Chiesa di Santa Croce – Morcella di Marsciano (PG)

La struttura ad oggi fortemente deperita è di proprietà privata.

 

Cenni Storici

La chiesa di Santa Croce o San Martirio, chiamata nei libri antichi “Ecclesia Sancti Martirii de Cruce” detta anche San Martirio del Poggio e ultimamente solo Santa Croce, si trova lungo la strada che da Marsciano porta a Migliano, vicino all’incrocio per Poggio Aquilone; la chiesa di impianto romanico con abside risale alla prima metà del XII secolo ed è una delle più antiche del territorio marscianese.
Nel Liber beneficiorum oltre a questa viene citata la chiesa di San Silvestro della Morcella, entrambe allibrate per 175 libre, e dipendenti dal monastero di San Pietro di Perugia.
Nei Brevi e diplomi di conferma al monastero di S. Pietro, in origine viene dato l’appellativo di priorato, poi nelle Bolle rilasciate da Pasquale II (1115) e Gregorio IX(1231) è detta pieve, mentre nei diplomi di Federico I (1168) ed Enrico VI (1196) è menzionata come semplice cappella; per qualche lasso di tempo ha avuto anche cura d’anime.
Nel sec. XIV i suoi beni erano allibrati per 175 libbre e il rettore, che aveva il titolo di priore, pagava la tassa di sei corbe di grano negli anni 1383-1384 (ridotta a una corba nel 1387 e così è rimasta fino ancora prima del 1860), inoltre per la decima pagava 3 libbre e 7 soldi cortonesi a rata.
Nel catasto del 1489 la chiesa di Santa Croce appare per 177 libbre e la chiesa di San Silvestro per 330 libre.
Nel 1331 ne era rettore il monaco “dompnus iohannes Maffej prior Crucis Sancti Martirij“.
Nel 1472 “Rev.dus in Christo Pater Dominus Bartholomeus Comitis Ugolini, prior ecclesiae S. Crucis castri Murcillae” fece il suo testamento, lasciando eredi i figli di Sforza del conte Ugolino suoi nipoti.
Nel Liber Contractuum riferito agli anni 1331-1332 il 28 aprile 1331 troviamo un contratto in cui l’abate di San Pietro Oddo delega a suoi rappresentanti per gli affari del monastero i monaci Ranuccio di Recabene, priore claustrale, Pietro di Giovannello, Conte di Vegnatolo, priore di S. Silvestro della Morcella, e Cristallo di Angelo, Priore di S. Donato di Agello.
Questo beneficio della nomina del rettore veniva sempre conferito dall’abate di S. Pietro finché nel 1622 il diritto di nomina del rettore venne contrastato al monastero dal vescovo di Perugia e dalla Dataria Apostolica.
Tutto avvenne dopo la morte di D. Paolo Minimi Monaldi che era investito del beneficio attribuito dall’abate di San Pietro D. Carlo Baldizoppi, il quale subito dopo aveva nominato come sostituto D. Orazio Monaldi; si accese una causa quindi nel 1701 davanti ad una particolare Congregazione istituita da Clemente XI e presieduta dal Pro-Datario cardinale Sacripante.
La Dateria Apostolica impugnò sia questa collazione che quella di Santa Maria di Baltignara in Rosciano, entrambe spettanti al monastero di San Pietro e conferì il beneficio a mons. Benincasa.
L’apposita Congregazione nominata dal Papa emise in data 2 giugno 1702 una sentenza sfavorevole al monastero dichiarandosi “utrumque Beneficiani esse liberae collationis nec constare ullo iure abbatis“. Nonostante la sentenza contraria, il monastero continuò a godere, non si sa come, i due benefici fino al 1719 anno della morte del Monaldi.
Sugli ultimi anni del secolo XVIII godette questo beneficio di S. Croce della Morcella mons. Carlo Giovio perugino, arcivescovo di Avignone, del quale si conserva nell’archivio parrocchiale una lettera autografa in data 17 agosto 1793, in cui ordina la restituzione alla chiesa priorale di alcune suppellettili sacre che erano nella chiesa di S. Croce.
E dopo di lui, dello stesso beneficio fu investito dalla Dateria mons. Annibale Della Genga che fu poi papa Leone XII.
Nell’ultimo secolo la chiesa ha perso la sua importanza e assumeva un ruolo di aggregazione e devozione in occasione della festa di Santa Croce che si svolgeva il 3 di maggio con larga partecipazione di popolo fino a poche decine di anni fa.
La festa era fra le principali che si svolgevano a Morcella e investiva tutta la Comunità; si dicevano tre messe nella chiesa castellare di San Silvestro simbolo della festa e poi seguiva una processione verso questa chiesa e si ritornava poi la sera.
Quel giorno venivano benedette le croci fatte dai contadini con canne di fiume spaccate nella parte alta dove venivano infilate delle foglie di giglio e palme di olivo, le quali una volta benedette venivano messe nei campi a protezione delle calamità naturali e per proteggere il buon raccolto, una tradizione che ritroviamo in gran parte delle comunità contadine dell’Umbria.
Negli ultimi anni la chiesa è in uno stato di abbandono, presenta numerose crepe e ha subito il crollo di parte del tetto.
Una associazione di volontariato ultimamente ha ripulito l’esterno del bene e lo ha transennato, ma per soliti motivi burocratici nessuno si prende cura del restauro infatti anche se privata al catasto tale bene risulta assegnato alla Parrocchia di Morcella; intanto che l’empasse burocratico persiste è scomparsa anche la campana.
 

Aspetto esterno

La chiesa si eleva a ridosso della strada provinciale ed essendo pericolante è stata transennata; presenta una facciata in pietra con tetto a due falde, il portale squadrato è in mattoni e nel lato destro ha una finestrella del viandante, sotto il colmo del tetto c’è una piccola nicchia quadrata che probabilmente un tempo conteneva una qualche immagine sacra.
Sempre in facciata sopra il portale si nota una cornice in laterizio che fa sospettare l’antica presenza di una lapide ora scomparsa, e sotto la finestrella sono presenti due grosse pietre squadrate probabilmente prelevate da qualche antico edificio romano.
L’abside presenta una profonda crepa e una parte del tetto è crollata; il campanile è a vela e si eleva nella parete di fondo sul lato sinistro.
Nella parete destra, quella sulla strada, presenta un portale ad arco in laterizio tamponato.
 

Interno

L’interno è a navata unica e divisa in due campate da paraste ed altrettanti archi: il presbiterio è rialzato di un gradino e coperto di coppi e detriti conseguenti alla caduta del tetto i quali hanno anche danneggiato una parte dell’altare maggiore.
Le pareti sono intonacate e per fortuna non presentano elementi decorativi di rilievo.
 

Fonti documentative

Don C. Tabarelli – Liber Contrctuum dell’Abbazia di San Pietro di Perugia (1331-1332) – 1967
A. Grohmann – Città e territorio tra Medioevo ed età Moderna (Perugia secc. XIII-XVI) Tomo II: il Territorio – 1981
Ascenso Riccieri – Memorie storiche del Comune di Marsciano fino tutto il secolo XVI – 1814

https://marsciano7.it/cartolina-culturale-la-chiesetta-di-santa-croce/

 

Mappa

Link coordinate: 42.920226 12.295788

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