Castello di Sostino – Foligno (PG)


 

Cenni Storici

Si trova all’interno di una vallata tra le ultime propaggini del Sasso di Pale alla sinistra e il monte Smortatoio alla destra, sulla cui cima, sono stati trovati alcuni resti di un castelliere d’epoca preromana costruito a scopo difensivo al confine tra “Fulgìnales” e “Plestini“.
In origine, era diviso in due distinti nuclei abitativi, Sostino propriamente detto e Barrascia, piccolo nucleo sviluppatosi nei pressi dell’omonima chiesina di San Pietro.
Sull’origine del toponimo Sostino, è stato avanzato (Euro Puletti) un collegamento con la locuzione latina (sintagma) sub + teneo, cioè “sto sotto“, ad indicare l’ubicazione di un oggetto geografico (dorsale, colle, od altro) che risulti essere sovrastato da un altro (il monte Sommare, 751 m, in questo caso); nella tradizione popolare però prevale la convinzione che derivi dalla parola “Sosta” riferita alle fermate dei numerosi pellegrini che sostavano per dormire o rifocillarsi nelle osterie poste lungo la via.
Il primo documento noto su Sostino, risale al 1085, in esso, si parla di una compra vendita di un terreno posto “… in loco qui dicitur a lo tribio de Sistinum“, che Marto di Pietro e Ramberto di Bono cedono al Presbitero Berardo.
Il paese come del resto gli altri della vallata, fin dall’inizio dell’ascesa dell’Abbazia di Santa Croce di Sassovivo, rimase sempre sotto la giurisdizione di quest’ultima fino al suo completo declino.
Nel 1110, si ha notizia di donazioni da parte del conte Monaldo di alcune sue proprietà all’abbazia, tra queste si nomina ad “mansum unum in Sexstino“, mentre, nel 1112 si parla di altri possedimenti dell’Abbazia di Sassovivo posti in “in vallis colli Sustini“.
Risale, invece, al 1121 la bolla di papa Onorio III che come i suoi predecessori conferma all’abbazia, diritti, possessi e dipendenze tra le quali figurano proprietà poste nei dintorni di “Sextino“.
Il 21 gennaio 1212 l’abate Nicola di Sassovino concede in enfiteusi a Gualtiero e Berardo, figli del fu Peccio, la metà di quella parte quarta dei possedimenti del monastero nelle valli e nei colli di Sostino, già da loro avute in precedenza.
Il 21 giugno 1213 Gerardo di Barrascia è testimone ad un atto di giuramento del prete Matteo, Raimondo e Nicola abate di S. Croce di Sassovivo.
Il 28 febbraio 1217 Onorio III conferma diritti, possessi e dipendenze di vario genere tra cui le proprietà dell’Abbazia di Sassovivo situate in Sostino.
Nel 1221 un certo Guglielmo Deotaiuti, testimonio di Sostino, presenzia ad un atto di donazione di tutti i propri averi, avvenuto tra Bellizia del fu Enrico che dona, e il marito di lei Palmerio che accetta.
Il 31 agosto 1231 Angelo abate del monastero di Sassovivo, conferma in enfiteusi a Vivieno di Petrone, per una metà, e a Gualtiero di Pezzo, per l’altra, la metà della quarta parte dei possessi e delle terre boschive del monastero site nelle valli e sui colli di Sostino.
Nel 1239, il cardinale Capocci nella sua relazione parla della chiesa di Sostino, all’epoca chiamata “Ecclesia de S. Angelo de Sixtìno” e già dipendente dalla canonica di S. Lucia del Ponte.
Nell’occasione, il prelato rese pubblico anche il patrimonio che ammontava a settanta libre e otto denari.
Sostino è menzionato nello Statuto del Comune di Foligno e nello Statuto del Popolo, della prima metà del Trecento.
Il paese conobbe la sua fortuna quando nel XV secolo ci fu un cambiamento degli itinerari diretti un tempo verso i monti plestini, grazie ai pellegrinaggi lauretani, per i quali la via Plestina mutò percorso evitando l’aspra salita di Ravignano-Altolina-Pale, e, all’altezza di Ponte S. Lucia, deviò per Sostino, risaliva verso Collelungo, Pisenti e si affacciava all’altopiano a Seggio per poi proseguire nella piana; a ritroso la stessa giungeva a Foligno tramite la corta Colle ai cui piedi fu costruita la Villa nova o miglio di S. Paolo, dove appunto ha inizio la cosiddetta via Lauretana, una strada costruita appunto in funzione del pellegrinaggio.
Questo cambio di viabilità si rese necessario per andare incontro alle esigenze di viandanti e pellegrini, che numerosissimi, dalle zone del Piceno si recavano alla Porziuncola per la festa del Perdono e da Roma verso la Santa Casa di Loreto, quindi lo Stato Pontificio si premurò di curare con particolare impegno la manutenzione di quest’importante arteria peregrinatoria.
