Collegiata di Santa Maria Maggiore – Collescipoli (TR)

 

Cenni Storici

Di origine romanica, le prime notizie risalgono al pontificato di Innocenzo III (1198-1216), quasi completamente ricostruita tra il XVI e XVII secolo.
Dedicata all’Assunta, distinta dall’appellativo Maggiore per essere la principale tra le numerose chiese della zona dedicate alla Vergine.
 

Aspetto esterno

Il prospetto quattrocentesco è stato ampiamente rinnovato nel 1730.
Sulla facciata sono murate grosse lapidi, di cui una con iscrizione antica.
Il magnifico portale cinquecentesco è attribuito a Rocco di Tommaso da Vicenza (Como, 1495-Vicenza, 1529), apprezzato lapicida nel vicentino che si trasferì a Spello nel 1510, dove aprì una bottega documentata fino al 1526.
Fu costruito in una seconda fase rispetto all’edificio, infatti, sulla facciata, sono visibili altri due accessi risalenti al secolo precedente e inseriti ora nella muratura.
Realizzato in pietra calcarea bianca molto compatta, con sfumature rosate e giallastre, risale al 1515, data che è incisa nella tabella presente sulla lesena di destra.
Esterne alle lesene, vi sono due paraste capitellate, che contengono dei motivi a candelabra, molto articolati, con elementi riferibili alla tradizionale decorazione rinascimentale come tritoni, satiri, cherubini, mascheroni, delfini e trofei.
La decorazione della trabeazione, è invece più sobria e comprende un Pegaso e un Grifo affrontati mentre dalle loro code si dipartono dei girali fitomorfi.
Molto bello è anche il portone ligneo, realizzato nel XVIII secolo in noce nazionale e castagno.
La torre campanaria, costruita nel 1539 sopra l’arco di Porta Sabina, conserva le bifore a sesto acuto e merletti, con guglie ai quattro angoli e la cuspide gotica ottagonale al centro.
Pregevoli le campane dove si legge ancora la data di fusione 1577.
Vi è un orologio con quadrante a sei ore.
Gli assi dei campanili di S. Maria e S. Nicolò nel 1890 furono usati come vertici trigonometrici nella costruzione della Carta d’Italia dell’Istituto Geografico Militare di Firenze, scala 1:25.000.
 

