Torre dei Lambardi – Magione (PG)

La torre alta trenta metri è visitabile fin nella parte più alta ed è munita di ascensore; dalla sua sommità si gode un meraviglioso panorama su tutta la vallata e a suo tempo garantiva un capillare controllo sul territorio vista la sua posizione sommitale.

 

Cenni Storici

Edificata tra XII e XIII secolo, la torre dei Lambardi – o Lombardi – costituiva nel basso medioevo uno dei momenti cardine dell’apparato difensivo di Pian di Carpine, l’attuale Magione.
Ubicata sulla sommità del colle su cui sorge l’insediamento, lungo l’antica strada che da Perugia conduceva al Trasimeno e a Cortona, da questa fortezza si potevano agevolmente controllare i movimenti sull’intero asse viario.
La sua posizione, sotto l’aspetto strategico-militare, era talmente felice che si può proporre la struttura anche come sede degli officiali perugini deputati alla riscossione dei pedaggi dovuti da chi si trovava a transitare in questa parte del contado nella seconda metà del Duecento.
E questo, va evidenziato, nonostante il fortilizio sia stato di proprietà dei Cavalieri Gerosolimitani, attuali Cavalieri di Malta, giunti a Pian di Carpine alla metà del secolo XII, quando edificarono l’ospedale di S. Giovanni, odierno castello dei Cavalieri di Malta.
Del resto i legami tra Comune cittadino e Gerosolimitani appaiono abbastanza solidi nella seconda metà del Duecento, dopo che era stato superato il periodo di crisi che ne aveva caratterizzato i rapporti sul finire degli anni ’50 inizio anni ’60 del Duecento.
Nel momento più acuto della crisi, costituito dall’invasione delle proprietà gerosolimitane da parte delle truppe perugine alla fine dell’inverno del 1261, si arrecarono ingenti danni alla struttura ospedaliera e probabilmente anche la torre fu danneggiata. Ma i fortilizi furono risistemati e, nel volgere di pochi anni, tornarono ad assolvere i loro importanti compiti di difesa del nucleo abitato di Pian di Carpine.
Nella tarda primavera del 1335 la torre fu occupata dall’aretino Pier Saccone, un esponente di spicco della famiglia dei Tarlati di Pietramala.
Costui, che nella tarda primavera era entrato con le sue truppe in territorio perugino devastando interi insediamenti, stando a quanto riportato in una sua lettera del 12 giugno era riuscito ad occupare il fortilizio dopo che i proprietari, i Gerosolimitani, si erano rifiutati di concedergli la possibilità di alloggiarvi due guardie.
L’occupazione, stando ancora alla lettera del Tarlati, si era avuta al termine di un assedio durato un giorno intero.
Ma il fortilizio fu tenuto per poco tempo e quando le truppe agli ordini dell’aretino si ritirarono dal contado di Perugia, alla fine di giugno o all’inizio del mese successivo, tornò ai legittimi proprietari.
A distanza di qualche decennio, nel contesto del conflitto tra Perugia e Chiesa che avrebbe sancito un primo ritorno della città sotto il controllo pontificio, il fortilizio fu nuovamente occupato.
Nel 1368, sventata in Perugia una congiura ordita dalla fazione nobiliare e tesa alla totale sottomissione della città al ricostituendo Stato della Chiesa, scoppiò la guerra tra la città umbra e il pontefice.
Le operazioni militari interessarono molte comunità del contado e tra queste anche Pian di Carpine che, di fatto, si connotava come una sorta di finestra della città sull’importante risorsa economica costituita dal Trasimeno.
L’importanza del luogo e delle due strutture fortificate che vi si trovavano non era certo sfuggita ai comandanti dell’esercito pontificio che, nel 1370, ultimo anno di guerra, provvidero ad occupare la torre bloccando in tal modo il flusso delle derrate alimentari, in particolare del pesce, dalla riva settentrionale del lago verso la città.
Il governo perugino, cosciente dei problemi creati da simile occupazione, incaricò allora Contucciolo di Arlottuccio di provvedere al recupero del fortilizio.
Ma il tentativo era fallito e Contucciolo era stato fatto prigioniero. Sta di fatto che il 17 marzo 1371, circa quattro mesi dopo la fine della guerra, il consiglio cittadino deliberò il pagamento di 250 fiorini d’oro per la liberazione di costui.
