Piana di Luco e Marmitte dei Giganti – Caramanico Terme (PE)

Un meraviglioso itinerario fra natura e storia nel Parco della Majella.

 

Cenni Storici

Il Piano del Luco è un pianoro di particolare formazione geologica, situato nel Parco Nazionale della Majella, delimitato a valle dal Fiume Orta e a monte dal caratteristico contrafforte roccioso denominato muro di Santa Lucia.
La Valle dell’Orta prende il nome dal fiume che la solca, l’Orta, il cui nome sembra linguisticamente derivare dall’umbro urtas, plurale urtae-sorgentes (latino ortus, us=sorgente, il nascere, insorgere).
Infatti l’intera Valle è ricca di acque sorgive e di pregevole testimonianza è la sorgente presente all’interno della cripta della Chiesa romanica di San Tommaso Becket sec XIII.
Il fiume nasce dalle alture di Passo San Leonardo e scorre nel versante occidentale della Majella.
La valle dell’Orta, per la sua particolare posizione geografica fu un luogo adatto all’insediamento umano già in tempi antichi; lungo il suo corso numerose sono le grotte con testimonianze di pitture rupestri risalenti all’epoca Neolitica.
Alcune di queste, oggi, si trovano ad un’altezza di 50/60 metri sul livello del fiume; tra le più importanti la Grotta dei Piccioni e la Grotta Scura nel territorio di Bolognano.
Ritrovamenti di antiche tracce dell’uomo hanno confermato la sua presenza nel territorio già dal Neolitico.

-Dal QUADERNO n.17 dell’ASTRA (Associazione per lo studio delle tradizioni abruzzesi):
RESTI DI UN INSEDIAMENTO NEOLITICO PRESSO PIANO D’ORTA (Pescara) di Tomaso Di Fraia

…omissis…“Lo spianamento a mezzo ruspa di un’area edilizia lungo la strada provinciale nel tratto Torre dè Passeri – Piano d’Orta, riportò alla luce nel 1972 alcuni lastroni di copertura di tombe italiche; inoltre il dott. Claudio De Pompeis, della Commissione per le ricerche preistoriche in Abruzzo, potè individuare una macchia subcircolare di terreno grigiastro ricco di cenere e di manufatti ceramici e litici; tale area, del diametro di circa 3 m., era situata presso il ciglio Sud della Strada”…omissis…

-Dal QUADERNO n.23 dell’ASTRA anno 1977
(Associazione per lo studio delle tradizioni Abruzzesi)
ANALISI DELLE PRESENZE ARCHEOLOGICHE
( nel territorio di Bolognano- “Ponte Romano”) di Caterina Di Nicola

…omissis…”ville, fattorie e villaggi sparsi sul territorio di Bolognano erano connessi ad un tracciato viario che collegava la Claudia Valeria con il resto della vallata.
Fortunatamente esplorazioni hanno permesso di evidenziare cospicue tracce di questo asse viario romano,rinvenute in particolare in località Fara, territorio di Bolognano dove, sulla confluenza dell’Orta nel Pescara, sono visibili i resti di un ponte,citato nel Chronicon Casauriense come pons marmoreus.
La sua menzione è relativa infatti ad un documento dell’anno 1006 che riguarda la concessione a Senebaldo del fu Lupone e a i sui fratelli, Widone e Sifrido, di tutti i terreni posti tra i Fiumi Orta, Lavino e Pescara.
I possedimenti concessi dall’abate Gisleberto al solo Senebaldo si dicono confinanti con la via que pergit in fluvio Orta ad ipsum pontem marmoreum.

Attualmente l’antico PONTE ROMANO è raggiungibile attraverso una stradina che, dalla Località PIANO D’ORTA, porta all’imbocco della VALLE DELL’ORTA.