Interno

Il sontuoso interno è a navata unica con volte a crociera divisa in quattro campate, termina con abside pentagonale.
Lungo le pareti laterali si aprono 4 cappelle a sinistra e 3 a destra.
A sinistra dell’ingresso si trova la Cappella dei Conti Catucci, con il neoclassico altare del Transito di San Giuseppe e tela raffigurante la Morte di San Giuseppe, di autore ignoto ma probabile copia di un originale di Giudo Reni.
Sul pilastro di destra è lo stemma della famiglia Catucci.
Segue la Cappella del Crocifisso datata 1598, concessa dal vescovo Eroli ad Antonio di Loreto Fiori, il cui stemma è visibile sul coronamento.
L’altare è decorato da affreschi degli inizi del XVII secolo, attribuibili alla bottega del Pomarancio, ai lati sono dipinti San Michele Arcangelo e Sant’Andrea, sulla lunetta Ecce Homo.
I bellissimi stucchi sono stati progettati ed eseguiti dallo sconosciuto mastro stuccatore collescipolano Domenico Piciano.
Nel XVII secolo la Cappella del Crocefisso venne ereditata dalla famiglia Cimini, il cui stemma è riprodotto nei plinti laterali.
Lorenzo Cimini, ultimo discendente in linea maschile, nel 1698 fece realizzare il nuovo paliotto con pregiati marmi di Cottanello, ad opera dello scalpellino Michele, su disegno di Tommaso Cardani.
Sotto l’altare è l’urna di San Severino Martire.
Sul pilastro di destra sono riemersi alcuni affreschi della precedente decorazione quattrocentesca, in basso a sinistra San Michele Arcangelo, in alto, accanto alle gambe, unico residuo di un San Sebastiano, uno stemma con torre e le lettere P F, a destra, in basso, Santa Lucia in una inconsueta iconografia con una candela in mano, simile a quella raffigurata nell’eremo della Madonna della Stella di Roccatamburo, in alto San Sebastiano, sulla facciata rivolta alla navata San Leonardo e San Paolo.
Sempre a sinistra la terza cappella, detta della Flagellazione, eretta nel 1603 dal marchese Liberato Stefanoni – Simonetti, ai lati dell’altare sono apposti il suo stemma e quello della moglie Caterina Saracini.
È ornata da stucchi realizzati dai fratelli Grimani di Stroncone nel 1599 e tela, degli inizi del XVII secolo raffigurante la Flagellazione di Cristo opera di Antonio Circignani detto il Pomarancio.
Sul pilastro destro è riemerso un affresco raffigurante Santa Lucia.
Dopo un bel pulpito decorato l’ultima cappella della parete sinistra è dedicata al Santissimo Sacramento, fu senz’altro la prima ad essere realizzata dopo l’altare maggiore, è ornata dalla Gloria di Sant’Antonio abate, opera in stucco policromo del milanese Michele Chiesa (1685-86), e da una tela raffigurante Cristo in Pietà e i Santi Antonio abate, Giovanni evangelista, Sebastiano e Rocco attribuita al pittore marchigiano Cesare Conti, fine XVI secolo.
Davanti è collocato l’organo proveniente dalla chiesa di Santa Maria del Colle.
Nell’abside, sopra il coro ligneo di fattura cinquecentesca decorato con cuoi di Toledo in foglia d’argento, si ammira l’affresco dell’Assunzione della Vergine con gli ovali rappresentanti la Natività e la Visitazione ai lati, dipinti da Tommaso Cardani nel 1697; gli stucchi di contorno e gli angeli furono eseguiti da Michele Chiesa.
Sopra alla bella porta della Sacrestia è collocato il raro e prezioso organo Hermans del 1678, a sette registri opera del gesuita fiammingo Willelm Hermans, ambito da maestri di fama internazionale che si esibiscono in Santa Maria Maggiore durante i Concerti organizzati per l’Hermans Festival.
La cantoria dell’organo presenta quattro prospettive di paesaggi opera dello Zuccarini (1682) e intagli di Mastro Titta (1702).
La terza cappella di destra, dedicata alla Madonna del Rosario, è ornata da stucchi realizzati da Gregorio Grimani nel 1610 e da un affresco, realizzato nell’ultima parte del XVI secolo ed attribuito all’aretino Sebastiano Florio, raffigurante la Madonna del Rosario tra San Domenico e San Nicolò, quasi interamente coperti dagli stucchi successivi, con in basso a sinistra la Sibilla Persica e il profeta Isaia, a destra la Sibilla Delfica e il profeta Michea e alcune figure di devoti indossanti i costumi locali.
Intorno alla cornice sono poi dipinti ad olio su muro i Quindici Misteri del Rosario del Pomarancio (1609).
La tela del timpano, attribuita alla scuola del Cavalier d’Arpino raffigura Dio Benedicente.
Il gradino dell’altare, in legno dipinto e dorato, datato 1640, è ornato da figurine allegoriche di virtù teologiche e cardinali.
Nell’urna sotto l’altare è allocato il corpo di San Vincenza.
La seconda cappella di destra appartenne alla famiglia Puri, poi ai conti Guadagnoli, il cui stemma è scolpito in basso ai lati dell’altare e infine ai marchesi Della Genga.
Realizzata in pregiati marmi policromi nel 1647, è dedicata alla Santissima Trinità e conserva una reliquia di San Flavio Pietro Martire.
La pala rappresenta la Santissima Trinità e Santi, può essere attribuita a Calisto Calisti di Bagnaia, 1647 circa.
Nel timpano si legge la scritta: REGI SAECOLORUM / IMMORTALI ET INVISIBILI.
A sinistra, sul pilastro un resto della decorazione a fresco quattrocentesca, raffigurante San Sebastiano.
Sul fianco destro della Chiesa, in prossimità del primo altare, si accede attraverso una piccola porta alla Cappella di San Giovanni Battista.
Al suo interno si ammira un pregevole affresco in cornice ovale raffigurante la Madonna con Bambino di Evangelista Aquili (1507) e un bellissimo altare ligneo realizzato nel 1740 da due falegnami di Sangemini, Biagio Riccitelli e Simone Zaghetti.
Al centro dell’altare è posta la tavola con dipinto San Giovanni Battista opera del forlivese Livio Agresti, 1560-65.
All’inizio della parete destra si trova la Cappella Petroni con altare di San Giovanni Battista, la decorazione è opera dello stuccatore ticinese Michele Chiesa su disegno di Tommaso Cardani (1693); la tela, raffigurante San Giovanni Battista, San Giuseppe e un Angelo è del pittore Vanni da Narni (1695).
In controfacciata due tele ovate dipinte da Vanni di Narni nel 1690.
Attigua alla collegiata si trova l’ex Chiesa Oratorio di S. Giovanni Decollato, cui fece riferimento l’omonima Confraternita.
 

Ringraziamenti

Ringrazio Cristina Sabina per aver collaborato nella stesura del testo e la Diocesi di Terni – Narni – Amelia per la collaborazione e per l’autorizzazione alla pubblicazione delle immagini.
 

Fonti documentative

COMUNE DI COLLESCIPOLI – IX CIRCOSCRIZIONE COLLESCIPOLI, Collescipoli. Storia e arte di un centro di confine, a cura di L. MORONI, Terni, Tipolitografia Visconti, 2003
G. CERONI, Collescipoli, il Castello e le Chiese, Bagnacavallo, s.e., 1915
C. SABINA, Collescipoli, cenni di microstoria economica e sociale. Saggi e documenti, Arrone 2015
Nuova carta turistica di Collescipoli (inedita), con testi curati da Cristina Sabina

http://siusa.archivi.beniculturali.it/

http://www.ilcollediscipio.it/

http://www.giovannispagnoli.com/

Cartellonistica in loco
 

Mappa

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