Grotta di San Francesco – Matelica (MC)


 

Cenni Storici

La grotta di San Francesco è ben visibile sul versante sud occidentale del Monte San Vicino alla quota di circa 1250 m, al di sopra della fascia rocciosa che si erge precipite dal limitare del bosco.
E’ un ambiente angusto, di quattro o cinque metri di profondità ed altrettanti di altezza, reso meno impervio da una radura che si allarga davanti; altre piccole cavità si aprono nelle vicinanze, il sito, utilizzato da frati eremiti, fu probabilmente adattato ad uso abitativo con una chiusura all’imbocco della cavità realizzata con muretti di pietra addossati alla roccia, di cui non rimane alcuna traccia.
Non è dimostrabile che il primo ad utilizzare la grotta sia stato proprio San Francesco, ma è certa la presenza dei suoi primi compagni, come ci ricorda un brano dei Fioretti di San Francesco:
“…frate Bentivoglia, dimorando una volta a Trave Bonanti (l’attuale Ponte la Trave nella Valle del Chienti), solo, a guardare e a servire uno lebbroso, avendo comandamento dal Prelato di partirsi indi e d’andare a un altro luogo, lo quale era di lungi quindici miglia, non volendo abbandonare quel lebbroso, con grande fervore di carità sì lo prese e poselsi in sulla spalla e portollo dall’aurora insino al levar del sole per tutta quella via di quindici miglia insino al detto luogo, dov’egli era mandato, che si chiamava Monte Sanvicino.
Il quale viaggio, se fosse stato aquila, non avrebbe potuto in così poco tempo volare: e di questo divino miracolo fu grande stupore e ammirazione in tutto quel paese
“.
Altre interessanti notizie si trovano in un manoscritto seicentesco conservato nella Biblioteca di San Severino Marche, in cui a proposito della nascita dell’ordine francescano a San Severino, si legge: “…siamo però certi che abbia il suo principio a tempo di S. Francesco, vicino all’anno 1239 o 1240 nell’aspra pendice dell’alto monte S. Vicino… L’essere il luogo del convento lontano da S. Severino, molto scosceso e pieno di rupi, fu da religiosi lasciato e vennero ad abitare dentro S. Severino…et il sito antico del monte S. Vicino che abbandonarono era in faccia alla fonte dei trocchi, che si conserva sino ai giorni d’oggi colla denominazione della grotta di S. Francesco“. La grotta rimase però nel cuore dei francescani che vi ricompariranno quasi due secoli dopo, ai primi del Quattrocento, con il movimento riformatore dell’Osservanza, poi Cappuccini; ben presto tuttavia, intorno alla metà del XV secolo, gli eremiti abbandonarono la grotta (definita dalle fonti “parvo tugurìolo“) per spostarsi definitivamente a San Severino Marche.
 

Come arrivare

Si raggiunge da Matelica o da Falconara Marittima (S.S. n. 76 uscita Borgo Tufico – Cerreto d’Esi) o da Porto Recanati attraverso la Statale n. 361 (San Severino – Castelraimondo).
Da Matelica proseguendo per Braccano ci si dirige verso i Prati di San Vicino, lasciando sulla destra il bivio per il Canfaito ed Elcito; si prosegue per 2 km verso nord e si supera il rifugio della forestale (a sinistra) oltre il quale la strada scende verso l’insellatura del Monte San Vicinello (a destra) e devia nettamente verso nord-ovest giungendo in un valloncello prativo ai piedi del versante orientale del San Vicino dove si parcheggia. Di fronte, in direzione nord-est, è ben visibile la grotta, sullo spigolo terminale della falesia rocciosa, al di sopra del bosco che ammanta il versante sud-occidentale del San Vicino.
Per raggiungerla occorre attraversare dapprima il prato scendendo leggermente e poi, con direzione est, risalire gradualmente e inoltrarsi nel bosco (tracce di sentiero), in direzione della crestina rocciosa, fino alla radura antistante la grotta.
 

Nota

Foto di Enrica Sozi.
 

Fonti documentative

www.fitelmarche.it
 

Mappa

Link alle coordinate: 43.326929 13.065567

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