Chiesa di Santa Maria delle Grazie – Poreta di Spoleto (PG)


 

Cenni Storici

Fu eretta sul finire del sec XVI, presso un bosco di querce, da alcuni conventuali francescani.
Il loro convento cessò di esistere nel 1652 quando Papa Innocenzo VII ordinò la soppressione delle comunità religiose che, per scarsità di mezzi e di persone, stentavano a vivere.
Sorge isolata in prossimità del tracciato della Flaminia, al confine con il comune di Campello. L’interessante edificio testimonia sia nell’architettura, sia nella ricchezza della decorazione l’attaccamento devozionale della popolazione.
 

Interno

L’interno è ad unica navata, ornata da sei edicole impreziosite da affreschi dovuti quasi tutti alla mano di Arcangelo Aquilini nato a Jesi nel 1552 e morto a Spoleto nel 1611.
Fu noto per molto tempo come il Maestro di Poreta, perché fra le opere a lui attribuite la migliore veniva giudicata l’Adorazione dei Magi che aveva qui dipinto nel 1603, il primo affresco sulla destra.
La sua arte che si ispira allo Spagna risente sia del Michelangelo sia del Barocci ha il pregio di una composizione sobria e calma, dai colori vivaci e armoniosi.
Allo stesso pittore è attribuito il ciclo della volta del presbiterio, dal quale si evidenziano alcuni avvenimenti che sembrano, tra l’altro, ricollegarsi ai fati miracolosi che fecero erigere la chiesa. Sopra l’altare maggiore, un affresco del XVI secolo con al centro Madonna in trono col Bambino coronata da due angeli, a destra in alto S. Antonio abate ed in basso S. Domenico, a sinistra in alto S. Cristoforo ed in basso S. Francesco.
I restauri sono stati eseguiti negli ultimi degli anni 90 con la consulenza della sovrintendenza ai Beni Culturali di Perugia.
 

Fonti documentative

S. Nessi – S. Ceccaroni, Itinerari Spoletini. Da Spoleto a Trevi – 1979
 

Nota

La galleria fotografica ed il testo sono stati realizzati da Silvio Sorcini
 

Mappa

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