Per il fatto poi che era abitualmente percorsa dai papi diretti verso l’Emilia Romagna, la Lauretana divenne di gran lunga la strada più frequentata dello Stato Pontificio e per questo fu munita lungo il suo tracciato, di una rete assistenziale per i pellegrini e i viandanti, costituita da ospizi, locande e ospedali, gestiti da ordini religiosi o da confraternite.
Fra questi ricordiamo l’ospitale della S.S. Trinità a Pale, l’osteria della Corona a Sostino (che nel 1543 ospitò Papa Paolo III con il suo seguito), l’ospitale di S. Lazzaro poco dopo Rasiglia (sulla Via della Spina), l’ospitale di S. Pietro a Colfiorito e il convento di S. Bartolomeo di Brogliano, eretto dai frati clareni sempre nei pressi dell’insediamento lacustre, dove i pellegrini potevano rifocillarsi e pernottare.
A tal proposito va detto che Pale e Ponte Santa Lucia costituivano due importanti Santuari terapeutici a cui confluivano diversi lasciti testamentari per gli erigendi ospedali per pellegrini fra questi quello della SS. Trinità di Pale.
Il vescovo di Foligno dirottò il lascito di Francesco di Antonio datato 10 marzo 1407 destinato a Pale a favore di un altro ospitale per pellegrini da erigersi in Sostino dove si registrava in quegli anni, grazie al nuovo tratto della via Lauretana, un notevole transito di pellegrini destinati nel tempo ad aumentare; questo si andava ad aggiungere alle numerose locande ed alberghi gestiti da privati.
In questo stesso anno fu ufficialmente istituita la parrocchia di Sostino: “institutio rectorie et ecclesie S. Angeli de Systino“.
Nel 1540 gli abitanti di Sostino protestarono contro nuove imposte riguardanti il commercio delle carni ai tempi della fiera di Ponte Santa Lucia, programmate da Giantommaso di Nicola nel 1540 per il Comune di Foligno.
La richiesta dei sustinesi fu fatta esaminare dal Pontefice, Pio II, per vedere se essa era motivata.
Nel 1543 papa Paolo III, diretto a Bologna con il suo seguito per incontrare l’imperatore Carlo V, sostò per il pranzo l’Osteria della Corona, il cui proprietario Tommaso di Pierantonio, povero in canna, chiese al papa di ottenere l’esenzione dal pagamento delle tasse, raccontando a Sua Santità la propria situazione familiare, con cinque figlie tra cui due da maritare.
Il papa aderì ben volentieri alla richiesta, concedendo allo stesso l’esenzione dal pagamento delle gabelle al Comune di Foligno.
Secondo quanto riporta lo Jacobilli, nel 1646 Sostino contava ventisette famiglie e centotrentasei abitanti, a Barrascia risiedevano cinque famiglie per un numero di abitanti che si aggirava intorno ai trenta.
17 maggio 1707 la comunità di Sostino decide di contingentare il numero di ovini, in particolare di capre per ogni famiglia, ad evitare che con la loro voracità arrecassero danni all’agricoltura e alle foreste.
Tra il XVI e il XVIII secolo, la Via Lauretana acquistò nuovo prestigio divenendo la più grande via di comunicazione tra Roma, l’Umbria, le Marche e l ‘Italia settentrionale, potenziata anche da un regolare servizio di posta.
Quest’antico tracciato restò per tutto il XIX secolo e i primi del XX, allorché, con l’avvento dell’automobile, fu soppiantato definitivamente dalla costruzione della Statale 77 della Val di Chienti che a Ponte S. Lucia fu deviata e anziché abbarbicarsi verso Sostino, proseguiva per la più agevole e sicura Valle del Menotre lasciando l’abitato di Sostino definitivamente abbandonato dai traffici di persone e merci, e portandolo ad un inevitabile declino e ad un graduale abbandono.
Il terremoto del 1997 ha dato il colpo di grazia ad un paese oramai spopolato, sono rimaste un esiguo numero di persone per lo più anziane, dedite alla pastorizia, all’allevamento del bestiame; solo ultimamente molte case sono state restaurate e occupate da persone giovani che a pochi passi da Foligno qui hanno trovato una dimensione più umana del vivere e soprattutto pace e tranquillità.
Fra gli eventi di particolare interesse si ricorda che nel 1810 Don Silvestro Fiorini, parroco di Sostino, si rifiutò di giurare fedeltà a Napoleone Bonaparte, fu pertanto deportato a Piacenza, Alessandria, Genova e visse molto tempo in carcere.
 

