Santa Maria della Misericordia – Falconara marittima (AN)

Si ringrazia il Sindaco di Falconara Marittima, Goffredo Brandoni, per aver concesso la pubblicazione, in data 02/10/2015, delle foto di questa chiesa, ed inoltre, il Consigliere Maurizio Andreoni, Tonelli Luigi, Mario Brutti, per la loro utilissima collaborazione, un plauso.

 

Cenni Storici

«La chiesa di S. Maria della Misericordia è posta fuori di Castelferretti, quattrocento passi circa lontano dall’abitato. Fu edificata dalli Signori Condomini di Castelferretti agli inizi del quattrocento». Nel 1610 poi, come si può leggere nell’iscrizione della facciata, fu allungata e sopraelevata, intonacando i pregevoli affreschi delle pareti, che, malgrado l’incuria e l’usura del tempo, sono stati riscoperti dopo più di tre secoli. Dai documenti risulta che questa Chiesa nel corso del XVII secolo, forse durante i lavori eseguiti in quella entro il castello, ebbe funzione di parrocchia. Nella relazione della sacra visita, fatta dal cardinale Gian Ottavio Buffalini nel 1768, si dice erroneamente che la Chiesa della Misericordia era stata eretta nel 1584 e che non era stata mai dipinta. Invece dalle caratteristiche degli affreschi e dalle circostanze storiche appare evidente che la Chiesa sia stata costruita almeno agli inizi del quattrocento, quando, a seguito di una epidemia, si cominciò a diffondere la devozione verso la Madonna della Misericordia. Comunque l’affresco dell’altare maggiore fu certamente eseguito nella seconda metà del XV secolo, come lascia supporre il monogramma di San Bernardino da Siena. Per quanto riguarda gli autori, alcune immagini richiamano la maniera di Luca Costantino, di cui esiste una sacra conversazione (la Vergine col Bambino, S. Ciriaco e S. Primiero ai lati) datata: 1520, nella Cattedrale di Ancona. Il titolare della suddetta Chiesa è Maria della Misericordia la cui festa si festeggia il 23 ottobre. «In detta Chiesa, però, bisogna dire che vi è indulgenza plenaria ad septemnium», il 2 aprile giorno di S. Francesco di Paola, il 23 ottobre giorno del titolare della Chiesa, il 2 novembre giorno della commemorazione dei defunti; e negli altri 7 giorni vi è indulgenza parziale. Nella Chiesa, infine, vi sono erette la via crucis con licenza di Roma concessa il 2 dicembre 1815, e confermata il 20 febbraio 1816 dalla cancelleria vescovile eretta il 2 agosto 1816 dal P. Raffaele Giuliani di Umana, Guardiano dell’Ordine minori di Ancona. «La chiesa è a tetto in quadro di cui lunghezza sono piedi 34; grande piedi 16; alta nelle parti laterali 15 1/5».

GLI AFFRESCHI – di Pietro Zampetti

Ad un esame sulla situazione della pittura nelle Marche all’inizio del secolo XV, balzano subito alla ribalta alcune scuole pittoriche, allora ben vive: quelle di San Severino, Camerino e Fabriano, tutte documentate e abbastanza conosciute anche attraverso la letteratura artistica. Il capoluogo della Regione, Ancona, dormiva allora nel campo dell’arte sonni tranquilli, accontentandosi dei suoi traffici commerciali, oppure svolgeva anch’essa qualche attività artistica? Insomma, c’era anche lì una scuola pittorica? Le tristi vicende vissute dalla città in modo particolarmente tragico nel corso del secolo XX hanno distrutto quasi tutto ciò che essa era riuscita a salvare dalle distruzioni tra il ‘700 e l’800 e dalle requisizioni napoleoniche. A cambiare il volto delle chiese contribuirono i terremoti, che sul finire del secolo XVIII, interessarono tutto il crinale appenninico: antiche chiese gotiche come il Duomo di Camerino, il San Francesco di Fabriano, il San Domenico di Ancona (solo per fare alcuni esempi), sono state totalmente ricostruite, mentre il prezioso materiale mobile raccolto in esse per secoli veniva alienato o comunque allontanato per seguire il gusto del momento. La parete absidale è affrescata con diverse raffigurazioni: al centro, in alto, l’Eterno che in posizione frontale, iconica, regge con le mani un Cristo crocifisso abbandonato ormai privo di vita, secondo uno schema che potrebbe ricordare, abbastanza affine ma di altra mano, il raro soggetto trattato da Carlo da Camerino. Ai lati due Angeli, a sinistra un Cherubino, a destra un Serafino in atto di preghiera, divisi da uno scomparto: sono entrambi con lo sguardo orientato al centro; inoltre a sinistra San Pietro e a destra San Paolo, l’uno con le chiavi, l’altro con la spada. L’affresco, che ha un andamento di caduta ai lati, reca poi altri elementi puramente di carattere decorativo e simbolico. Sempre sulla stessa parete, al di sotto dell’affresco di cui si è parlato, in corrispondenza dell’Eterno e del Crocifisso, c’è la Madonna anch’essa fissa ed iconica con le braccia aperte e un nugolo di fedeli, a sinistra di sesso maschile e a destra di sesso femminile coperti dal gran manto. Due Angeli a sinistra e a destra della Vergine le reggono sul capo una corona, mentre attorno una miriade di creature angeliche sono in contemplazione, ma insieme legati a due a due in ascetiche conversazioni.

 

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