Monastero di Santa Maria di Caso – Torre Orsina (TR)

Nel 1252 era uno dei primi siti del monachesimo femminile presenti nel territorio di Spoleto.

 

Cenni Storici

Antichissima abbazia benedettina, sorge sul colle fronteggiante Torre Orsina.
Non si hanno notizie circa la sua fondazione, ma l’analisi delle strutture rimaste mostra con evidenza che è preromanica, probabilmente risale al VI – VII secolo, opera quindi dei duchi longobardi.
Nel 1252 è divenuto uno dei primi siti del monachesimo femminile presenti nel territorio di Spoleto.
Fu concesso, infatti, dal vescovo dell’epoca, alle Povere Donne di San Damiano.
Fece parte dei possessi dei signori di Rocca Accarina, vicino castello ora diruto, infatti nella seconda metà del 1200 era badessa Augusta, figlia di Accarino divenuto frate Illuminato dell’Arce, uno dei primi seguaci di San Francesco.
Convertito dalla predicazione del Santo lasciò i suoi averi e diritti feudali al figlio Enrico e al fratello Ottonello e accompagnò Francesco anche in Terra Santa; è esplicitamente menzionato anche da Dante nella Divina Commedia, nel Canto XII del Paradiso.
La chiesa passò poi alle dipendenze dell’Abbazia di Farfa.
È citato dal trecentesco Codice Pelosius come facente parte del plebato di Castri Lacus, cioè Casteldilago: “Monast. S. Mariae da Caseo est. Libr. 300 fuit Monast. Est unitum Monast“.
Nonostante i secoli di abbandono rimangono cospicui resti, sia della chiesa sia del monastero.
 

Aspetto esterno

La facciata della chiesa si presenta ben conservata, il portale è ad arco a tutto sesto, in rustici conci, sopra si apre una finestra, anch’essa arcuata.
La muratura è in blocchi di travertino, molto irregolari, presenta tracce di intonaco.
L’abside, esternamente, è poligonale.
 

Interno

L’interno è a navata unica e presenta un paramento murario più regolare rispetto all’esterno, la copertura, ora crollata, era a botte, l’abside è di tipo semianulare costruita con grandi blocchi di travertino ben connessi, al centro si apre una finestrella, ora parzialmente murata, tra volta e tamburo è presente una modanatura, conserva ancora qualche traccia di intonaco, probabilmente era affrescata.
Sulle pareti si aprono numerose nicchie, di cui si ignora la funzione.
Dietro la chiesa si trovano i due ambienti meglio conservati del monastero, da una porticina si accede ad una vasta aula voltata a botte con grandi conci di travertino ben squadrati.
Tramite una porta, architravata in mattoni, si accede ad un altro ambiente, di dimensioni più contenute, anch’esso voltato a botte, la cui parete di fondo è parzialmente crollata.
Sono visibili altri resti di murature, di difficile interpretazione.
 

Fonti documentative

Hydra studi sull’area naturale protetta regionale Parco Fluviale del Nera – Autori Vari, a cura di Miro Virili Edizioni Thyrus 2008
FAUSTI L., Le Chiese della Diocesi di Spoleto nel XIV secolo secondo un codice del XVI secolo, Archivio per la storia ecclesiastica dell’Umbria, Foligno, 1913

https://www.google.com/search?ei=0c6DXJSBJ83TsAf8i7zICw&q=monastero%20di%20santa%20maria%20di%20caso%20collestatte&oq=monastero+di+%22santa+maria+di+caso%22+collestatte&gs_l=psy-ab.3..35i39.26340.31747..32724…0.0..0.81.154.2……0….1..gws-wiz.jxgk8g22Cn0&npsic=0&rflfq=1&rlha=0&rllag=42570888,12752280,1405&tbm=lcl&rldimm=1600982233734401205&ved=2ahUKEwjPytrko_XgAhUG4aQKHaz6BPgQvS4wBHoECAIQGA&rldoc=1&tbs=lrf:!2m4!1e17!4m2!17m1!1e2!2m1!1e2!3sIAE,lf:1,lf_ui:1#rlfi=hd:;si:1600982233734401205;mv:!1m2!1d42.770566599999995!2d13.0425816!2m2!1d42.190458199999995!2d12.478143399999999

 

Nota

La galleria fotografica ed il testo sono stati realizzati da Silvio Sorcini.
 

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Mappa

Link Coordinate: 42.562650 12.739064

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