Aspetto

Il paese si snoda poi lungo i due lati della strada che in quel punto si presenta alquanto ripida con le abitazioni disposte a schiera.
Tra queste sono riconoscibili alcune case-torri d’impianto medievale costruite con blocchi regolari di materiale calcareo, mentre qua e là si notano numerosi archi in pietra a sesto acuto.
La parte alta dell’abitato è la più antica con edifici medievali ancora leggibili.
Ai piedi dell’abitato si trova una grande fonte con lavatoi e abbeveratoi.
 
 
 

Chiesa di San Pietro Martire

Un altro piccolo edificio religioso si trova in quel di Barrascia, la Chiesa di San Pietro Martire, già sottoposta alla canonica di San Biagio de’ Salvini, i cui pochi possedimenti erano posti nei pressi della stessa e “in monte Salvini“, con una rendita di appena cinquantuno libre.
Il cardinale Capocci la nomina fin dal 1239, all’interno del documento-sentenza.
Di questo minuscolo luogo di culto, se ne fa menzione anche in occasione della visita apostolica di monsignor Camaiani del 1573.
In quell’anno la sua rendita ammontava a una soma di grano, mentre il paesino, Barrascia, contava cinque fuochi e trenta anime che, secondo lo Jacobilli, scesero ancora dì alcune unità nel 1646.
Posta sulla destra poco dopo Sostino a qualche decina di metri dalla strada che conduce al monte di Pale, si conserva in buono stato, ed è stata nel corso degli anni più volte oggetto di restauro.
Di piccole dimensioni a pianta rettangolare con tetto a spiovere, sul frontale oltre alla porta d’ingresso, presenta due finestrine rettangolari, mentre lungo il fianco destro sopra al tetto è posizionato un piccolo campanile a vela con un solo fornice e una sola campana.
L’edificio, a navata unica, ha dimensioni modeste, è a pianta rettangolare, coperta da un tetto in legno con pianellato in laterizio.
La costruzione è in pietra con pavimenti realizzati in cotto, è spoglia di apparati decorativi e di arredi di particolare pregio.
 

Fonti documentative

BETTONI FABIO, PICUTI MARIA ROMANA a cura di La Montagna di Foligno Itinerari tra Flaminia e Lauretana Edizioni Orfini Numeister
CAPODIMONTI SANDRO Il Menotre e la sua valle Borghi, genti, acque, sorgenti
GREGORI DON LUCIANO La Valle del Menotre

http://www.chieseitaliane.chiesacattolica.it/chieseitaliane/schedacc.jsp?sinteticabool=true&sintetica=true&sercd=71968#

http://www.chieseitaliane.chiesacattolica.it/chieseitaliane/AccessoEsterno.do?mode=guest&type=auto&code=76698&Chiesa_di_San_Pietro_Martire__Sostino,_Foligno

 

Nota

La galleria fotografica di Sostino ed il testo sono stati realizzati da Silvio Sorcini e Fugnoli Raimondo, la galleria della chiesa di San Pietro è di Silvio Sorcini e le ultime tre foto di Alberto Monti.
 

Mappa

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