Pieve di San Giovanni Battista o di Campo – Ponte San Giovanni (PG)

La Pieve di San Giovanni Battista è tra le più antiche della diocesi di Perugia, essendo attestata fin dai primi dell’XI secolo.

 

Cenni storici

Sorta in un’area di insediamento etrusco-romano a ridosso del fiume Tevere, dove nelle vicinanze era presente un guado, e a confine con il territorio degli Umbri, tale edificio di culto, dotato di fonte battesimale, lungo un importante asse stradale, a pochi chilometri dalla città di Perugia, rappresentò fin dalla sua origine un punto di riferimento e di aggregazione per gli abitanti sparsi, assicurando loro un’opera di evangelizzazione e dando origine ad un nucleo abitativo consistente: la Villa Campi, da cui è derivata la denominazione dell’abitato odierno, “Pieve di Campo“.
La collina dove sorge la chiesa di Pieve di Campo è certamente stata luogo di frequentazione umana sin da tempi antichi, ne sono testimonianza i ritrovamenti avvenuti nel territorio e i materiali di spoglio riutilizzati nella struttura stessa della chiesa per lo più blocchi lapidei ed urne cinerarie.
Si ipotizza la presenza di un insediamento rustico di età romana, come attesta la presenza di una cisterna rinvenuta nel 1992 durante gli scavi per la realizzazione del sottopasso ferroviario che la tagliò a metà; la cisterna le cui dimensioni sono 15 m lunghezza e 8 m larghezza e 1,85 m di altezza era costruita in opera cementizia, cioè con ciottoli di fiume e pietre di piccole dimensioni legate con malta e rivestita da uno spesso strato di coccio pesto.
Una struttura per la raccolta di acqua, che doveva servire alla distribuzione capillare in relazione ad un impianto abitativo, un complesso di tipo residenziale, verosimilmente una villa di una qualche importanza, ubicata più in basso lungo il versante da questa parte della collina.
Le importanti necropoli a pochissima distanza dalla chiesa attestano una consistente presenza etrusca nell’area, non da meno sono i ritrovamenti avvenuti nell’800 nell’area della Pieve, di una villa romana con le terme.
La data di erezione della Pieve di San Giovanni è ipotizzabile dopo il 595, anno cui si ebbe la nascita del corridoio bizantino, e i primi anni del Seicento, ciò, ovviamente, non esclude che anche in precedenza possa esservi stata la presenza di strutture religiose cristiane.
La chiesa è annoverata per la prima volta nel Regesto dell’abbazia di Santa Maria di Farfa del 1029, in un atto di donazione di un certo Ugo figlio di Alberico e da sua moglie Tediranda che offre al monastero alcuni beni situati tra Perugia e Todi.
Tra i beni donati vi sono terreni ubicati lungo il corso del Tevere, nella cui confinazione è
menzionata la pieve: “… donamus, cedimus atque transactamus [ … ] omnia quanta habemus infra comitatum Perusinum [ … ] a primo latere finis, alveum Tyberis quod [ …] venit in plebem Sancti Iohannis in Campo“.
Nel diploma di Federico Barbarossa atto del 13 novembre 1163, la pieve “plebem Sancti Iohannis in Campo” è annoverata fra le chiese tutelate dall’imperatore e di competenza del Capitolo dell’Ecclesia perugina e ne divenne uno tra i beni più cospicui.
Di tale dipendenza si incontrano, ancora nella seconda metà del XII secolo, ulteriori attestazioni, infatti in un privilegio di Alessandro III indirizzato al Capitolo della cattedrale di San Lorenzo il 4 maggio 1169, e in un analogo documento di Clemente III del 17 maggio 1189, troviamo in entrambi tra le pertinenze della cattedrale perugina la “plebem Sancti Iohannis in Campo“.
Il 6 novembre del 1366 si decidono i confini tra la chiesa di Ponte San Giovanni e di Pieve di Campo. Per molto tempo la chiesa di San Giovanni Battista, nonostante le tante cappelle presenti nei dintorni (compresa quella di San Bartolomeo), rimase il maggiore centro di culto della zona dove venivano celebrate le più importanti funzioni religiose.
Nel “Liber beneficiorum” del 1490 in cui venivano annotati gli annuali versamenti del censo cui erano tenute le pievi e le parrocchie dipendenti dal Capitolo, l’entità dell’imposizione, conseguenza della condizione economica, colloca indubbiamente la pieve di San Giovanni in Campo ai primissimi posti per rilevanza economica.
Nell’anno 1756 la chiesa subisce delle modifiche strutturali, come si suppone dal ritrovamento di un mattone con incisa questa data e da un atto della Compagnia del SS.mo Sacramento in cui si afferma che in quell’anno “i fratelli della compagnia rifecero il muro della chiesa dalla porta che dà sull’orto ed edificarono la soffitta“.
Il 14 settembre 1828 fu eretto il campanile ad opera del muratore Vincenzo Borghesi di Ponte Valleceppi con la dotazione di tre campane a cui vennero assegnati i nomi di Speranza, Giovanna ed Eurosia invocata per la fertilità dei raccolti, contro le tempeste e le grandini.
Una radicale trasformazione si ha nel 1885 quando, oltre ai lavori di manutenzione straordinaria come i lavori murari, decorazione a stucco e pittura, furono eseguite opere ex-novo come l’ampliamento di
un terzo della grandezza della chiesa, la volta nuova, la sacrestia nuova, la cappella del fonte battesimale e la tribuna dell’organo, come ricorda la lapide datata 7 giugno apposta sulla parete destra dell’ingresso.
Nel 1916 si sono aggiunte le due cappelle laterali e negli anni 50 fu rifatta la facciata raggiungendo l’assetto attuale.
 

