Chiesa di San Francesco dei Mietitori – Costano

La Chiesa appartiene a quel mosaico di luoghi frequentati da San Francesco di cui la Valle Umbra è costellata

 

Cenni storici

Lungo la strada che porta dalla Porziuncola a Costano e più in là a Passaggio di Bettona e Bettona città, s’erge solenne nella sua sobrietà campestre una chiesina che rimanda a Francesco. Il piccolo tempio sorge proprio al centro di quella valle spoletina che fece dire al Santo Patrono d’Italia:

Nihil vidi iucundius valle mea spoletana

Oggi a ridosso vi è uno dei complessi alberghieri più importanti del nostro territorio: Valle di Assisi – Hotel & Resort della famiglia di Giampiero Bianconi. Di sicuro non doveva nel medioevo essere un paradiso se Antonio Cristofani scrive:

L’anno 1466 fu in un consiglio generale proposto e vinto il partito d’asciugare le paludi ch’erano in quella parte del nostro contado, che confina col bettonese. E perché non potevasi venire a capo di questo provvido divisamento senza entrare nelle ragioni del popolo di Bettona, i priori nostri innanzi tutto domandarono per lettera ai magistrati di quella terra, che come antichi amici e buoni vicini loro, fossero contenti di concedere agli Assisani licenza di cavare due fossati o canali, che raccogliessero le acque vive di molte sorgenti e quelle causate dalle piogge nel tratto delle paludi, le menassero a mettere foce nell’Ose, fiumicello che passando pel territorio assisano entra poi in quel di Bettona. Non si poté in quell’anno ottenere dai Bettonesi il permesso desiderato, rendendesone coloro malagevoli per timore che l’accrescimento delle acque nell’alveo dell’Ose potesse essere cagione che le campagne loro ne fossero sovente inondate

Nella chiesina, detta di S. Francescuccio, oggi debitamente restaurata e tornata alla sua funzione originaria, ospita annualmente una bella cerimonia. Il tempietto campestre, salvaguardato da una piccola area di rispetto e con una pietra miracolosa per curare i reumatismi, mostra ancora il pozzo da cui scaturì l’acqua, legata ad un miracolo di Francesco: Il ‘fioretto orale’, poco conosciuto e forse, sottovalutato va sotto la denominazione del miracolo dei mietitori. A tale proposito Antonio Cristofani nella “Storia della Bastia Umbra” dice:

Nella cadente chiesina di S. Francesco la tradizione addita una fonte fatta dal Serafino d’Assisi scaturire prodigiosamente a ristoro del suo assetato compagno. Da qui traggono i devoti pellegrini nel venire al Perdono degli Angeli per bere da questa fonte miracolosa

Emilio Vetturini nella sua “Storia del Castello di Costano” ha scritto:

Lungo la strada tra Costano e S. Maria degli Angeli, quasi a mezza via sorge sulla sinistra una chiesetta. E’ un minuscolo e semplice edificio, in stato di semi–abbandono, che segna il punto dove sgorgava, almeno fino a qualche decennio fa, la fonte di S. Francesco. Questo luogo un tempo era assai caro alla tradizione francescana, tanto che i pellegrini in visita alla Porziuncola si spingevano sovente anche quaggiù, a bere l’acqua che la tradizione voleva fatta scaturire dal Santo. L’afflusso era particolarmente intenso in corrispondenza delle feste dette del Perdono, che cadono nei primi giorni di agosto

Poi precisando il valore della tradizione scrive:

San Francesco stava scendendo con alcuni compagni verso valle quando, giunto sul luogo dell’attuale chiesetta, vide diversi uomini stesi a terra. Era tempo d’estate, faceva molto caldo ed ai lati della strada era tutto un biondeggiare di grani. Il Santo, meravigliato, domandò loro cosa facessero. Essi risposero che avevano interrotto la mietitura a causa della gran sete. Il Serafico fu mosso a compassione dal disagio di quella gente e, percosso il greto con un bastone, fece scaturire dell’acqua freschissima, della quale abbondantemente si dissetarono i mietitori. Da allora quel posto fu chiamato S. Francesco dei mietitori, oppure anche fonte di S. Francesco e, più tardi, S. Francescuccio…
I biografi francescani, che ovviamente non potevano riferire tutto, non fanno menzione dell’episodio, ma nell’archivio notarile di Assisi è conservato un documento che, indirettamente, conferma la tradizione. E’ un atto del 1472 il quale, citando un vocabolo posto nella balìa di Costano, lo chiama Fonte di S. Francesco.

A buon conto menzione ne fanno Antonio Mencarelli nella sua “Storia della Parrocchia di Costano” e Francesco Santucci nel volume “Antica toponomastica e stradario di Santa Maria degli Angeli“. Non ultimo i toponomi suddetti si trovano registrati ed evidenziati nella Carta del Territorio del Comune di Assisi.

La piccola ricerca è stata fatta non solo per suscitare l’orgoglio di appartenenza ad un territorio tanto punteggiato da fatti e avvenimenti legati a Francesco, ma anche per ricordare a ciascuno di noi la memoria di luoghi e monumenti che vanno conservati e tutelati. In un tempo in cui in ogni dove, in Italia e all’estero, ci si vuole ‘appropriare’ di Francesco e del suo ‘carisma’ religioso e turistico, ci sembra giusto rimarcare la centralità del nostro territorio nell’avventura di Francesco e dei suoi figli.
 

Come arrivare

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Bibliografia

Tratto dalla pubblicazione “ Il Rubino il giornale del cittadino “ Periodico mensile ANNO XXIII N° 11 01novembre 2010 Di Giovanni Zavarella

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