Chiesa di San Nicolò – Stroncone (TR)

Una delle più antiche chiese di Stroncone con una particolare meridiana murata nella facciata.

 

Cenni Storici

È fra le più antiche chiese di Stroncone, due lapidi, murate ai lati della porta centrale, quella di destra ricorda una donazione fatta fare dal prete Giovani di Martino nel 1171: “Ad honorem Domini nostri Jesu Christi et beate Mariae Virginis et Beati Nicolai anno Domini MCLXXI mense Iunii presbiter Iohannes Martini facere fecit unc(iarum) introitu istius ecclesie pro redemptione animae suae”.
Nella seconda lapide, a sinistra del portale, è ricordata, in un rozzo latino curiale, la donazione che i Consoli stronconesi fecero all’abbazia di San Benedetto in Fundis: “Nos consulibus stronconiensis cum omni populo facimus donationemin ecclesia S. Benedicti de ista ecclesia S. Nicolai pro redemptione anime nostre tempore Jacinti Abbatis 1185“.
Secondo fonti archivistiche all’interno della chiesa si trovavano cinque cappelle: San Giorgio, Sant’Andrea, San Giovanni Battista, nonché le compagnie dell’Annunziata e di San Carlo Borromeo.
La piazza antistante la chiesa, chiamata nelle Riformanze del Comune Platea Sancti Nicolai, era il luogo dove si svolgevano le assemblee popolari.
 

Aspetto esterno

La chiesa subì nel corso dei secoli restauri che hanno completamente alterato le originarie linee architettoniche.
La facciata è semplice e lineare, di forma pressoché quadrata, a fianco del portale principale si aprono due porte laterali, sopra doveva esserci un piccolo rosone e ancora in alto si aprono tre bifore, quella centrale priva del pilastrino.
Sulla facciata, oltre alle già citate lapidi, appena in alto a destra del portale, è murata, capovolta, una piccola meridiana, del tipo a emiciclo: porta incise sette linee del sistema ad ore canoniche ed alcune misteriose incisioni, tra cui una croce del tipo usato dai Templari.
La possente torre campanaria è posta sul retro della chiesa.
L’ingresso principale è quello originale, ornato da un elegante fregio in bassorilievo, di sapore che, partendo dalla bocca di un animale posto in basso allo stipite destro, percorre tutto l’architrave e termina in un gruppo di foglie in fondo allo stipite sinistro, sostenuto da una base attica.
La porta è sovrastata da un archivolto in pietra a sesto rialzato e nel centro dell’architrave è scolpito l’Agnus Dei con agli angoli due aquile.
Nella lunetta si nota appena uno sbiadito affresco del santo titolare.
 

Interno

L’interno è a tre navate.
Nella navata destra un affresco, datato 1521, raffigura la Vergine in trono con San Nicola e due sante, e un altro dello stesso periodo raffigurante San Rocco.
All’interno è possibile ammirare altri dipinti e affreschi del XVII e XVIII secolo, un tabernacolo degli olii santi, in marmo e di buona fattura.
Nella sagrestia si ammira un meraviglioso polittico, raffigurante l’incoronazione della Vergine, opera di Rinaldo da Calvi (1520-1521), uno dei migliori allievi dello Spagna.
 

La meridian

La meridiana di San Nicolò di Stroncone, murata al contrario, nel vastissimo panorama letterario e strumentale gnomonico si posiziona come una scoperta che può definirsi eccezionale perché, è il primo ed unico reperto gnomonico conosciuto al mondo che potrebbe derivare direttamente dalla cultura templare.
Difficile invece dire da dove possa essere stata prelevata la meridiana.
Tra i luoghi più probabili possiamo annoverare il convento di San Francesco o l’abbazia di S. Benedetto in Fundis.
Le linee orarie segnate sono 7, di cui 5 ben visibili nella concavità e 2 vicinissime ai lati superiori. Le prime due corrispondono agli istanti di inizio e fine giornata.
Le altre ore dovrebbero indicare ore Temporarie Canoniche.
Il primo spazio indica la Prima, il secondo spazio, con la seconda linea da sinistra, la fine dell’ora Terza; il terzo spazio la Sesta e con la linea verticale la fine dell’ora Sesta, poi la Nona, Compieta e Vespri.
Una classica meridiana canonica “esapartita”, come sono state definite ultimamente.
La curva di declinazione potrebbe riferirsi al solstizio estivo, oppure agli Equinozi.
Le incisioni sono misteriose.
Meridiane canoniche di questo tipo sono rarissime.
Qualche esemplare conosciuto risale al III o IV secolo d.C. ma si trova in Palestina.
La Croce sembra essere proprio quella templare, costituendo così davvero un caso unico al mondo.
Il fatto che la meridiana abbia la croce templare, ovviamente non vuol dire necessariamente che fu concepita per volere di un cavaliere templare, ma l’ipotesi non è peregrina se si considera che i templari erano venuti in stretto contatto con le culture orientali e per di più in Umbria erano di casa con due sedi a Perugia, una a Magione e una a Todi.
Per quanto concerne le altre scritte che vi compaiono, vediamo sulla sinistra la lettera M, nello stile grafico dei miniaturisti del XIV e XV secolo, che starebbe ad indicare l’anno del Signore Mille; a destra il numero IIII sempre nello stile romano del basso medioevo, che indica il numero 4; ancora a sinistra della croce una X e a destra XX che sommate fanno XXX e completando il tutto, dovrebbe indicare la data del 1430, anno che corrisponde più o meno all’abbandono definitivo delle ore Canoniche nel Basso Medioevo.
Altre tracce di numeri o simboli non sono interpretabili.
Il fatto che sia stata murata al contrario è dovuto al fatto che l’operazione fu eseguita da persone incolte che ignoravano totalmente il significato di questa pietra ma che per nostra fortuna, proprio perché resa immobile nella sacra facciata della chiesa, essa è potuto giungere fino a noi per essere finalmente apprezzata.
Per quanto riguarda la data del 1430, anche se l’ordine dei Templari fu soppresso legalmente nel 1312, molti furono i simpatizzanti e seguaci che continuarono vivere in quello spirito, almeno fino al 1460, come testimoniato dalle vicende storiche.
 

Fonti documentative

Stroncone Alla scoperta di un antico borgo dell’Umbria
Edito dall’associazione san Michele arcangelo di Stroncone
Stroncone, 2016

http://www.comune.stroncone.tr.it/canale.php?idc=45&pos=dx

www.nicolaseverino.it
 

Nota

La galleria fotografica ed il testo sono stati realizzati da Silvio Sorcini.
 

Mappa

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