– Dal Chronicon Casauriense: nell’anno 1006 Senebaldo del fu Lupone permuta con l’Abate Giselberto alcuni beni così confinanti : “capite fine Fossato. Pede fine via que pergit in fluvio Orta ad ipsum PONTEN MARMOREUM

 

PRESENTAZIONE DELL’ITINERARIO

l’itinerario proposto è uno dei più suggestivi della Valle del fiume Orta e fa parte del “Parco Nazionale della Majella”.
La Valle dell’Orta è un canyon carsico che si è formato dall’erosione del fiume Orta che in tempi lontani aveva una portata d’acqua considerevole.
Il paesaggio circostante, di grande interesse geologico, è denominato “Piano dei Luchi”; è una valle costellata di numerosi torrioni monolitici di roccia calcarea, alti anche più di 30 metri, anch’essi formatisi dall’azione erosiva dell’acqua del fiume.

PARTENZA
Il punto di partenza dell’escursione è la frazione di San Tommaso di Caramanico Terme (Pe)

TEMPO DI PERCORRENZA: 2 ore circa (anche se il percorso merita numerose soste)

DIFFICOLTA’: media

DISLIVELLO: 300 metri in salita e in discesa

PERIODO CONSIGLIATO: da giugno ad ottobre. Evitare le giornate piovose, perché il sentiero che conduce al fiume potrebbe essere scivoloso; mentre in primavera la portata di acqua del fiume potrebbe essere copiosa.

SEGNALETICA: bianco-rossa del parco

DESCRIZIONE DELL’ITINERARIO
Una volta entrati nella piccola frazione di san Tommaso, in corrispondenza di una curva a sinistra, a segnalare il percorso c’è un cartello in legno del parco.
Qui si parcheggia l’auto in prossimità di una carrareccia (vecchia mulattiera) che scende verso il piano dei Luchi.
Il sentiero si addentra nel bosco, lasciando qua e là ampi respiri di tratto erboso e di campi coltivati.
Lungo il percorso, a segnalare il passaggio umano, si incontrano parti di muro (probabilmente abitazioni) in pietra a secco, terrazzamenti (per la coltivazione) e ricoveri per animali ricavati dagli anfratti delle rocce.
Per la presenza di acqua questa zona si prestava ad essere un luogo adatto alla coltivazione e alla pastorizia.
Il nome Luco dal latino “lucus” significa “bosco sacro agli dei”; già in tempi antichi era un luogo importante e ritenuto sacro per la presenza dell’acqua del fiume e per la flora rigogliosa.
A difesa del luogo, lungo il cammino, si incontra una “torre”, di cui ora rimangono resti di mura, costruita tra le pareti rocciose del “muro di santa Lucia”, dove sono state rinvenute parti di incisioni rupestri.
Proseguendo lungo il sentiero si incontra un casolare, ancora ben messo; in questo punto il sentiero si biforca: da una parte si prosegue in direzione Musellaro (frazione del comune di Bolognano) e dall’altra il sentiero piega verso destra in discesa (è scivoloso se bagnato) abbastanza ripido verso il letto del fiume che, nel suo snodarsi tra la vegetazione, crea veri e propri canyon tra le rocce; queste, lavorate dall’acqua creano pareti spesso vertiginose per la loro profondità e ripidità.
Il sentiero in discesa prende due varianti, una a destra e una sinistra; si consiglia di percorrerle entrambe per avere una veduta completa del “paesaggio lunare” creato dal fiume.
Il bianco della roccia calcarea scavata fa da contrasto con il colore verde smeraldo dell’acqua che si forma nelle pozze, alcune di notevoli dimensioni e per questo chiamate “marmitte dei giganti”. Lungo il corso del fiume l’acqua, incanalandosi tra le scoscese e vorticose rocce, forma di tanto in tanto rapide e cascatine che contribuiscono a rendere il luogo incantevole.
L’escursione può terminare al fiume e quindi per ritornare si ripercorre la strada dell’andata, oppure si ritorna in prossimità del casolare diroccato e si prende il sentiero per Musellaro, dove, lungo il percorso si intravedono i resti del vecchio Ponte di Luco (ormai nascosto dalla vegetazione).
Il ponte, di costruzione romana, era l’unico collegamento tra Caramanico Terme ed i restanti paesi della Valle dell’Orta; pertanto a difesa del territorio, sorse in epoca medievale (XI secolo) il Castello del Luco, posto in posizione di vedetta su uno dei torrioni monolitici del Piano di cui oggi ne rimangono i resti.
 

Nota

La galleria fotografica ed il testo sono stati realizzati da Camilla Zoppis
 

Mappa

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