulgato “il Tipo“, un documento in difesa della tesi eretica dei monoteliti.
Per arginare la diffusione di questa eresia, tre mesi dopo la sua elezione, papa Martino indisse nella basilica lateranense un grande concilio, al quale furono invitati tutti i vescovi dell’Occidente e nel quale condannò le intromissioni dell’imperatore Eraclio e del suo successore Costante II nelle questioni teologiche.
La condanna di tutti gli scritti monoteliti, sancita nelle cinque solenni sessioni conciliari, provocò la rabbiosa reazione della corte bizantina.
L’imperatore ordinò ad Olimpio Esarca di Ravenna (Governatore dell’Italia bizantina), di recarsi a Roma per arrestare il papa il quale intanto aveva decretato che in tema di fede gli editti imperiali non avevano valore alcuno.
Olimpio volle assecondare oltre misura gli ordini imperiali e tentò di fare assassinare il papa dal suo scudiero, durante la celebrazione della Messa a S. Maria Maggiore.
Nel momento di ricevere l’ostia consacrata dalle mani del pontefice, il vile sicario estrasse il pugnale, ma fu colpito da improvvisa cecità.
Probabilmente questo fatto convinse Olimpio a mutare atteggiamento e a riconciliarsi col santo pontefice e a progettare una lotta armata contro Costantinopoli.
Nel 653, morto Olimpio di peste, l’imperatore poté compiere la sua vendetta, facendo arrestare il papa dal nuovo esarca di Ravenna, Teodoro Calliopa.
Martino, sotto l’accusa di essersi impossessato illegalmente dell’alta carica pontificia e di aver tramato con Olimpio contro l’Impero, benché malato, venne tradotto via mare nel Bosforo a Costantinopoli.
Il lungo viaggio, durato quindici mesi, fu l’inizio di un crudele martirio.
Durante i numerosi scali, a nessuno dei tanti fedeli accorsi a incontrare il papa fu concesso di avvicinarlo.
Al prigioniero non era data neppure l’acqua per lavarsi.
Giunto il 17 settembre 654 a Costantinopoli, il papa, steso sul suo giaciglio sulla pubblica via, venne esposto per un giorno intero agli insulti del popolo, prima di venire rinchiuso per tre mesi in prigione.
Poi iniziò il lungo ed estenuante processo, durante il quale furono tali le sevizie da far mormorare all’imputato: “Fate di me ciò che volete; qualunque morte mi sarà un beneficio“.
Degradato pubblicamente, denudato ed esposto ai rigori del freddo, carico di catene, venne rinchiuso nella cella riservata ai condannati a morte.
Il 26 marzo 655 la pena di morte venne commutata con l’esilio e fu fatto partire segretamente per Chersonea in Crimea.
Patì la fame e languì nell’abbandono più assoluto per altri quattro mesi, come narrano le sue bellissime lettere giunte fino a noi, finché la morte lo colse, fiaccato nel corpo ma non nella volontà, il 16 settembre 655.
Dopo la morte fu subito venerato come santo martire sia in Occidente che in Oriente.
Tuttora è molto venerato a Sebastopoli in Crimea dalla Chiesa Ortodossa che lo festeggia il 13 aprile mentre da noi viene festeggiato il 12 novembre.
 

Fonti documentative

Diocesi Orbieto-Todi Commissione Arte Sacra e Beni Culturali – Colligite Fragmenta; Bollettino storico della Diocesi di Orvieto-Todi – II 2010

http://www.todiguide.com/it/todi-arte-e-storia/102-le-frazioni-di-todi.html?start=2

https://jacopinodatodi.wordpress.com/2013/02/19/le-frazzioni-de-todi-pian-di-san-martino/

http://www.chieseitaliane.chiesacattolica.it/chieseitaliane/schedaca.jsp?sercd=87384

http://www.santiebeati.it/dettaglio/26750

 

Nota di ringraziamento

Si ringrazia la Diocesi di Orvieto-Todi per la disponibilità e per aver concesso le autorizzazione alla pubblicazione.
 

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