Aspetto esterno

Poco resta dell’architettura romanica e l’aspetto è di epoca essenzialmente moderna e contemporanea, e ben si identifica nel novero delle cosiddette “chiese leonine“.
La facciata risale agli anni Cinquanta, è intonacata in ocra, con sotto un basamento in intonaco grezzo grigio e ai lati lesene bianche, internamente intonacate e con al centro una cornice circolare contenente una croce greca, terminanti con un doppio capitello in sequenza.
Il timpano determinato dalla copertura a doppia falda è disegnato da una modanatura, con nel colmo una piattabanda su cui è disposta la croce di sommità.
Al centro il portone ligneo modanato è in continuità con la grande e sovrapposta vetrata a tutto sesto raffigurante San Giovanni Battista e il battesimo di Gesù.
A sinistra della facciata si erge il campanile risalente al 1829, ha la canna tutta intonacata come la facciata, con un piccolo ingresso lungo la facciata principale sovrapposto da una piccola finestra tonda.
Più in alto si attesta la cella campanaria, in laterizio, con modani e quattro archi a tutto sesto, e con copertura a padiglione ed è alto 20 metri.
Nella parte terminale delle mura del campanile vi è un basamento determinante per lo slancio della parte finale caratterizzata da quattro archi a tutto sesto, uno su ogni lato.
In origine la torre campanaria era dotata anche di un orologio, che controllava e regolava il suono delle campane.
Sul lato sinistro della chiesa è la canonica che presenta accanto alla porta d’ingresso un’antica iscrizione, attribuibile al Mille, che riporta “Plebs S Io Bap” (Plebs S. lohannis Baptistae).
Sul lato destro della canonica un mattone riporta la ristrutturazione subita dalla chiesa con l’incisione “Restaurata ed ad miliorem formam redacta AD MDCCLXXVI“.
Elementi di reimpiego provenienti da reperti precedenti sono murati nella parte posteriore dell’edificio.
 

