Chiesa di Santa Maria di Cartignano – Bussi sul Tirino (PE)

Cenni Storici

La chiesa di Santa Maria di Cartignano è un edificio religioso sito nei pressi di Bussi sul Tirino, in provincia di Pescara. Monumento nazionale dal 1902, la chiesa oggi è stata trasformata in sito visitabile, ed è nota per la sua forma (manca la copertura centrale) e conservazione.

Notizie della prima costruzione si hanno intorno all’XI secolo, quando nel 1021 una bolla papale cita una cella benedettina dedicata a San Benedetto. Negli anni successivi del 1000, la chiesetta divenne un vero monastero dedicato a Santa Maria di Cartignano, sotto la guida dell’abbazia di Montecassino. Dal 1200 al 1300 non si hanno più notizie della chiesa, fino al 1390, in cui il duca Cantelmo di Popoli si prese cura della chiesa, assieme al feudo di Bussi, esigendo un nuovo ordine monastico e gerarchia di abati sotto la sua guida personale. Tuttavia ciò non valse a permettere la lunga durata di vita della chiesa, che nel 1500 e nel 1600 venne abbandonata completamente nell’oblio. Nel XVIII secolo la chiesa fu inglobata nel territorio dell’abbazia di San Liberatore a Majella e dei Monaci Celestini del Morrone. Documenti del 1770 attestano che la chiesa era ancora integra e in perfetto stato di conservazione, fino al completo abbandono nel 1800, e alla successiva riscoperta nel 1900. Tuttavia in quegli anni numerosi terremoti avevano colpito l’Abruzzo, facendo crollare tutta la copertura dell’edificio. La chiesa venne riscoperta nella seconda metà del Novecento, e restaurata integralmente, venendo tramutata in sito visitabile al pubblico. L’esterno ha un aspetto tipicamente duecentesco, costituito da una facciata assai semplice, composta da un minuto portale con architrave a semicerchio, un rosone floreale, e un campanile a vela, frutto di ricostruzioni per anastilosi, dopo il crollo dell’originale. L’altra parte integra della chiesa è l’abside con decorazioni a “dentelli”, e il prospetto posteriore a capanna. I lati della chiesa sono circondati da piccoli archi. Sul fianco sinistro della chiesa, a ridosso di una collina, ci sono resti del cosiddetto “romito del pastore”, ossia di una casupola che accoglieva gli eremiti. L’interno prima del restauro possedeva vari affreschi e oggetti di culto, successivamente essi furono trasferiti a L’Aquila, nel Museo nazionale d’Abruzzo. Rimane un unico affresco nell’abside, ritraente il Cristo Benedicente, seduto in trono tra la Madonna e San Giovanni Battista. Altri affreschi sono visibile nei resti delle mura di copertura laterali, ritraenti San Nicola, San Benedetto, Sant’Agata, San Paolo, San Amico, San Mauro e San Pietro. All’interno era presente anche un importante bassorilievo, oggi conservato nella chiesa parrocchiale di Bussi sul Tirino: la morte in Croce di Cristo con alcune figure alate che volano attorno d esso, e due imponenti leoni che proteggono la scultura, in segno decorativo. Secondo le ipotesi degli studiosi della chiesa, l’edificio in origine doveva essere a tre navate. Inoltre il campanile a vela, si riteneva essere più ricco e massiccio, con una colonnina che dividesse la finestra delle campane. Dopo il restauro dell’abside con una copertura lignea del tetto, gli studiosi ipotizzarono che dietro l’altare, vi fosse un altro affresco nella lunetta dell’abside, oltre a quello del Cristo Benedicente; andato però perduto a causa delle intemperie.

Per approfondimenti maggiori: www.comune.bussisultirino.pe.it

 

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