Chiesa di Santa Maria delle Grazie – Sanfatucchio di Castiglione del Lago (PG)

La chiesa si trova nel piccolo paese di Sanfatucchio.

 

Cenni Storici

Prima di raccontare le vicissitudini della chiesa è bene ricordare da dove arrivi il nome particolare del paese che come Santo non esiste.
Alcuni dicono che il nome Fatucchio derivi da Fattucchiera, altri lo fanno derivare dal latino “fatunculus“, che significa “fattoria“, altri ancora dicono che Sanfatucchio derivi dal popolo che invocava San Felice chiamandolo Sanfeliciucchio da qui Sanfatucchio e infine c’è chi dice che nel luogo era venerata una Santa che otteneva e poteva tutto, cioè la Santa che fa tutto, la Santa che sa fa’ tutto, ed ecco Sanfatucchio.
Il punto fermo comunque è che Sanfatucchio non è un Santo e per questo si deve scrivere tutto insieme unito, come una sola parola.
La verità è che verso il 1500 si sviluppò il paese di Fatucchio e volendo dare un nome alla parrocchia, alcuni volevano chiamarla Fatucchio, altri San Felice; si misero d’accordo mettendo insieme il San di Felice e Fatucchio e così è venuto fuori Sanfatucchio.
Questa spiegazione è sostenibile guardando i registri parrocchiali dove si vedono chiaramente le varie distinzioni di San Felice e Fatucchio, e l’inizio del nome Sanfatucchio.
Tornando alla chiesa occorre far notare che nella visita pastorale fatta dal Vescovo di Cagli Paolo Maria Della Rovere il 23 aprile 1572, la chiesa di San Felice era già Parrocchiale però la relazione non parla della Chiesa di Santa Maria delle Grazie del Paese poiché non esisteva ancora.
L’antica chiesa fu costruita intorno al 1580, come risulta dall’Inventario o sia Catasto de’ Beni Ecclesiastici della Città e della Diocesi di Città della Pieve, ordinato con Editto e Circolari nell’anno 1783 dal Vescovo Tommaso Mancini, e quella che vediamo oggi è nel medesimo luogo.
All’inizio della sua esistenza questa chiesa venne chiamata con nomi diversi e questo si deduce dalle Visite Pastorali, nel 1588 la Chiesa era chiamata Visitazione di Maria Vergine a S. Elisabetta, nel 1596 chiesa di S. Sebastiano, detta la Madonna della Villa, nel 1603 chiesa della Madonna di S. Urbano perché accanto all’immagine di Maria Santissima era dipinta la figura di Sant’Urbano papa e martire, nel 1605 viene chiamata finalmente Santa Maria delle Grazie così è conosciuta anche attualmente.
La chiesa di S. Maria delle Grazie fu dichiarata parrocchiale dal vescovo di Città della Pieve Sebastiano Ricci nel 1632 e nello stesso anno fu dotata del Fonte Battesimale prima di questo anno i bambini venivano battezzati a Panicarola o a
Vaiano.
Nel 1720 venne rifatto il campanile e vennero spesi scudi 4,63, come risulta dal registro di amministrazione della Confraternita della Buona Morte.
Dalla Visita pastorale del 1733 del vescovo Francesco Alberici è descritta la chiesa con tre altari, di cui l’altare maggiore è dedicato alla Vergine Maria, mentre a destra di chi entrava in chiesa c’era l’altare di Santa Monica e dalla parte opposta l’altare dei Santi Vito e Modesto.
Nella relazione della Visita pastorale del 1776 del vescovo Mancini, questa chiesa viene descritta con il soffitto a capriate come quella di S. Felice, con un campanile a ventaglio, il fonte battesimale e tre altari: l’altare maggiore dedicato alla Madonna delle Grazie, un altro a S. Monica e il terzo dedicato a S. Vito.
Nella relazione della Visita pastorale del 1819 del vescovo Giuliano Mami, la chiesa di Santa Maria delle Grazie di Sanfatucchio viene descritta in cattivo stato con tre “cavalloni” (cioè a capriate).
L’antica Chiesa di Santa Maria delle Grazie venne demolita nel 1823 distruggendo tutte le pitture, gli altari o altro di artistico che adesso avrebbe un grande valore.
Di questa chiesa resta l’affresco del 1610 della Madonna con il Bambino e angeli che si può ammirare nell’abside dell’attuale chiesa; la data dell’affresco 1610 scomparve forse quando il Prof. Guglielmo Ascanio lo restaurò.
Dopo il 1823 il nuovo edificio fu rialzato dalle fondamenta fino ai cornicioni e poi, assorbite tutte le entrate economiche, i lavori per la costruzione furono sospesi per qualche anno.
Più tardi furono fatte altre sottoscrizioni di scudi e furono fatte le porte, le finestre, gli stucchi, il pavimento, la tribuna e il campanile.
In questa chiesa ancora in costruzione nel 1838 ci fu un gravissimo furto, di cui esiste un’ampia documentazione nell’Archivio Diocesano di Città della Pieve; alcune persone di San Biagio della Valle furono accusate del furto, ma furono assolte per insufficienza di prove.
La tribuna o abside o presbiterio fu costruita tra il 1848 e il 1850 su disegno dell’arch. Giovanni Caproni di Fontignano, comprendente anche l’altare maggiore.
Nel 1863 la confraternita della Buona Morte fece costruire il nuovo altare dedicato al SS.mo Crocifisso da parte del muratore Matteo Fratini con la spesa di 90 scudi.
Le cappelle laterali furono costruite tra il 1878 e il 1882, per una spesa di L. 2.787,60, su disegno dell’Ingegnere Nazareno Biscarini di Perugia; il quale eseguì anche le terrecotte degli altari, somiglianti alle maioliche dei Della Robbia.
Il vecchio campanile, a torre, che si trovava vicino alla porta laterale a destra di chi entra e di cui restano i muri fino al livello del tetto della chiesa fu costruito tra il 1889 e il 1893, su progetto dell’ingegnere R. Ferrini, i lavori furono eseguiti da Napoleone Gammelli di Fontignano.
Il vecchio campanile era troppo basso e la gente si lamentava, perché non si sentiva il suono delle campane in lontananza, allora fu deciso di costruire quello attuale, molto più alto; questo campanile fu costruito tra il 1905 e il 1908.
Gli ornamenti in terracotta furono realizzati da Angelo Biscarini di Perugia; l’orologio da torre fu acquistato nel 1908 e le spese furono sostenute dalla Confraternita della Buona Morte.
Questo campanile fu distrutto durante la Seconda Guerra Mondiale (1940-1945) e con questo anche l’orologio e le due campane vennero rovinate e furono in seguito rifuse; lo stesso fu ricostruito subito dopo sugli stessi disegni di Ercole Crescenzi, ritrovati presso il Genio Civile di Perugia che sostenne le spese come danni di Guerra.
Tra il 1911 e il 1916 la chiesa di Santa Maria delle Grazie fu sottoposta a vari restauri, il pavimento della chiesa venne rifatto a mattonelle esagonali rosse, bianche e nere, con soglie di marmo come è attualmente.
Nel 1938 la chiesa fu restaurata di nuovo e di nuovo dedicata al culto pubblico nel 1952.
Nel 1968 fu acquistato a Carrara il fonte battesimale, mentre nel mese di maggio 1983 è stato sistemato e restaurato il presbiterio e anche l’altare maggiore per adeguarlo alle varie liturgie, secondo la Riforma Liturgica del Concilio Vaticano II.
 

