Chiesa di Sant’Ansovino di Avacelli – Arcevia AN

Posizionata nella valle del Fosso Fugiano sottostante il centro di Avacelli, la chiesa rurale di S. Ansovino può essere annoverata tra i più antichi monumenti della Vallesina.

 

Cenni Storici

Il territorio in cui è situata la chiesa di Sant’Ansovino acquista la sua importanza durante l’alto Medioevo, quando i Longobardi del Ducato di Spoleto crearono, nella zona di confine con i Bizantini, un loro gastaldato con centro in “Castellum Petrosum” (l’attuale Pierosara) nella cui orbita gravitavano la conca di Fabriano e tutta l’alta valle del Misa.
La piccola valle del fosso Fagiano veniva a trovarsi al centro dei traffici tra una valle e l’altra, testimoniati tra l’altro dall’esistenza del vicino toponimo medievale “Pian dell’Ospedale“.
La chiesa di Sant’Ansovino viene fondata, probabilmente, tra il X e l’XI secolo, anche se solo dal 1082 se ne hanno notizie certe.
Nel 1199 figura dipendente dall’Abbazia di Sant’Elena dell’Esino, trasferita poi da questa ad un ordine cavalleresco rimasto sconosciuto.
Nelle “Rationes decimarum” risulta appartenente alla magione templare di Pian dell’Ospedale e tassata per la rilevante somma di 45 soldi.
Nel 1308 papa Clemente V ordina ai Vescovi di Jesi e di Fano di inquisire contro i Templari presenti nelle loro diocesi, tra i quali quelli appartenenti alla “magione di S.Ansovinii “ della fossa de l’omo morto.
La chiesa è stata più volte rimaneggiata nei’ secoli XIV e XV. Parrocchia dal 1376 al 1520 e successivamente dipendente da S. Lorenzo di Avacelli, S. Ansuino fu officiata sino verso la metà del XIX sec. Restaurata e riaperta al culto negli anni Novanta del XX sec. ha recuperato tutta la sua suggestione di luogo di culto dell’alto medioevo dalle forme austere e semplici di antica sacralità.
Della struttura originaria restano la facciata, un vano sotterraneo destinato ad ossario ed una serie di capitelli, che si riallacciano alla tradizione longobarda, posti all’interno dell’unica navata.
 

Facciata

La facciata appare tripartita verticalmente da un leggero aggetto della parte centrale che comprende: il piccolo portale con arco a tutto sesto, la nicchia contenente una lastra di pietra scolpita di matrice templare (a cui rimanda l’iconografia simbolica della croce astile circondata da sei sfere), la finestra circolare sovrastante.
La parete destra, su cui si appoggia una più recente casa colonica, sembra conservare alla sommità l’originale decorazione ad archetti pensili di stile lombardo e due monofore, solo parzialmente visibili.
 

Interno

L’edificio è ad un’unica navata, terminante in un’abside semicircolare, con una copertura a capriate ma originariamente lo spazio interno era diviso in due campate sormontate da coperture a crociera, come testimoniano i semipilastri addossati alle pareti laterali interne. Ed è proprio su questi pilastri e su quelli della doppia arcata absidale che ci si disvela il vero e autentico tesoro di S. Ansovino: i capitelli rozzamente scolpiti in tutta la loro primitiva e arcaica potenza riconducibili a maestranze barbariche locali dell’VIII sec. paragonabili all’Altare di Ratchis a Cividale del Friuli o la lastra di Ferentillo nella più vicina Terni, opera autografa di Ursus Magister.
Assai pregevole all’interno la decorazione dei capitelli. Su quelli alla sinistra dell’abside sono rappresentate figure di oranti, la cui tipologia è tipica dell’arte alto medioevale delle aree ad influenza longobarda. Di particolare interesse la figura centrale femminile rappresentata con orecchini e corona, certamente di rango regale. A questa si contrappone nei capitelli collocati alla destra dell’abside una figura maschile anch’essa coronata. Due personaggi regali, protettori forse della chiesa. Accanto alla figura femminile si erge un’aquila maestosa simbolo di potenza e nobiltà. Queste figure coronate, caso unico nella zona per l’arte romanica, come altri elementi decorativi potrebbero però derivare da materiale di reimpiego appartenente ad altro edificio religioso più antico. Sulla parete destra della chiesa, entrando, è conservato un interessante affresco raffigurante la Madonna con il Bambino, databile tra la fine del XV sec. e gli inizi del XVI sec., di scuola umbro marchigiana.
 

