Abbazia di San Secondo – Castiglione del Lago (PG)

Questa Abbazia si trova sul Lago Trasimeno. La struttura ha ancora in piedi la facciata il campanile, brandelli di muri e la bellissima cripta.

 

Cenni Storici

Un primo documento che attesta la presenza della struttura nell’isola Polvese risale al 1014 in un privilegio concesso all’Abbazia di Farneta in Val di Chiana dall’Imperatore Enrico II, nel 1163 un diploma ne conferma la dipendenza dall’Imperatore Federico Barbarossa.
Nel 1184 Ugo, abate del monastero benedettino di San Gennaro di Campoleone in provincia di Arezzo, cedendo alla città di Perugia Castiglion del Lago con tutti i suoi possessi, compresa l’isola Polvese, obbliga gli abitanti di Castiglione a fornire il monastero di una chiesa, di un orto e di una vigna.
Nel 1238 la chiesa di San Secondo, in una bolla di Gregorio IX, viene ricordata come Pieve appartenente agli olivetani.
La giurisdizione del possesso del monastero fu più volte contesa tra l’Abbazia di Farneta e i rettori nominati dal vescovo di Perugia, disputa che si risolse solo nel 1399 allorchè Bonifacio IX riconobbe i diritti al rettore Angelo di Lorenzo.
Dapprima benedettina, come ricordato, passò sotto la sfera degli olivetani quando questi fondarono un monastero a Monte Morcino di Perugia e ebbero la guida del Collegio della Sapienza Vecchia; probabilmente i monaci olivetani entrarono a San Secondo nel 1404.
Nel 1482 il 26 maggio, con decreto del papa Sisto IV, il monastero di San Secondo si staccò definitivamente dal monastero di Monte Morcino nominando il primo Piore.
Fino al ‘500 la vita della comunità monastica procedette in maniera tranquilla con l’acquisizione di nuove terre e possedimenti che si estendevano sulle rive del Trasimeno fino a nella pianura all’interno verso la Toscana.
Intorno al 1620 iniziò la decadenza con l’abbandono dell’edificio per le insalubri condizioni del luogo dovute ad un abbassamento delle acque del lago e dell’impaludamento della zona, i monaci si trasferirono poco dopo nel monastero di Sant’Antonio di Porta Sole a Perugia tranne uno che rimase per la cura delle anime.
Chiuso definitivamente nel 1708 e abbandonato, subì il saccheggio di quanto vi era conservato.
Adibito ad abitazione di coloni, venne trasformato in una stalla per il bestiame e la sala capitolare in magazzino.
Dopo essere passato nelle mani di diversi proprietari nel corso degli anni, fu acquistato dalla Provincia di Perugia nel 1973 e recentemente è stato redatto un progetto teso al recupero della struttura per scopi didattico – ambientali.
 

Aspetto della chiesa

E’ una costruzione romanica a tre navate con abside semicircolare presbiterio e cripta risalente al X secolo; quasi completamente crollata presenta alcuni lacerti delle mura e dell’abside che non superano i due metri di altezza.
Costruita con blocchetti di calcare e arenaria, agli angoli della facciata riporta conci in travertino provenienti da strutture preesistenti.
La facciata conservata quasi fino alla sommità, ha una porta d’ingresso con architrave e lunetta decentrata sulla destra; rosone centrale con cornice in arenaria e, ai lati due coppie di finestre sovrapposte in corrispondenza delle navate laterali.
Le navate sono divise da pilastri alternati a colonne restaurati e ricostruiti.
In passato la salita al presbiterio era garantita da due scale al termine della navata centrale; tra queste, l’ingresso principale alla cripta, a cui si accedeva anche dalle navate laterali.
La cripta, la cui copertura è sorretta da una colonna monolitica in travertino con capitello a plinto in arenaria a forma di anguilla, è in comunicazione con due vani laterali che si aprono all’esterno; il vano di destra funge da sacrestia.
Il campanile a base quadrata, sorge all’esterno della chiesa presso l’angolo nord-est, e in origine doveva essere cuspidato, ma ora ne è privo.
 

Il Monastero

Il monastero di San Secondo, si sviluppa su due piani, affiancato all’omonima chiesa.
Un portico sorgeva tra il convento e il lato destro della chiesa mentre al piano terra, tramite una porta incorniciata in arenaria con stemma dei monaci Olivetani, si accedeva alla zona dei servizi e al refettorio.
Quest’ultimo, con gli stipiti e l’architrave di una porta e lo stemma dell’ordine in arenaria è coperto con volta a botte e vele e capitelli in arenaria; una grande nicchia doveva alloggiare la statua della Madonna.
Al piano superiore, comunicante con la chiesa tramite una stanza con capitelli in arenaria, utilizzata come piccola cappella per i frati malati, si trovano le celle dei frati ( probabilmente ottenute con divisori in legno ) e il capitolo.
 

Fonti documentative

Cartellonistica sul posto.
F. Guarino e A. Melelli – Abbazie Benedettine in Umbria – Quattroemme 2008
Regione dell’Umbria Centro Studi Benedettini Italiani –Monasteri Benedettini in Umbria alle radici del Paesaggio Umbro – 2014

http://terrafermasailors.blogspot.it/2014/08/alla-ricerca-di-un-mondo-perduto.html

 

Da vedere nella zona

Rocca dell’isola Polvese
Chiesa di San Giuliano
Chiesa di Santa Maria della Cerqua
Parco Scientifico Didattico dell’isola Polvese
 

Mappa

Link coordinate: 43.120080 12.132188

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