Chiesa (Pieve) di Santa Maria Assunta di Verchiano – Foligno (PG)

La bella chiesa quattrocentesca è uno dei gioielli architettonici della montagna folignate e molto spesso è sede dei concerti della manifestazione Segni Barocchi.

 

Cenni Storici

Verchiano fece parte dell’episcopato di Spoleto fin dall’inizio del sesto secolo e seguì le vicende storiche spoletine durante l’occupazione longobarda; la “Pieve di Verchiano” risale al periodo del 1300, la sua costruzione fu iniziata nei primi anni del 1100.
La Chiesa costituisce il primo nucleo di aggregazione del “Borgo di Verchiano” nel XIV sec. era stimata per 189 libbre era curata da due Canonici e pagava 10 fiorini.
Secondo gli Statuti del Castello (o quel che ne resta), alla chiesa di Santa Maria di Verchiano appartenevano 11 chiese:
apre la serie la Pieve di Verchiano con il pievano, un canonico, quattro confratelli e trentadue consorelle.
Seguono quindi:
Croce, con il solo rettore;
Curarci con il rettore, due confratelli e tre consorelle;
Percanestro con il rettore, un chierico, due confratelli e dieci consorelle;
Elci, con il rettore e tre consorelle;
S. Giovanni di Forcella, con il rettore e sette consorelle;
S. Croce di Forcella, con il rettore, un chierico, un confratello e nove consorelle;
S. Martino, con il rettore, due confratelli e dieci consorelle;
Acquapagana, con il rettore, un chierico, due confratelli e sedici consorelle;
Cornieto, con il rettore, quattro confratelli ed undici consorelle;
Popola, con il rettore, un confratello e diciannove consorelle.
Chiude la matricola delle parrocchiali un elenco di 24 chierici, di cui due religiosi, probabilmente monaci di S. Salvatore di Acquapagana.
Un totale di 177 confratelli, di cui: 39 chierici, 18 confratelli e 120 consorelle.
L’edificio è stato costruita in due fasi edilizie molto diverse: la metà sinistra in stile romanico, l’altra metà è stata edificata molto più tardi; l’ampliamento si è compiuto con l’elevazione della torre campanaria.
La chiesa rappresentava oltre al luogo di culto, anche un centro di unione sociale, in quanto vi si tenevano le riunioni degli amministratori del luogo.
Dalle Rationes Decimarum risulta che la pieve nell’anno 1333 versava alla Camera Apostolica in diverse rate rispettivamente: VIII soldi cortonesi, III soldi e VIIII denari cortonesi, IV soldi cortonesi, XI soldi e VI denari cortonesi; mentre nell’anno 1334 versa una prima rata da XVIII soldi cortonesi e V soldi e VIII denari cortonesi.
La disposizione degli altari nei secoli ha subito diverse variazioni, fino ad arrivare ad un massimo di 8 tra il XVI e il XVII secolo.
La pieve di S. Maria Assunta di Verchiano in questo periodo comprende ben 48 chiese (secolo XIV).
La chiesa parrocchiale intorno alla metà del XIV secolo, diventò sede di una “Confraternita di laici” che accolse membri da tutta vicaria (cioè dai vicini borghi le cui chiese dipendevano dalla chiesa di S. Maria Assunta) a tale confraternita, secondo l’uso del tempo, si deve la fondazione di un ospedale all’interno del paese individuabile nell’ormai fatiscente locale posto a fianco dell’attuale scuola elementare.
Ampliamenti della chiesa e del campanile risalgono alla prima metà del XVII secolo ad opera dell’architetto Lorenzo Salvati di Foligno, mentre i lavori furono eseguiti dai maestri Comacini Francesco Catanaccio e Biaggio di Paolo.
Durante il periodo rinascimentale, la chiesa parrocchiale si arricchì di numerosi affreschi e di diversi nuovi elementi architettonici datati 1604 e commissionati dal pievano Antonio Ricchi.
Da un inventario redatto il 14 Marzo 1690, si traggono alcune notizie sulle famiglie di Verchiano; in quell’epoca si istituì lo “ius patronati” per ogni altare, vale a dire un privilegio sull’altare che la famiglia pagava con il denaro o con la concessione di fondi rustici, in cambio della celebrazione di una certa somma di messe annue.
Fino alla fine degli anni sessanta del secolo scorso, in paese vi si svolgeva ancora una fiera, retaggio di quello che da secoli era considerato il punto obbligato d’incontro di viandanti e pellegrini diretti verso la Santa Casa di Loreto.
La chiesa, come del resto tutto il paese, ha subito danni durante il terremoto del 1997, ma è stata del tutto restaurata.
 