Leggende

La gente del posto racconta che, di Sant’Ansovino si dica che “Vale più Sant’Ansuino de’ fossi che San Pietro”. Si narra, infatti, di un antico tesoro sepolto sulla vetta di un monticello poco distante da Sant’Ansovino, a cui si arriva tramite un sentiero.
Molte sono le ricerche e gli scavi fatti nel corso del tempo, tanto che sono ancora visibili, seppur oramai seminascoste dalla vegetazione, alcune grandi buche scavate durante le varie spedizioni. In particolare, Vittorio Cesaretti, custode delle chiavi della chiesa e della memoria del paese, racconta di un gruppo di gente che pare fosse realmente riuscita a trovare qualcosa.
Tuttavia, non appena dissotterrato il bottino, si presentò un ragazzino che disse loro: “Rimettete tutto al proprio posto, perché se si sveglia il nonno, saranno guai!”.
Appena terminata la frase, il ragazzino sparì, seguito da una sorta di tromba d’aria che trasportò lontano tutti gli avventori tranne uno che, da quel momento però, perse completamente salute e ragione.

Altra storia, ben più credibile, riguarda un contadino che per un certo periodo ha dimorato nella casa seicentesca adiacente la chiesa, vecchia proprietà dei preti. Costui di fatti, incuriosito dai numerosi racconti, aprì a metà la croce astile posta subito sopra il portale d’ingresso della chiesa (è ancora visibile la spaccatura fatta) convinto di trovare lì, il tanto discusso tesoro.
Non trovò l’oro, ma è certo che vi trovò una pigna in terracotta.

Altre storie, riguardano il fosso subito sotto Sant’Ansovino detto “dell’omo morto”. Lo stesso nome del fossato e non è ben chiaro se derivi dal fatto che, molto tempo addietro, un tale di ritorno da una serata di bagordi, cadde nel fiume all’altezza di un mulino (di cui oggi sono visibili solo alcuni resti) morendo annegato, o se sia per via di per altre oscure faccende.
La zona, comunque, è ricca di chiese antichissime come, ad esempio, i ruderi de le “Piagge” zona questa, dove addirittura sembra sia stata posta la prima pietra dell’insediamento del castello di Avacelli, di strade e vie un tempo di grande importanza, anche se oggi tornate di dominio della natura (ne è un esempio il “Ponte romano”, oggi percorribile solo a piedi).
 

Ansovino di Camerino

Nacque a Camerino da una famiglia di origini longobarde all’inizio del IX secolo. Studiò a Pavia, dove divenne ancora giovane consigliere e guida spirituale dell’imperatore Ludovico II, ma intorno all’anno 850 tornò a Camerino come successore del defunto vescovo.
In un primo tempo rifiutò la carica: infatti all’epoca era il vescovo a guidare l’esercito in guerra e secondo la tradizione Ansovino ripudiava la violenza. Ottenuto da Ludovico II di non impugnare le armi, andò a Roma per essere consacrato vescovo da papa Leone IV e affidato alla città di Camerino di cui diventò patrono.
Tornò a Roma nell’861 in occasione del Concilio indetto da papa Niccolò I.
La tradizione vuole che fosse particolarmente generoso verso i più poveri e che si propose come paciere tra le diverse fazioni. Convinse i signorotti locali ad aprire i propri granai per gli affamati in tempo di carestia e visitò continuamente le altre comunità, rafforzando l’unione con il suo clero.
Fu colto da un malore in viaggio e, appena tornato a Camerino, si spense circondato dai sacerdoti. Secondo la tradizione le sue ultime parole invitavano i fedeli alla Carità vicendevole.
 

Bibliografia

http://www.lamemoriadeiluoghi.it/

http://www.castiglionidiarcevia.it/

http://it.wikipedia.org/

 

Da vedere nella zona

Castello di Avacelli
 

Per conoscere altri gioielli delle Marche

http://www.montialberto.it/
 

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