Chiesa di San Potente – San Vitale di Assisi (PG)

Una chiesa che ha attraversato quasi una decina di secoli di storia e quasi senza lasciare tracce documentative.

 

Cenni Storici

Nell’Epitome di S. Vitale, un monaco ed eremita vissuto tra il 1295 e il 1370 il monte Subasio appare disseminato di eremi o aggregati religiosi sorte accanto a Pievi e Monasteri ed in questo documento è citato l’eremo di San Potente insieme a Santa Maria delle Viole, S. Onofrio, San Savino e Sant’Angelo della Costa oltre che il ben più famoso “carcerem de templo cum toto colle qui dicitur regalis” poi dette di San Francesco (Eremo delle Carceri).
Quindi si può pensare che la chiesa in origine tra il XII e XIII secolo si nata come eremo ma che poi si sia trasformata in vera e propria “Ecclesia“, visto che la troviamo citata nelle Rationes Decimarum dove nell’anno 1333 giorno 24 dicembre la chiesa di San Potente versa III soldi cortonesi. I Decima
E successivamente nell’anno 1334 giorno 24 giugno la chiesa di San Potente, appartenete al Plebato di San Rufino versa III soldi cortonesi. II Decima
Che negli anni sia diventata a tutti gli effetti una chiesa lo dimostra anche il fatto che in un Protocollo di un notaio del 1430 si parla:
il 24 luglio di questo anno si è riunito il Capitolo del Duomo di Assisi nella sacrestia superiore di San Rufino poiché è vacante il Rettore essendo morto Don Bartolomeo di Bartolo di Andreolo un tempo Canonico del Duomo di Assisi e Rettore della chiesa di San Potente.
Il corpo sepolto il giorno 23 luglio presso la chiesa di San Damiano.
Poiché la nomina del Rettore spetta al Capitolo del Duomo di Assisi per antica consuetudine il Capitolo del Duomo riunito (il documento elenca a questo punto tutti i presenti e gli assenti) considerando che vacava la nomina, e se si prolunga si creerebbero dei problemi, volendo provvedere alla nomina di una persona idonea come rettore di questa chiesa (San Potente) si sceglie il presbitero di Assisi Don Silvestro di Sante di Puccio.
Lo stesso promise obbedienza e riverenza, dopodichè viene nominato un canonico Don Angelo di Nofrio per notificare all’eletto l’investitura
“.
Da questo punto in poi la storia si ferma e nonostante le numerose ricerche, effettuate da studiosi ed in particolare da Francesco Santucci, non hanno portato a nessun risultato, quindi per ora dobbiamo accontentarci solo di quello che abbiamo a disposizione aspettando tempi migliori.
Persino la denominazione della chiesa è dubbia in quanto nel Necrologio dei Santi non esiste nessun San Potente quindi si è tenuti a pensare che la parola “Potente” sia più un aggettivo che un vero e proprio nome, tant’è che forse l’attributo potente sia riferito a San Rufino primo Vescovo e martire di Assisi.
A conferma tra l’altro di tale affermazione è la presenza della figura di San Rufino Vescovo nella parete d’altare, mentre manca ogni riferimento pittorico a questo fantomatico “San Potente“.
 

Aspetto esterno

L’edificio si presenta semplice e lineare con tetto a capanna, portale sormontato da una lunetta dove è raffigurata l’immagine della Madonna con alla destra un Santo Vescovo (San Rufino) e alla sinistra un altro Santo la cui figura si è persa, è rimasta solo un mezzo busto e un albero (forse San Francesco).
Il campanile a vela è sulla parete destra quella che guarda a valle.
 

Interno

L’interno è ad aula unica e con pareti intonacate; in controfacciata compaiono quattro stemmi molto sbiaditi e probabilmente riferiti a blasoni di nobili famiglie locali.
La parete d’altare si presenta affrescata con un’immagine della Madonna con Bambino in un trono di nubi incoronata da angeli e incorniciata tra colonne di finto marmo e ai lati due finte nicchie con San Rufino Vescovo e martire alla destra e un anomalo San Sebastiano alla sinistra, infatti presenta solo le ferite sul corpo, ma non le classiche frecce.
La figura di San Rufino è rappresentata con gli attributi iconografici classici, il pastorale, il libro in mano simbolo della sua istruzione conoscenza a ai suoi piedi la ruota della macina da mulino in pietra che gli fu legata al collo quando fu gettato nel fiume Chiascio nei pressi di Costano.
Nella parte alta del finto paliotto d’altare altri resti decorativi che si sono in gran parte persi.
 

Fonti documentative

Archivio di Stato d’Assisi – Atto notarile del 1430
Mario Sensi – Monasteri benedettini in Assisi, insediamenti sul Subasio e Abbazia di San Pietro, in Aspetti di vita benedettina nella storia d’Assisi “Atti dell’Accademia Properziana del Subasio”.
Pietro Sella – Rationes Decimarum Italiae nei secoli XIII e XIV Umbria – 1952
 

Mappa

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