Aspetto esterno

La struttura architettonica dell’edificio lo fa rientrare a pieno titolo nella categoria delle chiese leonine così volute dell’allora vescovo di Perugia Vincenzo Gioacchino Pecci, futuro papa Leone XIII, nel territorio della diocesi.
Ubicata lungo la viabilità principale all’angolo fra via del Giglio e via Poggio del Sole, ha un accesso che rende pericoloso l’ingresso alla chiesa, per questo nella campata che precede l’altare maggiore a destra vi è un secondo ingresso.
La viabilità attuale non era esistente, quella primitiva passava dietro l’attuale chiesa, l’infelice posizione è dovuta ad espansioni urbanistiche disordinate dell’abitato avvenuto alla fine dell’ottocento.
A destra della facciata principale è ubicato il campanile di epoca Leonina con terrecotte e sagome in cemento modanato e la struttura del campanile incompiuto risalente all’impianto del 1580.
La facciata ha due lesene laterali ed è interamente intonacata; il portale è squadrato sormontato da un oculo rotondo, l’abside è poligonale.
 

Interno

L’interno ha pianta a croce greca con l’abside separata da arco trionfale con colonne a tutto tondo.
Segue una piccola campata che possiede gli accessi alla sacrestia e all’antico campanile.
La chiesa ha una larghezza, nel suo asse, maggiore di quella delle due braccia laterali che sono evidenziate da un gradino.
La navata è scandita da lesene di ordine composito con spigoli interni della croce a finte lesene concave, le volte sono a vela.
Le lunette delle braccia laterali hanno quattro piccoli rosoni.
Ai lati delle cappelle laterali sono ricavati due confessionali nello spessore murario con decorazione imitante “Della Robbia” e gli altari laterali sono in terracotta.
Entrando sulla destra dopo la navata si apre la cappella del Crocifisso con due nicchie contenenti statue di santi, a destra San Giuseppe, a sinistra Sacro Cuore di Gesù.
Il Crocifisso in legno massiccio è stato restaurato nel 1983, in origine aveva le braccia movibili per usarlo anche come Cristo morto nella processione del Venerdì Santo, poi il pittore Antonio Marroni ha reso fisse le braccia.
Nella campata che precede l’altare maggiore a destra vi è un secondo ingresso, segue poi l’abside con l’altare maggiore porcellanato ad imitazione di “Della Robbia” e al lato nicchia con Santa Rita, mentre dietro l’altare affresco della Madonna con Bambino di pregiata esecuzione, unico elemento decorativo rimasto dell’antica chiesa cinquecentesca.
Scendendo a sinistra nicchia con San Vincenzo Ferrer e subito la cappella di sinistra altare con immagine a mosaico della Sacra Famiglia ed ai lati due statue, a destra Santa Lucia e a sinistra Sant’Antonio da Padova, al centro il Fonte Battesimale posto su una colonna in marmo.
Ai lati dell’ingresso ci sono le acquasantiere.
 

Fonti documentative

Remo Serafini – Storia di Sanfatucchio – 1984

http://www.chieseitaliane.chiesacattolica.it/chieseitaliane/schedaca.jsp?sercd=3322

 

Mappa

Link coordinate: 43.075634 12.049242

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