Borgo di Visso – Visso (MC)

Cenni Storici

Secondo alcuni storici locali nella propoggine centro settentrionale del Colle della Concezione era localizzato un antico insediamento risalente forse al 1500 a.C. e successivamente denominato Vicus Elacensis. Nel 292 a.C. tale centro passò sotto il dominio di Roma per essere poi distrutto da Alarico nel 408. Gli abitanti superstiti si ritirarono più in alto e più a sud, sul declivio del colle più ripido e meglio difendibile. Il nuovo nucleo abitato prese il nome di Visse. Tra il 494 e il 526 fu un presidio gotico e nel 579 passò al Ducato di Spoleto. Nel 740 il re Liutprando pose Visso sotto il castaldo di Ponte, tenendo sul luogo una guarnigione. Nel secolo successivo Visso fu governato da un conte feudatario la cui residenza era posta in cima al colle. Difficile dire cosa resti oggi di questo antico insediamento. Alla fine del IX secolo il conte feudatario di Visso trasferì la sua residenza in un castello meglio difeso costruito nei pressi di Nocria di Castelsantangelo sul Nera. Tra il X e l`XI secolo gli abitanti di Visso, concentrati sempre sul declivio del Colle della Concezione, costruirono in cima all’abitato la torre di avvistamento (detta poi di S. Giovanni o Torre della Rocca). Tale struttura faceva parte di un più ampio sistema difensivo del feudo dei Signori di Nocria, realizzato in quel tempo. Fin dai secc. X-XI gli abitanti di Visso iniziarono quel lungo processo che portò, all’inizio del sec. XIII (1210 ?), alla nascita del Comune. Verso la fine del XII secolo alcune famiglie di Visso incominciarono ad insediarsi nel fondovalle. La borgata prese il nome di Castel S. Giovanni dal titolo di un’antica cappella ivi esistente. Il colle fu definitivamente abbandonato nel primo ventennio del sec. XIII a causa di un forte terremoto che rese inabitabili la maggior parte delle case. Castel S. Giovanni da quel momento fu definitivamente chiamato Visso. Sul colle abbandonato, presso la torre di vedetta già esistente, si costruì una rocca (di cui la torre faceva parte) a protezione da eventuali nemici provenienti dal passo Appennino e dalla valle di Ussita. Tale rocca era a pianta quadrata con mura e quattro torri. Difficile individuare con precisione oggi tale edificio. Probabilmente (basandoci su un disegno del 1565) esso corrispondeva alle attuali particelle catastali A, B, C, 117 e 118. Nel 1328, a causa di un terremoto, crollò una parte del castello e degli edifici adiacenti. Impossibile dire se anche la torre subì danni. Il 4 settembre 1434 Piergentile Da Varano, governatore di Visso per conto del papa, venne decapitato fuori delle mura di Recanati. La moglie Elisabetta Malatesta, che si trovava a Visso, conosciuta la sorte del marito, si rifugiò nella rocca insieme ai figli ed al nipote Giulio Cesare, figlio di Giovanni Da Varano. Per la protezione accordata ad Elisabetta Visso venne assediata per tre mesi dalle truppe del Legato della Marca Card. Giovanni Vitelleschi e dei due fratelli del da Varano. La Rocca e la città si rivelarono inespugnabili. Il 15 febbraio 1504 papa Giulio II fornì il denaro per il restauro delle mura. Impossibile dire se fu restaurato anche il torrione. Cipriano Piccolpasso realizzò nel 1565 una veduta di Visso con tutto il sistema difensivo completato nel quale è visibile la torre in questione (il disegno è pubblicato in `Piante e ritratti delle città e delle terre dell’Umbria`, Istituto Nazionale di Archeologia e Storia dell’Arte, Roma 1964). Nel 1976 il torrione fu restaurato a cura della Soprintendenza ai Beni Ambientali e Architettonici delle Marche. Venne realizzato un solaio di copertura in travetti prefabbricati e tavelloni successivamente impermeabilizzato, mentre le murature furono consolidate con cuciture armate e stuccate. Il giorno 26 settembre 1997 ha inizio una serie di scosse sismiche che provoca i seguenti danni: diffuse e numerose cavillature e lesioni su tutta la superficie, con particolare evidenza sui cantonali; ulteriore dissesto della volta già parzialmente crollata. Nella seconda metà del 1999 la conferenza di servizi approva il progetto di restauro che in particolare prevede le seguenti opere: ricostruzione della volta a botte e del solaio del primo piano; inserimento di quattro tiranti in acciaio inox in corrispondenza della quota di imposta della volta a botte; ripulitutra dalla vegetazione; rimozione e recupero delle pietre pericolanti e crollate; scavo ed asportazione del terreno franato all’interno della torre e sul perimetro esterno; ricostruzione delle murature e consolidamento delle stesse mediante iniezioni, stuccatura dei giunti e reintegro delle lacune; realizzazione di una cimasa di protezione della sommità e stuccatura delle parti terminali delle murature.

Per approfondimenti maggiori: www.culturaitalia.it

 

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