Eremo ( La Romita ) di Monte Cavallo – Collattoni

Raggiungere ” La Romita ” a piedi è un’escursione non troppo impegnativa e che riserva scenari e paesaggi davvero incantevoli.

 

Cenni Storici

Della Romita di Montecavallo, a 1327 metri sul versante nord del monte omonimo, all’inizio della Valle della Madonna che scende verso la frazione di Collattoni, rimangono i ruderi di una piccola chiesa, a pianta rettangolare, prossima a rovinare del tutto.
In epoca recente gli è stata addossata una stalla, anch’essa in abbandono e gran parte crollata.
Il luogo, boscosissimo, è pieno di una suggestione rara, circondato da secolari faggi e aceri, che ammantano la solitaria “valle sancta Maria“, originaria denominazione, e risalgono in alto verso la Fonte dei Massari e il panoramico Poggio Martello, massima sommità del M. Cavallo.
Della “Romita della Madonna della Valle” non si conosce la fondazione, ma era già antica quando nel 1138 venne confermata dal papa Innocenzo II, al monastero folignate di S. Croce di Sassovivo, la protezione apostolica e i suoi possessi, tra i quali quello della “ecclesiam sancte Marie Heremite Montis Caballi“.
Le sue sorti, attraverso le vicissitudini dei suoi priori, commendatari e santesi, vengono registrati dai documenti fino al XVII secolo.
Fece parte della Diocesi di Spoleto e di Camerino e, oltre che a Sassovivo, fu per un periodo unita anche al monastero di Rio Sacro di Acquacanina.
Nella visita pastorale del 1603 il vescovo di Camerino la dice “chiesa semplice di S. Maria di Monte Cavallo o della Romita in stati ormai di quasi abbandono“.
Durante l’ultimo conflitto subì la definitiva rovina ad opera dei tedeschi e della milizia fascista che rastrellavano la montagna per accerchiare le formazioni partigiana o fucilare i giovani renitenti alla leva dopo l’otto settembre.
 

Aspetto

Attualmente resiste al paramento orientale sul quale si leggono ancora alcuni resti di affresco (il viso della Madonna e parte del suo manto); ai piedi dell’immagine vi è un altare in massiccia pietra rossa locale, che appare di fattura più recente.
Un arcone a pieno sesto divideva l’aula rettangolare in due ambienti.
Vi si accedeva da ovest per una semplice porta rettangolare, aperta sulla facciata a capanna, al di sopra della quale era stata ricavata una luce rettangolare; una porticina laterale permetteva forse l’accesso dai locali all’eremo, ora completamente scomparsi.
Le murature, in pietra concia locale, ben squadrata e connessa, suggeriscono una costruzione ben più solida e importante di quello che appare oggi.
Appartiene ad una famiglia originaria di Collattoni, proprietaria dei pascoli e dei boschi circostanti.
L’incuria e i terremoti l’hanno ridotta nelle penosi condizioni attuali.
 

Tradizioni

Fino agli anni 30 nel mese di Luglio, veniva organizzato il pellegrinaggio da Collattoni alla Madonna della Romita, e portata in processione un’antica statua all’interno dell’eremo.
Era una festa vera e propria che si concludeva con una cena nei pressi della romitoria.
Della statua ora purtroppo non si hanno notizie certe, sembra che si trovi in una chiesa a Camerino.
 

Bibliografia

I sentieri del silenzio – Guida agli eremi rupestri ed alle abbazie dell’Appennino umbro-marchigiano di Andrea Antinori Società Editrice Ricerche
 

Mappa

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