Aspetto esterno

La chiesa si affaccia sullo slargo che costituisce in qualche modo la piazzetta del paese; è inglobata in un blocco di fabbricato.
La facciata presenta due portali, uno arcuato sovrastato da una trifora spartita da due colonnine, mentre l’altro è squadrato inserito in un portico e sovrastato da un oculo tondo, frutto di un ampliamento dell’edificio.
Il campanile è affiancato alla spalla sinistra della facciata.
 

Interno

La chiesa è a navata unica con tetto a capanna; entrando a destra si trovano un Fonte Battesimale ed un’acquasantiera in pietra datati 1604, commissionati dal pievano D. Antonio Ricci e nella parete tracce di affreschi.
Salendo si incontra l’altare della Madonna di Loreto con una nicchia contenente una statua della Vergine con in braccio il Bambino.
Segue una decorazione di un vecchio altare con una cornice finemente decorata in pietra e all’interno una Natività.
Nel presbiterio, dietro all’altare maggiore c’è una pittura dell’Assunta il cui autore fu Andrea Generoli di origine Sabina, proveniva da Poggio Mirteto (Rieti).
Il quadro fu commissionato da Santa Sabini, secondo quanto riportato nel suo testamento del 1633; ai lati due nicchie con altrettante statue, a destra San Giuseppe con il Bambino e a sinistra Sant’Antonio da Padova con in braccio il Bambino.
Scendendo nella parete sinistra troviamo una nicchia con un affresco datato 1574 attribuito ai Bontulli di Percanestro con la raffigurazione della tradizione della Madonna con la sua casa portata in volo dagli angeli a Loreto; ai piedi della Madonna papa Gregorio XIII (regnante in quel tempo) e la Maddalena.
Nel lato sinistro della nicchia compare un lacerto di affresco dove si legge l’immagine di San Cristoforo.
A seguire una macchina d’altare con colonne a capitelli corinzi e decori architettonici che racchiude una tela con la Madonna del Rosario con i 15 misteri e nella cimasa Dio benedicente.
Nell’ultima nicchia della parete una Deposizione dalla croce con al Vergine che sorregge sulle ginocchia il Cristo morto datata 1578 anche questa attribuita ai Bontulli di Percanestro; nella calotta la Madonna con il Bambino circondata da angeli.
Nella spalla di sinistra della nicchia la figura di San Sebastiano e sulla destra figura non più riconoscibile.
In controfacciata Santa Apolloniacon in mano la palma del martirio e le tenaglie.
 

Fonti documentative

Mario Sensi – Vita di pietà e vita civile di un altopiano tra Umbria e Marche (secc. XI-XVI) – 1984
L. Fausti – Le Chiese della Diocesi di Spoleto nel sec. XIV secondo un codice del XVI secolo – 1913
Pietro Sella – Rationese Decimarum Italiae nei secoli XIII e XIV – 1952
S. Capodimonti – Il Menotre e la sua Valle: Borghi, genti, acque, sorgenti – 2017

http://www.amicimusicafoligno.it/

http://www.faustosavini.it/progetti/progetto_A1.php

 

Da vedere nella zona

Fonte monumentale dei Trinci
Santuario di San Salvatore
Eremo della Madonna del Sasso – San Martino
 

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