Interno

La chiesa oggi presenta una pianta a croce latina, risultato di un ampliamento avvenuto nel 1916, con navata centrale e due cappelle laterali.
Le pareti fino alla zona dell’abside sono scandite da archetti che poggiano su mensole alterne a mezze colonnine attaccate al muro interno, elementi che ne fanno intuire l’origine romanica dell’architettura.
Nella prima metà della navata, e anche nella zona dell’abside, le pareti presentano una decorazione moderna con motivi dipinti a forma floreale che, ripetuti sequenzialmente, vanno a formare figure geometriche ottagonali con colori che spaziano dal rosso mattone al celeste chiaro; sono qui presenti due nicchie con colonnine contenenti la zona confessionale.
Nella seconda metà della navata le pareti sono bianche, e contengono due simmetrici altari.
Le pareti sono scandite anche orizzontalmente dagli arcatelli, con agli estremi un modulo, con una conchiglia di San Giacomo che decora il fornice e le colonne in marmo inglobate nella parete e terminati in un peduccio che si imposta sopra il basamento, e porzioni definite da una sequenza di altri tre arcatelli, con una porzione decorata, una con altare, e una segnata da un arco a tutto sesto grande che apre alle cappelle laterali.
Salendo la parete destra troviamo un altare ornato da un timpano contenente un Crocifisso e subito dopo la cappella di destra dove troviamo una tela di un ignoto pittore datata 1640, con la Madonna del Carmelo con Sant’Anna e i santi Antonio di Padova, Francesco, Liborio vescovo affiancata da due nicchie contenenti le statue del Sacro cuore di Gesù e San Vincenzo Ferrer.
Nella parete di fondo Sant’Antonio da Padova e due vetrate con gli Evangelisti San Marco a sinistra e San Giovanni a destra; nella parete destra una tela con la Madonna col Bambino e i santi Antonio di Padova e Rocco e una nicchia con la statua di San Sebastiano.
La parete di fondo dell’abside è stata oggetto di varie modifiche ed attualmente presenta tre archi riccamente ornati poggianti su quattro coppie di colonne di marmo, di cui le due coppie esterne si inglobano nella parete, mentre sotto l’arco centrale si trova l’altare maggiore.
Dietro è posto in basso l’organo con le canne costruito da Nicola Morettini nel 1890 con accanto due accessi che conducono alla sacrestia; sopra, dentro una nicchia determinata da un arco a tutto sesto che giunge all’imposta della volta, è posta l’immagine sacra della Madonna della Speranza ornata da una ricca cornice, mentre nei piccoli lati del presbiterio perpendicolari si trovano due balconcini (cantorie) ornate di ariose ringhiere in ferro battuto e dietro aperture con archi a tutto sesto decorati.
Davanti al centro l’altare ha i gradini in pietra e di Assisi e ai piedi gli scalini in graniglia di cemento, elemento sormontato dal tabernacolo proveniente dalla vicina chiesa di Santa Maria delle Grazie, detta anche Santa Maria de Tufo.
Il soffitto dell’abside è decorato a cielo stellato con copertura composta da duna volta a vela centrale affiancata da due volte a crociera ribassate.
Nel cervello della vela, vi è dipinto a forma circolare lo Spirito Santo nelle sembianze della colomba.
La cappella di destra si apre dopo la statua dell’Immacolata Concezione e nella stessa si conserva, a sinistra appena entrati, l’antico fonte battesimale rifatto nel 1938 in travertino di San Casciano a forma di coppa ottagonale e nella stessa parete una tela di un ignoto pittore perugino datata 1568 con la Madonna col Bambino tra i santi Giuseppe e Sebastiano affiancata da una nicchia con la statua del Cristo Redentore.
Nella parete di fondo di tale cappella al centro una nicchia con la statua di Santa Lucia e ai lati gli altri due Evangelisti, a destra San Luca e a sinistra San Matteo.
Nella parete di destra un gruppo scultoreo seicentesco con il battesimo di Gesù, due statue in legno policromo grandi poco meno del naturale, che ritraggono il Cristo seminudo in ginocchio sopra una roccia e San Giovanni che lo battezza stando in piedi con il braccio destro sollevato.
Ai lati a sinistra una nicchia con la statua di Santa Rita da Cascia e a destra un Crocefisso processionale.
Scendendo lungo la parete sinistra verso la porta troviamo l’altro altare con la statua della Madonna addolorata.
In controfacciata sopra la porta bussolata, la vetrata con il Battesimo di Gesù e la lapide commemorativa della ristrutturazione ottocentesca.
Il soffitto, che sostituisce dopo il 1916 le preesistenti volte, ha un motivo decorativo a stacco che richiama la forma del cassettone: al centro di ogni quadrato vi è rappresentata una figura a forma di sole circondata da motivi geometrici.
 

Nota di ringraziamento

Ringrazio da questa pagina le meravigliose e cordialissime Signore Rita e Maria che mi hanno accolto con molto entusiasmo e calore nella chiesa da loro molto amata e la signora Valentina che ho trovato molto preparata nella memoria storica spero di non averle deluse con questo mio modesto lavoro.
 

Fonti documentative

Sopintendenza Archivistica e Bibliografica dell’Umbria e delle Marche – L’antica Pieve di San Giovanni Battista nel territorio di Ponte San Giovanni nella Diocesi di Perugia: Storia, Arte, Documenti – Atti del Convegno di studio 23 giugno 2018 a cura di Patrizia Angelucci

http://www.chieseitaliane.chiesacattolica.it/chieseitaliane/schedaca.jsp?sercd=3513

 

Mappa

Link coordinate: 43.091924 12.431976

Lascia una risposta

L'indirizzo email non verrà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

È possibile utilizzare questi tag ed attributi XHTML: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <strike> <strong>