Rocca Sant’Ubaldo – Cantiano (PU)

Cenni Storici

Territorio di insediamento degli antichi Umbri fu invaso e occupato nel VI sec. a.C. dagli Ikuvini, una ramificazione del popolo degli Italici che dall’Europa continentale occupo’ l’area appenninica dell’odierna Scheggia togliendo loro terre, libertà e nome.

Nel lontano 1456 avvenne il ritrovamento di un documento di inestimabile valore, le Tavole Eugubine (Museo di Gubbio); sette lamine di metallo in etrusco e latino che svelano gli ordinamenti, le attività, le pratiche sociali e religiose di questi antenati. La vicinanza e i successivi contatti con gli Etruschi portarono effetti benefici sulle condizioni di vita degli Ikuvini. La loro lontananza dalle battaglie e dagli accanimenti dei Romani e dei Galli favori’ la pacifica annessione a Roma. Caio Flaminio, censore, rese tangibile la presenza romana creando nel 219 a.C., peraltro su tracciati in parte già esistenti, l’importante arteria che venne appunto chiamata via Flaminia; un collegamento strategico tra Roma e Rimini. Per opera di Augusto e di Vespasiano questa nuova via venne migliorata con un percorso arricchito di numerosi manufatti ed imponenti ponti e con l’apertura, nel 76 a.C., della galleria del Furlo. L’antica Luceoli, poi divenuta Cantiano, fu un importante centro e lo divenne ancor di piu’ dopo le invasioni degli Eruli e dei Goti, come caposaldo del “Corridoio bizantino” che insinuandosi nei territori dei Longobardi di re Alboino, costituiva l’unica alternativa alla Flaminia presidiata dai longobardi consentendo di mantenere in comunicazione i domini bizantini adriatici dell’Esarcato e delle Pentapoli con i Ducati di Roma e di Napoli. Forse in funzione antilongobarda o per difendersi dalle incursioni dei Saraceni del IX secolo si inizia la fortificazione dei due colli di Colmatrano e di Cantiano, intorno ai quali i superstiti di Luceoli, definitivamente distrutta nel 1137 dall’imperatore Lotario, ripiegheranno per dare avvio alla comunità di Cantiano.

Sul colle di Colmatrano si ergeva una imponente torre alta 24 metri di cui oggi nulla rimane; il colle di Cantiano, oggi di S. Ubaldo, ospitò la costruzione del Palazzo-castello di cui rimane parte della torre d’angolo. La successiva unione dei due colli con una possente cinta muraria larga 10 m., trasformo’ il Castello di Cantiano in una formidabile roccaforte, tanto strategica che i potenti di ogni secolo se ne disputeranno il possesso. Dall’obbedienza all’impero del Barbarossa e di Federico II di Svevia, Cantiano passò nel 1244 per atto di quest’ultimo sotto la giurisdizione di Gubbio e nel 1250 sotto il Governo della Chiesa. Intorno al ‘300, ritornata sotto il controllo degli Eugubini, Cantiano visse l’esperienza della “Libera Università” con la quale, grazie a donazioni del conte Gualteruzio Bonaccorsi, la comunità diventava proprietaria ed amministratrice dei beni comuni.
Una parte delle somme ricavate veniva destinata agli stipendi del medico e del maestro affinche’ i loro servizi fossero gratuiti per la comunita’. Nel corso dei tempi a disputarsi il domino del Castello di Cantiano furono anche i Montefeltro di Urbino ed i Malatesta di Rimini, sostenuti per interessi territoriali dai Visconti, signori di Milano e dalla repubblica di Firenze. Nel 1393, caduta la rocca di Colmatrano, il castello di Cantiano, seppure inespugnato per gloria del difensore conte Francesco Gabriellisi, patteggia una pace onorevole e viene ceduto ai Montefeltro fino al 1631 seguendo così la storia ed il destino dello Stato di Urbino.

Per approfondimenti maggiori: www.cantianoturismo.it

 

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