Le vicissitudini patite da questo fortilizio e da tutto l’insediamento di Pian di Carpine non erano finite e alla metà degli anni ’80 del Trecento, la torre tornò al centro di vicende militari e, nel dicembre del 1384, Cinolo di Nicolò dei Montesperelli, una delle più antiche famiglie nobiliari perugine, penetrò con alcuni suoi seguaci all’interno del fortilizio occupandolo.
Il 30 e il 31 dicembre di quell’anno il governo perugino prendeva atto dell’avvenuta occupazione e incaricava cinque uomini, scelti tra i cittadini che in passato avevano dimostrato assoluta fedeltà al Comune, di condurre trattative con il Montesperelli e i suoi seguaci al fine di trovare un accordo.
A distanza di oltre quattro mesi, il 10 maggio 1385, i cinque uomini non erano giunti a nessun risultato e comunicavano al governo cittadino di non aver ancora trovato un accordo soddisfacente.
Ma questo non doveva essere lontano e a distanza di neanche un mese, il 5 giugno, si aveva il recupero della torre da parte del comune di Perugia e si deliberava la sua restituzione ai Cavalieri Gerosolimitani.
Perdute in maniera definitiva le funzioni militari per cui era stato costruito, tra XVI e XVII secolo il fortilizio passò a far parte delle proprietà detenute dalla comunità locale che, nel corso del secolo XVIII e buona parte del successivo, lo utilizzò come canile comunale, mentre sul terreno circostante si teneva l’annuale fiera del bestiame e si stendevano ad asciugare le pelli degli animali derivanti dalle mattazioni.
Nella seconda metà del secolo XIX la rovina dell’antica struttura aveva raggiunto livelli tali da decretarne il definitivo abbandono per ragioni di sicurezza.
Nonostante ciò, nel 1886, si ebbe un episodio che ripropose il fortilizio al centro delle vicende locali e tornò ad essere protagonista della storia di Magione, almeno per quanto riguarda l’amministrazione comunale.
Alcuni operai del comune, il 31 marzo di quell’anno, avevano asportato dal terreno attorno alla torre delle zolle erbose da riutilizzare in piazza “Abate Marchesi“.
La guardia giurata delle proprietà del Sovrano Militare Ordine di Malta, ritenendo che la torre e il terreno circostante fossero ancora di proprietà dell’Ordine, denunciò gli operai per danno dato.
La vicenda si protrasse per l’intera estate ed ebbe termine solo il 22 novembre quando fu emessa la sentenza e si stabilì il non luogo a procedere contro gli operai poiché, provata la proprietà del terreno da parte del Comune, la denunzia veniva a decadere.
A partire dai primi anni del Novecento iniziò a farsi strada l’idea di un restauro del fortilizio.
Occorrerà però attendere circa tre quarti di secolo, per vedere l’inizio dei lavori di restauro, avutosi nella primavera del 1983.
Per quanto concerne il nome del fortilizio, “Torre dei Lambardi” o “Torre dei Lombardi“, è da notare come lo stesso sia probabilmente frutto di una tradizione orale accolta sul finire del secolo XVIII nella cultura scritta, ma non recepita dalla cartografia ufficiale.
Come torre di Lombardi o de’ Lambardi è infatti menzionata per la prima volta nel lavoro di Giuseppe Belforti e Annibale Mariotti ultimato in quel periodo.
Se ci si attiene a quanto riportato da Ettore Ricci, il fortilizio assunse questo nome dopo il 4 giugno 1688 a ricordo dell’uccisione presso lo stesso di Marcello Lombardi.
Tale ragione, tuttavia, non dà conto della variante Lambardi che, invece, si legittima con il ricondurne l’origine a questo termine, lo stesso con cui nel basso medioevo venivano indicati i nobili delle comunità rurali in maniera generica e lombardi ne costituisce un esito successivo.
Individuare nei Cavalieri Gerosolimitani i nobili a cui si riferiva il termine appare scontato.
 

Orari di apertura al pubblico

Il Comune di Magione ha affidato la gestione del bene al Sistema Museo che ne garantisce l’apertura al pubblico nei seguenti orari:
Aprile – Maggio – Giugno – Settembre dal giovedì alla domenica dalle 10.30 -13.00 / 15.00 – 18.00
E’ garantita l’apertura in tale periodo anche nei giorni del Lunedì di Pasqua, 25 Aprile, 1° Maggio e 2 Giugno
Nei mesi di Luglio e Agosto dal giovedì alla domenica dalle 10.30 -13.00 / 16.00 – 19.30
aperta anche a Ferragosto e nei giorni della “Settimana Magionese
Negli altri periodi è aperta su prenotazione telefonando allo 0758473078
 

Fonti documentative

Opuscolo informativo e divulgativo della Biblioteca di Magione con testo di Giovanni Riganelli
 

Mappa

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