Villa di Acqua Santo Stefano – Foligno (PG)

La località sin da tempi remotissimi è stata famosa per le sue acque fresche e salutari, ancor oggi utilizzate dagli abitanti del luogo per regolare la pressione sanguigna.

 

Cenni Storici

Il luogo ove ora sorge Acqua Santo Stefano è stato abitato fin dalla protostoria, come confermato dal ritrovamento di alcuni frammenti di materiali ceramici sulla cima posta ad ovest del nucleo abitato principale, alla quota 961 metri, dove è ancora possibile vedere allineamenti di pietrame, probabilmente quanto resta di strutture murarie antiche.
Il luogo è stato frequentato anche in epoca romana, come confermato dal ritrovamento di frammenti fittili nella zona antistante la chiesa di San Nicola, forse v’era una villa rurale montana.
Anticamente la viabilità era soprattutto di cresta e qui transitava, probabilmente, uno dei diverticoli di collegamento tra la Via Flaminia, che da Roma conduce verso il Mare Adriatico, e la Via Plestina, che da Spoleto permette di raggiungere le Marche.
Tale percorso viario, utilizzato soprattutto per lo spostamento delle greggi dalla Maremma laziale, è stato attivo fino al secolo scorso, tanto che se ne conserva la memoria da parte dei più anziani del luogo.
La località sin da tempi remotissimi è stata famosa per le sue acque fresche e salutari, ancor oggi utilizzate dagli abitanti del luogo per regolare la pressione sanguigna.
Era luogo preferito dei nobili di Foligno che qui passavano i loro periodi di riposo, nonché era il luogo ideale per coloro che si allontanavano dal centro nei momenti di diffusione delle pestilenze.
Dalla documentazione d’archivio in cui figura la località di Acqua Santo Stefano si attesta l’esistenza addirittura di tre distinte intitolazioni sacre, menzionanti, rispettivamente, Santo Stefano, San Nicola, forse si tratta della stessa chiesa, e Santa Maria, ora diruta.
La comunità di Acqua Santo Stefano è menzionata più volte nei documenti dell’archivio dell’Abbazia di Sassovivo, evidenziandone l’importanza nella vita della valle del Menotre.
La sua popolazione in tempi passati era abbastanza consistente e raggiunse un centinaio di residenti nel periodo del secondo dopoguerra.
La prima menzione che si fa del paese è del 1098 in un documento in cui Berardo, sacerdote di Landizano (Leggiana), offre al Monastero della SS.ma Trinità quanto possiede in Landizano e Santo Stefano.
A questo nel tempo seguirono altri documenti che può essere interessante menzionare:
nel maggio 1111 Offredo, figlio di Gualtiero, concede ad Alberto abate di Sassovivo ciò che possiede in Santo Stefano, insieme ad un suo dipendente (contadino) certo Pietro di Stefone e i terreni che lo stesso Pietro ha in uso e lavora per 13 soldi.
Nel gennaio 1117 un certo Pietro concede ad Alberto, abate di Sassovivo, tutte le proprietà in beni mobili e immobili che ha in Scopoli, in Santo Stefano e in Landizano, in cambio di un appezzamento di terra che si trova nella valle, in zona piana e che apparteneva alla chiesa di San Lorenzo della Spina.
Il 2 aprile 1202 l’abate di Sassovivo, Tebaldo, concede l’uso a Berardo e a Piero, in feudo a loro e ai loro eredi in perpetuo, due proprietà, di cui una ad Acqua Santo Stefano, in cambio di due soldi l’anno, da consegnare nella festa di San Martino, oltre all’offerta pure di una focaccia e una gallina per la festa di Natale, di due focacce e due polli nella festa di Santa Maria.
Il 12 maggio 1214, essendo imperatore Ottone, Atto concede a Giovanni un piccolo appezzamento di terreno posto in Acqua Santo Stefano per il prezzo di 5 soldi.
Papa Onorio III, nel 1217, riconferma all’abbazia di Sassovivo i diritti e i possessi concessi dai suoi predecessori tra i quali terreni e beni posti “in loco qui dicitur Sanctus Stephanus”.
Nel settembre 1482 un po’ tutta la valle soffre le conseguenze di una discordia insorta tra la città di Foligno e quella di Spoleto a proposito dei confini e dei danni provocati d’ambo le parti.
Il 31 gennaio di quell’anno anche Acqua Santo Stefano subì delle violenze non solo nelle proprietà e nelle cose, ma anche nella sua chiesa citata come “ecclesia Sancte Marie de villa aque Sancti Stefani“.
Tale chiesa risulta ancora officiata e strettamente legata alla parrocchia di San Nicola durante la visita apostolica di Mons. Camaiani.
Lo Jacobilli, nelle sue Cronache di Foligno, racconta che una grande quantità di armati a cavallo e a piedi, circa 4000, produssero panico e terrore, commettendo atti di violenza sulle persone e sulle cose.
La Chiesa di Acqua Santo Stefano fu depredata degli arredi sacri e danneggiata.
Nel 1537 i suoi abitanti devono concorrere al reperimento della legna per le necessità dei Priori di Foligno assieme ad altre frazioni delle coste e della montagna, nei mesi di gennaio e di febbraio.
Ripetutamente la comunità di Acqua Santo Stefano, come in uso per altri villaggi della montagna, era chiamata a collaborare per l’allestimento e l’ospitalità nelle feste patronali a Foligno.
Durante la visita apostolica di Mons. Camaiani, il 25 maggio 1573 la “ecclesia S. Nicolai de Aqua S. Stephani” si trovava in buono stato, sia negli arredi sia nel fabbricato e annota che il parroco “praeter hanc Parocchialem possidet etiam Capellaniam, sive Maiestatem S. Mariae de dicto Castro, cuius fructus sunt parvi momenti“, quindi la chiesa, ora diruta, risulta in tal periodo ancora officiata e strettamente legata alla parrocchia di San Nicola.
Nel 1824 Acqua Santo Stefano è colpita da una terribile grandinata, che costringe gli abitanti a chiedere un contributo al Gonfaloniere di Foligno, Giuseppe Elmi, per la grave situazione creatasi.
Il 3 febbraio 1944, durante un rastrellamento, truppe tedesche, con il supporto di militi fascisti uccidono il ventunenne Gregorio Salvati e deportano altri sei abitanti a Mathausen, uno solo, Rinaldo Salvati, tornerà vivo.
Oggi Acqua Santo Stefano, piccolo villaggio rurale formato da diversi “vici” con case in pietra dall’aspetto antico, a quota m. 925 s.l.m., alle falde dell’omonima montagna (m. 1230 s.l.m.), è uno dei tanti paesini della montagna Folignate che ha subito il fenomeno dello spopolamento, già iniziato nell’immediato dopoguerra, e ulteriormente accelerato dagli eventi sismici del 1997.
 

