Badia a Isola – Monteriggioni (SI)

E’ la più bella chiesa del castello di Monteriggioni.

 

Cenni storici

Il 4 Febbraio 1001 Ava, vedova di Ildebrando dei Lombardi signore di Staggia, fondò un monastero di famiglia dedicato a San Salvatore nei pressi di Borgonovo, submansio sulla Via Francigena ricordata nella famosa Memoria del 990-994 nell’itinerario di Sigeric Arcivescovo di Canterbury in viaggio verso Roma.
In questo territorio, compreso tra il Montemaggio e la Val di Strove, i nobili di Staggia avevano costituito, a partire dalla metà del X secolo, un consistente dominio patrimoniale.
L’abbazia di Isola fu edificata, come ricorda il toponimo, ai margini di un’area impaludata posta all’incrocio dei quattro comitati di Firenze, Fiesole, Siena e Volterra in un tratto importante della Via Francigena alla confluenza di collegamenti secondari per Firenze e Volterra, nella parte emergente da una vasta depressione in cui le acque lambivano le pendici di Monteriggioni e per questo denominato Isola.
Fra i vari nomi con cui veniva chiamata l’Abbazia compare Abbadia a Isola, Badia a Isola, Abazia dell’Isola o Abazia del Lago.
L’abbazia, dotata di numerosi possedimenti, fu concepita come strumento di consolidamento patrimoniale dalla famiglia fondatrice, realizzando quel connubio, frequente nella società altomedievale, tra monachesimo e nobiltà, tra atto religioso e obiettivi politici.
Fra le richieste fatte dai fondatori ai monaci vi era quella di bonificare e colonizzate il territorio percorso frequentemente da mercanti e pellegrini.
Del primo nucleo costituito da una piccolo aula con abside riferibile all’XI secolo, rimangono poche tracce nell’attuale cripta, mentre gran parte delle strutture del complesso monastico furono realizzate sotto l’abate Ugo alla meta del 1100.
Durante l’XI secolo infatti continuò l’espansione dell’abbazia con l’acquisizione di terre e castelli, rafforzando la funzione di controllo sul territorio e sulla Via Francigena, al servizio della quale furono realizzati uno spedale, documentato dal 1050, ed uno xenodochio documentato dal 1102.
Tra l’XI ed il XII secolo il complesso monastico era già strutturato e si presentava come un insediamento fortificato dotato di mura, porta e torre di difesa, identificabile nella torre campanaria.
A questo periodo risale l’edificazione della nuova chiesa abbaziale, consacrata nel 1173 in onore di San Girino, a impianto basilicale triabsidato a tre navate con pilastri polilobati alternati a colonne di derivazione lombarda, modello diffuso tra le abbazie benedettine della Val d’Elsa.
In facciata si apriva un portale gemino, di derivazione oltralpina e ancora in parte visibile, tipico delle chiese di pellegrinaggio.
Tra il XIII ed il XIV secolo l’autorità abbaziale cominciò a cedere sotto la spinta espansionistica dei comuni cittadini ed in particolare di Siena, che nel 1376 fortificò il monastero inserendolo nel sistema di castelli alla frontiera del contado.
Nel 1446 l’Abbazia di Isola fu annessa al monastero di San t’Eugenio presso Siena.
 

Aspetto esterno

La chiesa in stile romanico, presenta bifore nella facciata e arcatelle cieche nel coronamento del tetto con decorazioni fitomorfe ed antropomorfe.
La parete destra della facciata, come testimoniano alcuni elementi architettonici, è stata rifatta ed è opera di restauro moderno.
Il portale era anticamente “gemino”, cioè doppio, tipico delle chiese di pellegrinaggio.
 
 
 

Interno

L’interno è a tre navate divise da colonne e pilastri a fascio.
Tra i capitelli, variamente decorati, spicca uno più antico con raffigurati due oranti (bizantino?).
Di notevole rilievo le opere d’arte che si trovano all’interno.
 
 
 

Pala di Sano di Pietro

Si tratta di un dipinto su tavola lignea dove è rappresentata la Madonna col Bambino e i Santi Benedetto, Cirino, Donato e Giustina.
E’ stato eseguito per la Chiesa di Abbadia a Isola, su commissione di Don Benedetto e Don Francesco, religiosi dello stesso monastero, anch’essi raffigurati nell’opera ai piedi della Madonna, a memoria del dono.
 

Urna Reliquario

E’ riferibile ad un’urna etrusco – romana (I sec. D. C.) proveniente probabilmente da un recupero avvenuto anticamente nella necropoli che si estendeva in tutta la pianura oggi denominata del Casone, ed in epoca medievale occupata in piccola parte dal monastero dell’Isola.
L’urna, rinvenuta forse dagli stessi monaci, fu poi riutilizzata, secondo un uso frequente, nel XII sec. come reliquario di San Cirino; fu rinvenuta durante gli scavi del 1808.
L’iscrizione così recita:

H(IC) S(UNT) REL(IQUIAE) S(ANCTI) CIR(INI)
EPI(SCOPI) ET M(ARTI)RIS
ANN(O) D(OMINI) MCLXXXXVII
 
 
 

Fonte Battesimale

Fonte battesimale in marmo alabastrino, realizzato da scultore senese ignoto nel 1419.
La vasca è divisa in cinque settori.
In quello centrale è raffigurato il battesimo di Cristo, nei laterali vi sono due stemmi abbaziali, l’uno con la croce, mitria e pastorale, l’altro con la stella a otto punte attraversata dal pastorale.
Nei due ultimi spicchi a destra sono raffigurati due santi Vescovi.
 
 
 

Affresco di S. Biagio Vescovo

Si tratta di un affresco di Vincenzo Tamagni del XVI sec. raffigurante San Biagio, un santo particolarmente amato nelle campagne, come protettore degli animali e come operatore di miracoli alla gola.
Fu soprattutto protettore dei maestri cardatori perché martirizzato ( torturato) coi il pettine di ferro,
loro tipico strumento di lavoro.
 
 
 

Assunzione delle Vergine Maria

Affresco attributo a Vincenzo Tamagni, XVI sec.
Notare la raffigurazione del Castello di Monteriggioni sullo sfondo a sinistra.
 
 
 

Maestà del Maestro di Badia a Isola

Occorre inoltre ricordare che da questa chiesa proviene una delle più importanti testimonianze della pittura senese della fine del XIII sec. la MAESTA‘ del cosiddetto “Maestro di Badia a Isola” (scuola di Duccio da Boninsegna), oggi conservata presso il Museo Diocesano di Colle Val d’Elsa.
 

Fonti documentative

Cartellonistica in loco

https://it.wikipedia.org/

 

Mappa

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