Ponte dell’Intagliata – Cingoli (MC)

Cenni Storici

Per arrivare al Ponte dell’Intagliata, bisogna scendere da Cingoli in direzione Lago di Castreccioni, appena passato il Ponte sul Musone, si svolta a destra in direzione del Parco Avventura, oltrepassarlo per circa 800 mt., nei pressi di una piazzola di sosta con una lapide, si posteggia. Dopo una recente riqualificazione del sito, proprio davanti la piazzola, è stata fatta una strada sterrata che si immette nel vecchio sentiero, in circa 10 minuti, seguendo la segnaletica, si arriva al Ponte Romano. Il ponte, costruito in epoca medievale, faceva presumibilmente parte di un sistema fortificato che si trovava in questo tratto del fiume Musone, forse zona di confine tra il fronte longobardo e le pertinenze bizantino-ravennati. Vicino, si trovano importanti resti di un antico mulino, si intravedono resti di cunicoli e di uno sbarramento sul torrente che alimentava il Mulino stesso. A valle del Ponte, si trovano altri tre mulini, mi sembra che tutti e tre appartenevano ed appartengono, alla famiglia Bravi, storica famiglia di mugnai di Cingoli. Il primo si trovava presso le Cascatelle di Cingoli, adesso dismesso, il secondo in località Molino, le prime notizie dell’esistenza del molino risalgono addirittura al 1565. Sembra che un tempo quella fosse la sede di una vera e propria industria dove oltre al mulino c’era una polveriera,(fabbrica di polveri piriche) un frantoio e anche una segheria. Sempre alcuni documenti storici indicano quale proprietario del molino nel 1856 l’industriale Filippo Pasqualini le cui iniziali sono visibili ancora oggi sulle tavole delle macine. La proprietà passò poi al Marchese Ferdinando Mattioli Pasqualini e poi alla famiglia Bravi, il terzo, dismesso, ma intatto nella sua struttura, si trova di fronte la chiesa delle Valcarecce.

Gli ampi terrazzi alluvionali del IV e del III ordine che si estendono alla destra del Fiume Musone, racchiusi tra questo corso d’acqua e il Fosso di S. Bonfiglio, terminano con un terreno, denominato localmente Codardone, che ad un tratto si restringe e si allunga in direzione NO, separato dai contigui campi di Perticheto e della Cervara da alte pareti verticali che ne fanno una minuscola “penisola”. Lungo il lato del Codardone risparmiato dall’erosione fluviale si apre un’ampia fossa, residuo d’un antico vallo, alla quale va riferito plausibilmente il toponimo Intagliata, sopravvissuto accanto ai ruderi di un mulino prima, di un ponte poi, tuttora visibili nelle immediate vicinanze del sito. La presenza di quest’opera di difesa e di fortificazione che, se invasa dall’acqua, avrebbe separato completamente il luogo dai campi circonvicini e la presenza sul terreno in esame di numerosi frammenti di ceramica mediovale, giustificano la proposta di identificare il luogo stesso con quello sul quale sorse il castello dell’Isola degli Orzali, la prima parte della cui denominazione avrebbe in tal caso definito la peculiarità del sito, sulla quale, del resto, la descrizione dei confini del castello non lasca dubbi: “…medietas Castri Insule cum atrio existente ibi, positi in fundo Mussionis, quatuor lateribus foveum Castri cum Mussione…”. Nel 1216 il signore del castello dell’Isola degli Orzali, Attone figlio del Conte Alberto, divenne cittadino apirano; il castello passò quindi sotto il dominio di Apiro. Il Baldetti ipotizza che il tratto di valle del Musone nel quale la fortezza era situata rappresentava una zona di confine tra il fronte longobardo e le pertinenze bizantino-ravennati per la presenza nelle vicinanze di una fara. A questo importante toponimo longobardo se ne possono aggiungere altri tra i quali Perticheto, che designa la fascia del fondovalle posta al di là del Fosso di San Bonfiglio e che potrebbe derivare dalla presenza di un cimitero barbarico, e la tumba sancte Novite, sita in un punto imprecisato del Monte Nero. Di fronte a Perticheto e in continuazione del Codardone, dirigendo verso il monte ora menzionato, si hanno invece Palazzetto e Campo dei Greci, vocaboli desunti dalla tradizione orale sulla cui evidenza e sul cui peso è inutile soffermarsi. Si prospetta pertanto la possibilità che il castello dell’Isola degli Orzali sia sorto su una precedente fortificazione altomedievale di carattere limitaneo, possibilità che trova sostegno nella constatazione dell’esistenza, nel 1325, di un castellare in vocabolo Quintaparte, cioè sulle estreme pendici del Monte Nero, al confine con Perticheto e in prossimità dell’antica chiesa di Santa Maria della Fara, di una seconda fortificazione, dunque, che potrebbe avere svolto il ruolo di antagonista del presidio bizantino.

Per approfondimenti maggiori:
www.prolococingoli.it
www.antiqui.it

 

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