Aspetto

L’insediamento è formato da più nuclei denominati “il Colle“, “il Trivio o Tribbio“, “la Villa“, “Piè Monte” e “la Torre“, il nucleo urbanisticamente più rilevante, antichissima dimora tardo medievale formata da due corpi ben distinti, uno costituito dalla possente struttura dell’antica torre di vedetta, di cui restano tracce appena individuabili, e l’altro, poco distante, caratterizzato da diverse unità abitative, il borgo di sevizio alla torre, appartenute fino agli ultimi decenni del 1900 alla nobile famiglia degli Orfini e ora adibito ad agriturismo, all’interno di un’azienda agraria che dedica la propria attività esclusivamente alla produzione di tipo biologico di legumi e cereali.
Si segnala infine, dirimpetto al borgo la torre, la presenza di un’area archeologica di discreto interesse, ancora non completamente esplorata.
 
 
 

Area Archeologica

Lo scavo è avvenuto ai margini nord-orientali di una sella che separa due alture, raggiungibile tramite una strada per il disboscamento, nel luogo ove i ricordi degli anziani testimoniavano la presenza di una chiesa, come poi confermato dal ritrovamento di minuscoli ma numerosissimi frammenti di intonaci dipinti che decoravano la zona presbiteriale.
La chiesa, probabilmente da identificare come “ecclesia Sancte Marie de villa aque Sancti Stefani“, presenta una pianta rettangolare ad aula unica priva di abside, le strutture meglio conservate si trovano nella porzione meridionale dell’edificio.
I muri della chiesa presentano conci accuratamente tagliati in corrispondenza degli angoli e nell’area del presbiterio, mentre la tessitura è per il resto poco regolare, i reperti attestano un utilizzo del luogo sacro a partire dal XIII fino al XVI secolo.
Non si conoscono i motivi dell’abbandono del sito, forse avvenuto in seguito ad eventi traumatici.
Nella zona sono stati rinvenuti anche manufatti d’epoca romana che attestano l’antichità dell’insediamento.
Lungo il percorso per raggiungere l’area archeologica si trova un’antica e malridotta fontana, con abbeveratoio.
 

Nota di ringraziamento

Si ringrazia la gentilissima professoressa Rita Fanelli Marini per la collaborazione nella stesura del testo
 

Fonti documentative

ALBANESI M. CECCONELLI E. PICUTI M. R. – Ritrovamenti archeologici ad Acqua Santo Stefano di Foligno – Estratto da Bollettino Storico della città di Foligno XXIX – XXX 2005-2006 – Foligno 2008
CAPODIMONTI SANDRO Il Menotre e la sua valle Borghi, genti, acque, sorgenti
GREGORI DON LUCIANO La Valle del Menotre

http://www.borgolatorre.com

http://www.straginazifasciste.it/wp-content/uploads/schede/FOLIGNO%2003.02.1944.pdf

 

Nota

La galleria fotografica ed il testo sono stati realizzati da Silvio Sorcini.
 

Mappa

Link coordinate: 42.958018 12.825434

Lascia una risposta

L'indirizzo email non verrà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

È possibile utilizzare questi tag ed attributi XHTML: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <strike> <strong>