Eremo Francescano di Monteluco – Spoleto (PG)

L’Eremo immerso nel sacro bosco di Monteluco ispira alla meditazione e alla pace

 

Cenni Storici

Le origini dell’eremo di Monteluco si fanno risalire all’arrivo nello Spoletino del santo siriano Isacco che, dopo aver rifiutato con la famosa frase «monaco che cura averi monaco non è» le profferte degli abitanti del luogo, nel VI secolo si ritirò sulle pendici di Monteluco, forse proprio nella grotta che tradizionalmente porta il suo nome.
«Il monte divenne ben presto uno sterminato monastero in cui i monaci, come nelle lauree orientali, vivevano isolati in celle o in grotte disseminate per le montagne» (B. Toscano), sottoposti all’obbedienza di sant’Isacco che era divenuto abate di San Giuliano, una chiesa-oratorio costruita, secondo la tradizione, sul terreno a lui donato da una certa donna Gregoria.
La prima attestazione storica è costituita da una lettera di papa Pelagio I indirizzata al vescovo di Spoleto Paolino e datata 559, nella quale si richiedeva la rimozione di alcuni monaci per la loro condotta scandalosa, il che dimostra che in quel tempo doveva esistere già un monastero annesso alla chiesa.
Dopo la morte di sant’Isacco, forse proprio sul finire del VI secolo, forse un secolo più tardi, il complesso di San Giuliano entrò nell’orbita benedettina e fu tenuto prima dai cassinesi e più tardi dai cluniacensi.
Tutta la storia eremitica del posto è legata all’Abazia di San Giuliano che ben presto acquisì potere e numerosi possedimenti per essere poi nel tempo smembrata e venduta a privati.
L’eremo ha conservato nel tempo l’originale vocazione ed è ricordato anche per la presenza di San Francesco che passò un certo tempo in meditazione proprio a Monteluco.
Risalendo la vecchia mulattiera che si snoda nel folto del bosco si incontrano numerosi eremi che, con il permesso dei proprietari, è possibile visitare: tra questi si segnala l’eremo di Sant’Isacco, costituito da due locali collegati da una porticina e addossati a una grotta.
Se i due locali sono del XIII secolo, molto più antichi sono gli adattamenti della grotta, che forse risalgono addirittura ai primordi della vita eremitica nella zona.
 

Curiosità

• Nel 1876 sul colle San Quirico fu trovata un’iscrizione del III secolo a.C., nota come Lex Spoletina, che attesta la sacralità del bosco, un documento di enorme valore sia per motivi glottologici, sia per la storia di questi luoghi, che furono il più importante e antico centro del popolo umbro. L’iscrizione recita: «Questo bosco sacro nessuno profani, né alcuno asporti su carro o a braccia ciò che al bosco sacro appartenga, né lo tagli, se non nel giorno in cui sarà fatto il sacrificio annuo; in quel giorno sia lecito tagliano senza commettere azione illegale in quanto lo si faccia per il sacrificio. Se qualcuno [contro queste disposizioni] lo profanerà, faccia espiazione offrendo un bue a Giove ed inoltre paghi 300 assi di multa. Il compito di far rispettare l’obbligo tanto dell’espiazione quanto della multa sia svolto dal dicator».
• Narra Gregorio Magno che un povero pellegrino giunse a sera inoltrata a Spoleto ed entrò in una chiesa domandando ai custodi la grazia di rimanervi a pregare. La preghiera, di rara intensità, si protrasse per tre giorni e due notti, ininterrottamente, e ciò parve molesto ad uno dei sacrestani, che provò a cacciarlo osando anche schiaffeggiarlo. Ma improvvisamente il custode stramazzò al suolo agitato da convulsioni, mentre come un ossesso gridava «Isacco mi caccia», ma Isacco, invocata la clemenza divina, lo liberò dal demone. Diffusasi in città la notizia, gli spoletini accorsero a venerare il sant’uomo, ma egli rifiutò offerte e ospitalità e si ritirò nei boschi in preghiera.
• Tanti furono gli eremi sparsi «per la boscaglia, che sembra ne derivasse a questo Monte un cambiamento dell’antico suo nome. Non più Luco, per qualche secolo venne detto, sì bene delle cento celle (Mons centum cellae)» .
 

Bibliografia

In Ascolto dell’Assoluto Viaggio tra gli eremi in Umbria di Laura Zazzerini e foto di Enrico Mezzasoma ediz. Edimond

Eremi in Umbria Viaggio tra storia architettura e paesaggio Supplemento al quotidiano Corriere
 

Da vedere nella zona

Chiesa di San Pietro
Abbazia di San Giuliano
 

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