Chiesa di Santa Susanna – Civita Castellana (VT)


 

Cenni Storici

Si trova in località Borghetto, poco fuori dal centro abitato di Civita Castellana, ai margini di una forra e in prossimità di una grande cava abbandonata.
Scarse e incerte sono le notizie relative all’edificazione della chiesa e dell’annesso convento francescano; si ha testimonianza della costruzione di una fabbrica francescana a Civita Castellana nel 1230 da parte del primo ministro dell’ordine Giovanni Parenti, la titolazione è Sancta Maria de Communi, l’analisi stilistica degli elementi presenti nella facciata conforta però l’ipotesi che si tratti della stessa chiesa che nel tempo ha modificato il proprio nome.
Le decorazioni marmoree, infatti, ricordano quelle realizzate dai Cosmati per il portico del Duomo di Civita Castellana, risalenti al 1210.
Nel 1447 il complesso risulta dedicato già a Santa Susanna; lo si trova poi inserito nell’elenco dei conventi della provincia romana del 1506, come unico convento presente a Civita Castellana.
Nel 1557 vi si trasferirono i Cappuccini di San Francesco di Roma, che lo abbandonano poi nel 1571.
Nelle Visite ad limina del 1610 e del 1613, risulta disabitato in quella del 1617 è inserito tra le “Ecclesie ex Civitate“, a testimonianza che il il convento era ormai in disuso.
Nel 1729 è citato solo come “ecclesia S. Susanna in fundo Mense episcopalis sub cura eiusdem societatis“.
Risulta disabitato nelle Visite ad limina del 1610 e del 1613, mentre in quella del 1617 non risulta neanche inserito tra le “Ecclesie Religiosor(um)”, ma tra quelle “ex Civitate” come se il convento fosse ormai decisamente in disuso.
Nel 1729 è invece espressamente citato solamente come “ecclesia S. Susanna in fundo Mense episcopalis sub cura eiusdem societatis“.
 

Aspetto esterno

La chiesa è edificata in muratura di tufi regolari legati insieme da sottili letti di malta.
Sul lato occidentale due arconi a tutto sesto rientranti rispetto alla muratura, tamponati con materiale misto di tipologia diversa rispetto al resto dell’edificio portano a ipotizzare l’esistenza di una seconda navata, forse realizzata in un secondo tempo e poi tamponata.
La facciata a capanna è preceduta da un portico con un arcone a tutto sesto di epoca tarda.
Il portale d’accesso, con decorazioni cosmatesche, è in asse con il culmine del tetto, probabilmente nonè quello originario, ma è stato inserito nella muratura in un momento successivo alla costruzione della chiesa, è fiancheggiato da due finestrelle devozionali.
La lunetta conserva un affresco raffigurante Cristo tra San Francesco e Santa Chiara, al di sopra si apre un oculo circolare.
Il campanile, oggi completamente nascosto dall’edera, è a vela a un solo fornice ed era dotato di una campana, è collocato in posizione centrale sul corpo annesso nord est, anch’esso con facciata a capanna.
Il lato sud-orientale è delimitato da un muro che circoscrive un’area adiacente alla chiesa, probabilmente il primo nucleo del monastero.
 

Interno

L’interno, desolatamente spoglio, si presenta ad aula unica coperta a tetto, presenta un coro rettangolare con volta a crociera costolonata e ridotta, ciò fa supporre che, durante l’edificazione di una delle fabbriche aggiunte del monastero, ne sia stata diminuita l’area.
Sulla parete sinistra si nota una piccola porta architravata, ora tamponata, e le due grandi arcate già viste dall’esterno, anch’esse tamponate.
Un arcone a sesto acuto che si scarica su due pilastri in corrispondenza di mensolette leggermente modanate fa da raccordo tra la navata e il presbiterio.
L’altare in stucco mostra in alto, tra una conchiglia e un angelo, la scritta AVE / REX / NOSTER.
Probabilmente v’era una statua, ora scomparsa, rimane una decorazione di fondo a stellette.
Tutto il pavimento conserva uno strato di sterco essiccato, a dimostrazione del prolungato uso dell’ambiente come stalla.
All’esterno, a destra della facciata, un grande arco introduce ai resti di quello che un tempo era il cortile interno del complesso religioso.
Al centro si trova una grande cisterna, ora chiusa.
Anche quel che rimane dei locali del convento è stato per lungo tempo adibito a stalla.
Al di sotto si aprono alcuni ambienti sotterranei di difficile interpretazione, forse ricavati da antiche sepolture falische.
Il primo ha una copertura a volta con massi di grandi dimensioni; il secondo è interamente scavato nella roccia ed è collegato alla soprastante cisterna.
Ambedue sembrano essere riferibili a un più antico insediamento, forse di carattere rituale o sacro, preesistente all’attuale insediamento religioso.
Nei pressi della chiesa si trovano alcune grandi e interessanti formazioni rocciose monolitiche, interpretate da taluni come una sorta di Stonehenge falisca, probabilmente con un eccesso di immaginazione; sempre nei pressi di trovano cavità ipogee, forse antiche tombe falische reimpiegate come ricoveri per animali.
 

Nota

La galleria fotografica ed il testo sono stati realizzati da Silvio Sorcini.
 

Nota di ringraziamento

Si ringrazia l’amico Pierluigi Capotondi, preziosa guida del territorio.
 

Fonti documentative

Paola Rossi – Civita Castellana e le chiese medioevali del suo territorio – Roma, Edizioni Rari Nantes, 1986

https://tesorinascostiagrofalisco.wordpress.com/2017/10/18/lantica-chiesa-di-santa-susanna/

 

Mappa

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