Eremo delle Carceri – Assisi (PG)

L’Eremo delle Carceri è uno dei luoghi più significativi dell’esperienza di S, Francesco e ancora oggi mantiene il suo fascino e il suo profondo mistero che, a distanza di ottocento anni, lascia ancora nel visitatore il segno tangibile della sua presenza

 

Cenni storici

Donato dal Comune di Assisi ai benedettini del Monte Subasio, la tradizione vuole che questi a loro volta lo donarono (così come la porziuncola) a S. Francesco nell’anno 1215 affinchè si “carcerasse” nella preghiera. In quel posto esisteva già una piccola cappella dedicata a S. Maria delle Carceri. La parola “Carceri” (dal latino “Carceres”) significa luogo solitario, isolato, oppure, secondo l’utilizzo locale, una persona che si allontanava per stabilirsi in luoghi appartati (“se carcerava”).

Fra Tommaso da Celano nella “La vita di San Francesco e il Trattato dei Miracoli” racconta che in quel tempo all’Eremo dimorava frate Silvestro, compagno di Francesco, e ci racconta che il Santo vedendo crescere smisuratamente la sua Comunità, e non sapendo scegliere la giusta soluzione tra “vita contemplativa” e “vita attiva”, prese da parte frate Masseo e lo mandò con questo quesito a chiedere consiglio a Santa Chiara che era a San Damiano e a frate Silvestro all’Eremo delle Carceri. L’incarico preciso era di chiedere a Dio quale delle due vie doveva seguire. Dopo un certo tempo, frate Masseo tornò da Francesco con la risposta sia di Chiara che di Silvestro, divinamente identiche:

ha detto il Signore che non devi preoccuparti solo di te ma anche dei fratelli

La Volontà del Signore, dunque, era che i frati si dedicassero alla predicazione, che andassero per il mondo ad annunziare il Vangelo. Francesco accolse con gioia questa scelta del Signore; consigliava però sempre ai frati mandati per il mondo a predicare il Vangelo, di prepararsi con l’orazione e la contemplazione, per meritare dal Signore la grazia di testimoniare con la vita, la verità di quanto annunciavano. Alternavano così predicazione e momenti di solitudine negli eremi.
 

Caratteristiche

Il Santuario si è sviluppato lungo i secoli attorno alla grotta di San Francesco e alla Cappellina di Santa Maria, che viene fatta risalire al tempo del Santo che frequentò “I Sassi di Maloloco” , così li chiamava per la scomodità, prima ancora di giungere a San Damiano.
L’edificio addossato alla roccia del monte è stato ampliato lungo i secoli, con la fantasiosa inventiva e creatività dei frati, in particolare con il movimento dell’Osservanza di Fra Paoluccio Trinci e S. Bernardino da Siena nel 1400. Lo stesso fece costruire la chiesa di Santa Maria delle Carceri che inglobò la primitiva cappella e ampliò il complesso edificando un piccolo convento che presenta sulla porta un sole con il simbolo di Gesù Cristo a lui caro. Questo edificio venne intitolato proprio a San Bernardino.

La struttura è rimasta essenziale nonostante il passare del tempo, degli stili architettonici e delle mode; non mostra fronzoli, né distrazioni, ma solo la pietra nuda e viva. Ancora oggi, come nei secoli passati, il convento accoglie quanti sono alla ricerca di un’intima risposta interiore, godendo appieno di un contesto improntato sulla preghiera e la contemplazione. L’eremo è posto in un bosco di lecci secolari circondato da grotte e da piccole cappelle dove i pellegrini si ritirano ancora oggi in contemplazione.
 

Storia o Leggenda

Sono molti i racconti di miracoli che si associano a questo sito:

  1. Nei pressi della grotta di San Francesco si trova un leccio secolare dove si pensa ebbe luogo la predica agli uccelli di San Francesco, però non ci sono fonti storiche che documentino l’evento, tanto che ultimamente è stato specificato, attraverso un cartello che si tratta solo di un’albero che risale ai tempi del Santo.
    Le fonti storiche attestano invece che la predica sia avvenuta fuori del comune di Assisi ed in particolare a Piandarca nel comune di Cannara a pochi chilometri dalla città serafica nella vallata sottostante.
    La verità è che tali prediche si sono ripetute in più posti, alle paludi di Venezia, ad Alviano dove esiste tuttora la Cappella delle rondini che ricorda l’evento, addirittura in altre due occasioni sempre documentate dalle Fonti Francescane ha predicato ai pesci, ad una carpa pescata nel lago di Piediluco a lui donata e dallo stesso S. Francesco rilasciata, e a S. Angelo in Pantanelli sul lago di Corbara dove da sopra un masso predicò ai pesci che si accalcarono ad ascoltarlo da un’ansa del Tevere.
    L’episodio si avvicina alla stessa predica che fece S. Antonio che a Padova non essendo ascoltato da nessuno predicò ai pesci del porto.
  2. Tradizione vuole che il burrone che si trova nei pressi del monastero sia in realtà il letto di un fiume, oggi in secca, le cui acque furono prosciugate da san Francesco poiché disturbavano la sua meditazione e quella dei suoi discepoli.
    In merito al Fosso delle Carceri prosciugato miracolosamente da San Francesco è nata una leggenda, infatti seppur sul Monte Subasio si contino almeno 88 sorgenti, il Fosso delle Carceri sembra essere legato ad una innumerevole successione di sventure. La sorgente che alimenta il fosso ha un carattere intermittente, e sgorga una volta ogni 20 o 30 anni. Contemporaneamente, fonti storiche attestano una particolare incidenza di fatti negativi e disgrazie, tanto che il ridestarsi del torrente è ormai ritenuto un temibile indicatore di calamità.
  3. Nella grotta di san Francesco è presente un buco nel terreno dal quale si può intravedere il fondo del burrone. Si racconta che questo sia stato provocato dal demonio, sprofondato nell’abisso quando fu scacciato da San Rufino.
  4. Nel mezzo del chiostro è presente un pozzo nel punto in cui, secondo una leggenda, san Francesco, tramite un miracolo, fece sgorgare dell’acqua.
  5.  

    Nota Territoriale

    Rimboschimento del Subasio – All’Eremo delle Carceri sono presenti ben 2 lapidi marmoree che ricordano i prigionieri Austro – Ungarici della guerra del 1915 – 1918 i quali furono utilizzati dall’anno 1916 all’anno 1919 per rimboschire il Monte Subasio. Il rimboschimento continuò nel periodo Fascista con un impegno di forze e di energie mastodontico, tanto che tuttora viene considerato una delle più consistenti opere di rimboschimento d’Italia. Furono investite cifre molto considerevoli per quegli anni, e la montagna fu terrazzata per centinaia di Km nel versante a sud in senso longitudinale da Assisi a Spello e furono impiantati milioni di esemplari di pino nero. Tutto ciò per arginare il dissesto idrogeologico a cui la montagna era sottoposta per il dissennato disboscamento che precedentemente era stato effettuato.
     

    Come arrivare

    Link alle coordinate
     

    Bibiografia

    Fra Tommaso da Celano “ Vita di San Francesco d’Assisi e Trattato dei Miracoli”
    http://www.eremodellecarceri.it/ (Per approfondire gli sviluppi architettonici della struttura consultare il sito)

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