Ospedaletto – San Venanzo (TR)

Divenne noto nel medioevo per l’Ospedale dei pellegrini, da qui il nome.

 

Cenni Storici

Ha origini che risalgono alla preistoria ma l’insediamento seppur conosciuto in epoca etrusca, poiché si affacciava sull’antica strada che collegava Perugia ad Orvieto attraverso il Peglia, venne creato in epoca medievale.
L’antico tracciato etrusco passava per i crinali delle colline tra i torrenti Caina e Genna prima di scendere nella valle del Paglia.
Le prime informazioni riferite a Ospedaletto si hanno dal catasto orvietano del 1292 che elenca all’interno del “Piviere di S. Maria de Rasa” anche la “Villa Ospitale Pelgie”, l’attuale Ospedaletto.
Il luogo ha derivato il nome dalla funzione caritativa assegnata ad un edificio costruito nell’alto medioevo, non si sa da chi, per “ospitare”, dare ricovero e ristorare i pellegrini e i viandanti provenienti da o per Orvieto, a disposizione dei quali nella zona del Peglia non esistevano altri luoghi di ristoro.
In seguito, Ospedaletto rimase a lungo un’appendice di palazzo Bovarino, sede della parrocchia di San Lorenzo e posto a 2 km di distanza.
Con gli inizi dell’ottocento, per la progressiva decadenza di Palazzo Bovarino, Ospedaletto cominciò a prendere il posto dell’antico possesso dei conti Bovarini e Bovaccini.
Per secoli, la popolazione residente fu dedita all’allevamento degli animali, soprattutto bovini e suini, al taglio dei boschi e all’agricoltura dei pochi terreni che consentivano di praticarla.
Ospedaletto non ebbe mai un incremento demografico se non verso la fine del 1800 quando i Conti Faina di San Venanzo, decisero di costruire una nuova strada che collegasse Perugia ad Orvieto.
La precedente passava da Palazzo Bovarino e scendeva verso Parrano, quella nuova creata partiva da Marsciano passando invece da Ospedaletto.
Con l’apertura della nuova strada Ospedaletto acquistò maggiore importanza, ma nonostante ciò l’esodo dalle campagne degli anni 50 e 60 fu molto rilevante e provocò una forte diminuzione della popolazione.
Oltre alle bellezze naturali del Monte Peglia è interessante una visita ai resti della Breccia Ossifera Plesistocenica.
A pochi km da Ospedaletto, sul Monte Peglia, c’è il suggestivo Parco dei Sette Frati, area attrezzata con tavoli, panchine, barbecue, camper service e un interessante Centro di Documentazione della Flora e Fauna.
 

Breccia Ossifera del Monte Peglia

La Breccia ossifera del Monte Peglia costituisce uno tra i più importanti giacimenti fossili quaternari della nostra regione.
La sua scoperta, come il più delle volte accade, è stata casuale e risale all’Agosto del 1955.
Ai piedi delle due grandi antenne, innalzate l’anno prima per l’inizio dei programmi radio-televisivi della rai, due ragazzi appassionati di Paleontologia trovarono una breccia rossastra costituita da frammenti di ossa, incrostate da cemento dello stesso colore, e grossi cristalli di calcite; il tutto appariva come il contenuto di una piccola grotta.
Gli scavi furono condotti dall’Istituto Italiano di Paleontologia Umana di Roma, il quale, avvalendosi della collaborazione dell’Università di Utrecht, in 13 anni portò alla luce una serie di reperti fossili di eccezionale importanza, tra cui i resti di un Homotherium latidens o Tigre dai denti a sciabola e alcune pietre scheggiate che, il Piperno M., descrisse come raschiatoi, chopper mono-bi facciali e schegge ascrivibili al genere Homo erectus, e databili Paleolitico Inferiore.
Il sito del Monte Peglia può essere annoverato fra le industrie litiche più antiche (stratigraficamente attribuibile allo stadio interglaciale finale Gunz-Mindel), di poco più recente dei ritrovamenti del Vollonnet e di Graunceanu, che costituiscono le primissime testimonianze europee dell’attività umana.
 

Fonti documentative

P. Caruso – San Venanzo, le sue Frazioni la sua gente ieri e oggi – 1996
Osvaldo Panfili Lido Pirri – Storia dei Luoghi della montagna orvietana – 1994

http://www.visitsanvenanzo.it/

http://www.comune.sanvenanzo.tr.it/

 

Da vedere nella zona

Palazzo Bovarino
Chiesa di Santa Caterina d’Alessandria
 

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