Monastero di Sant’Angelo di Rosario – Budino di Foligno (PG)

La struttura è privata e in fase di recupero.

 

Cenni Storici

La struttura che si vede ancora oggi lungo la Flaminia nel tratto fra Bevagna e Forum Flamini, nei pressi di Budino fu un antico priorato benedettino.
La fondazione e la successiva fortificazione dell’abbazia erano legate alle esigenze di controllo militare della zona; infatti in un catasto del 1295 viene descritta cinta da un fossato e dotata di una torre di cui oggi è visibile il basamento.
La più antica notizia risale ad un documento di Sassovivo del 1104 dove è citata come “Abatia S. Angeli de Rosari“.
Nella Bolla di papa Innocenzo II del 1138 si ricorda il monasterium sancti Angeli de Rosaia, che doveva già essere di qualche importanza, e che, dalla storia sappiamo essere appartenuto all’ordine di S. Benedetto.
E’ citata anche nelle successive bolle di Anastasio IV del 1154 e di Innocenzo III del 1210.
Della chiesa si conosce la precisa località da una nota della Libra, in cui si rammenta una terra “posita inter Carbonarias, inter quas est sita dicta ecclesia et turris edificata“.
Sul finire del secolo XIII, essa aveva già il cospicuo patrimonio di 5040 libre e 12 soldi, formato da una casa posta a Foligno “in Cyppischys“, da due piedi di un casale dentro città, e da terre situate “in Rosario“, “in palude Rosarii“, “in molglis seu rosario“, “in contrata Rosarii“, “in contrata molgle“, “in molglis“, “in contrata vallium“, “in contrata melagi“, “in villa nova“, “in filecto“, “in butino“, “in villa butini“, “in contrata fontis pagnentium“, “in vocabulo Sancte Marie de ysalberto“, “in Asio Sancte Marie de ysalberto“, “in pantanis“, “in aquatino“, “in contrata de cesis“, “in forma“, “in aso sancti venantii“, “in Iuguiati“, “in Grocturis“, “in Contrata Sancte Marie de Phylecto“, “in Asio flaminee“, “in asio sancti Petri de Mathociis“, “jucta flamineam“.
È ricordata altresì nella sentenza del card. Capocci del 1239, da cui risulta che faceva parte delle pieve di Butino, però, nella Bolla d’Innocenzo IV del 1244, essa è annoverata tra le dipendenze dell’Abbazia di S. Benedetto del Monte Subasio; infatti secondo lo storico Jacobilli la chiesa ed il monastero erano proprietà dei Robbacastelli Conti di Gallano i quali avevano facoltà di eleggere il Priore di questa chiesa nominando un monaco del monastero di San Benedetto sul Monte Subasio.
A conferma che questa autorità si protrasse per molto tempo, lo storico cita uno strumento del 1464 dove i nobili Bartolomeo e Gasparo figli di Gio. Francesco di Brunoccoro da Gallano Abate di Sassovivo, elessero per Priore di questa chiesa un monaco di San Benedetto al Subasio.
Nel 1449 S. Angelo ebbe in commenda le chiese di Santo Stefano in Foligno e di Santa Maria di Gisalberto, patrimonio che poi fu smembrato nel 1486 quando il priorato di Sant’Angelo divenne di nomina pontificia.
Nel 1478 l’abate Bartolomeo, Commendatario di Sassovivo, ricevette in commenda da papa Innocenzo VIII la chiesa ed il monastero di Sant’Angelo e ne prese possesso il 18 gennaio 1485.
Successivamente diventa un’azienda agraria dotata di una propria cappella.
Nella visita apostolica del 1573, la chiesa, in cui si celebrava una volta all’anno, è detta “senza cura anime“.
Nel 1726 intorno alla chiesa furono costruite delle case coloniche e agli inizi del XX secolo era ridotta a magazzino.
Oggi è inglobata in una casa colonica e della struttura primitiva rimangono il portale con lunetta a tutto sesto a unico rincasso, l’abside e le mura perimetrali
E’ di proprietà privata e chiusa da un cantiere poiché tutto il complesso è in fase di ristrutturazione.
 

Fonte documentativa

D. Placido T. Lugano, Oliv. O. S. B. – Delle Chiese della Città e diocesi di Foligno nel Secolo XIII Secondo una sentenza del 1239 e la “Libra” del 1295 – 1907
Lodovico Jacobilli – Croniche della chiesa e monastero di Santa Croce di Sassovivo nel territorio di Foligno – 1653
Bernardino Sperandio – Chiese Romaniche in Umbria – Edizione Quattroemme 2001
 

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